Capitolo 37

248 16 13
                                    

Pov's Ambar
Aprii il diario, la prima pagina era già stata scritta...

Cara Ambar
Spero ti sia piaciuto il regalo!!!
Ho deciso di regalarti questo diario perche secondo me ne hai bisogno...
Quando avrei bisogno di sfogarti, sfogati qua sopra,e fai finta che stia parlando con me.
Spero di aiutarti a distruggere la tua solitudine...
Con amore
Simon.

Sorrisi. Alla fine, forse à qualcuno importo...

Qualche giorno dopo
Tra 2 settimane è il compleanno di mia zia...
Ho intenzione di farle una sorpresona!! È sempre stata una seconda mamma per me, e vorrei in qualche modo ringraziarla.

Era partita per andare a Roma, mi aveva detto che aveva un impegno...

In questi lunghissimi giorni, ho preparato tutto il necessario per la festa e ho anche continuato a scrivere il mio diario che è diventato una specie di amico per me, anche se dirlo ad alta voce mi imbarazza parecchio.

Non mi sono più vista con Simon... Penso che ci sia rimasto male quanto me...

Improvvisamente qualcuno bussò, riportandomi nella realtà

<avanti> dissi riposando il diario nel cassetto
<Ciao principessa>disse una voce a me conosciuta, e sentii le sue braccia circondarmi i fianchi

Mi levai subito e dissi <Quante volte ti ho detto di smetterla di chiamarmi Principessa? NON SONO LA TUA PRINCIPESSA, CHIARO?>
<Ci siamo svegliati male eh principessina? >

Mi arrabbiai. Gli puntai il dito contro e dissi

<Vai. Via. Da. Casa. MIA>
Lui come risposta si mise à ridere, poi si avvicinò sempre di più a me, e con un sorriso da schiaffi, mi baciò.

Non risposi al bacio. Infatti, dopo circa 5 secondi, mi levai.

Lo mandai elegantemente a cagare e quando lui andò via, mi toccai le labbra.

Non avevo provato lo stesso sentimento che provavo quando baciavo Simon... Quello era un bacio dolce, lento e profondo, un bacio che ti droga creandoti dipendenza, per poi volerne sempre di più. Questo invece, è stato un bacio senza emozioni, almeno da parte mia ed è stato così improvviso che non sono riuscita neanche a fermarlo prima.

Cosa avrebbe pensato lui se mi avesse vista...

Il giorno dopo
Successe tutto così in fretta.
In un giorno di pioggia, qualcuno chiamò al telefono di casa e, visto che ero da sola, risposi io.

<Salve, con chi parlo? >
<Buongiorno, sono il Dr. Simone Rossi, dell'ospedale Sandro Pertini di Roma. Questo è il numero di emergenza della signora Benson. Che parentela ha con lei? >
<Sono sua nipote... Ma non capisco...>dissi, quale numero di emergenza? Quale ospedale? Perché sta in ospedale?

<Mi deve scusare, non le ho spiegato la situazione. Sua zia ha fatto un incidente stradale e l'hanno appena portata qui in ospedale. Sembra avere delle lesioni abbastanza profonde e... >
Rimasi come pietrificata. Avevo paura di continuare ad ascoltare il suo discorso

<... Per adesso è stabile, stiamo facendo tutto il possibile per mantenerla in vita.>
sembra un modo carino per dirmi qualcos'altro...
<Capisco, cercherò di pendere il primo aereo per andare lì a Roma... >dissi
<.. Grazie per avermi informata>continuai, e attaccai la chiamata.

Dovevo partire. Ma avevo comunque paura.
Vorrei portare qualcuno con me... Per prevenire qualsiasi incidente...

Emilia? Nina? Yam? O...?

Cómo Me Ves? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora