Capitolo 56

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Il 1 aprile alle ore 17:30 nacquero Valentina e Micheal Smith, entrambi fortunatamente in salute.

È stato un momento davvero emozionante vedere, dopo essermi svegliata, quei due fagotti rivestiti di rosa e azzurro.

Al mio risveglio, oltre ai medici per dirmi del successo del parto e oltre a Delfina, c'erano tutti i ragazzi, tra cui anche Simon con in braccio Micheal, mentre tutti gli altri chiacchieravano allegramente.

<lascia stare mio figlio>

I ragazzi si zittirono, compresi le infermiere presenti nella mia camera, e il silenzio regnò per qualche secondo. Non volevo dare impressione di essere una persona poco matura a causa della situazione e sono sicura che dopotutto Simon non si merita tutta questa cattiveria da parte mia, ma lui ha dovuto fare una scelta e ora deve rispettarla.

<è anche mio figlio> rispose lui, strofinando la sua guancia contro quella del neonato.

Le infermiere iniziarono ad agitarsi, controllando forse il nome del padre tra i moduli che hanno in mano, lanciandosi qualche sguardo.

<non lo sei più da quando hai deciso di abbandonarci>

tutti alzarono lo sguardo verso di lui, come in cerca di risposte

<ne possiamo parlare in privato?> chiese per poi lasciare il bambino fra le mani di Gastón, sorridendo come un ebete mentre guardava mio figlio.

<non c'è niente che non puoi dire davanti a noi> intervenne Delfina, e infondo aveva ragione: pochi tra noi aveva realmente una famiglia di sangue, ma fin da subito avevo capito che loro sono la mia famiglia.

Forse qualche anno fa non mi sarei mai immaginata di trovarmi in questo stato, ma soprattutto non mi sarei mai aspettata questo mio cambiamento di carattere. Anche se qualche volta mi manca essere quella ragazza di cui tutti temevano, questa versione è sicuramente più apprezzata.

un colpo di tosse mi risvegliò dai pensieri, e Simon dopo aver sospirato rumorosamente aprì bocca per parlare, ma non uscì nessun suono

<avanti ragazzino, il gatto ti ha mangiato la lingua?>
<ragazzino ci sarai tu, ricordati che sono più grande di te Balsano>

quest'ultimo rise per essere riuscito a innervosito
<allora sai ancora parlare> continuò lui, ghignando.

<Ho cambiato idea> disse solo, dopo qualche minuto di silenzio

una risata ironica uscì dalle mie labbra

quindi lui voleva giustificare la sua assenza durante i 9 mesi di gravidanza solo perché adesso ha cambiato idea?

<non credo che quello che hai detto basti> attaccò Delfina, capendo perfettamente il mio sguardo di fuoco

lui alzò lo sguardo su di me, per poi riabbassarlo verso Valentina, sorridendole appena.

sembrava davvero felice nel vederli

sembrava un cane randagio bastonato da vecchio padrone. Aveva gli occhi pieni di pentimento e delusione, magari sperava di risolvere la questione in modo semplice e veloce

<Se mi lasciate un minuto con lei potrei risolvere la questione> disse lui con sicurezza, convinto di poter sistemare tutto quello che lui stesso aveva fatto.

feci un cenno a Delfina, che con occhi sbarrati, cacciò tutti i ragazzi e uscì con loro, non dopo aver mandato un avvertimento a Simon

<ti chiedo scusa...> iniziò lui, e io già stufa del suo discorso sbuffai. Non mi interessano le sue scuse, visto che ormai si scusa sempre, ma credo che questo lui non l'abbia ancora capito

<vai al punto> dissi con un tono acido e pungente, corrugando le sopracciglia

<ti sto chiedendo scusa... È questo quello che sto cercando di dirti> disse lui, grattandosi la nuca in segno di imbarazzo

<non mi ci faccio niente delle tue scuse. Non hai contribuito a niente durante la mia gravidanza>
<ti ho mandando quel poco denaro che sono riuscito a tenere da parte> disse subito, senza esitazione.

quali soldi?

<ho impacchettato quei soldi e li ho fatti consegnare dal postino... dicendogli di dirti che fanno parte del tuo patrimonio ereditato da tua zia>

quindi quei soldi erano suoi...

<credo che tu sappia che io non intendevo questo...>
<...tu non ci sei stato fisicamente. Nè per Valentina, nè per Micheal e nè per me. Sai quanto fa male?> dissi io, con voce amara. Volevo fargli capire che non può pentirsi di una cosa che ha deciso lui: è come pubblicare un libro per poi decidere di cambiare la sua trama.

<anche se non ci crederai, anche io sto soffrendo. per voi> quasi non lo sentii, aveva abbassato il tono di voce, rendendolo quasi un sussurro, provocandomi vari brividi alla spina dorsale. Pensavo di aver smesso di reagire a qualsiasi tipo di sentimento da parte sua, ma a quanto pare c'è anche qualcosa tra di noi...

<non sembra che tu stia soffrendo>
gli avrei urlato che semplicemente non lo volevo più bella mia vita, perché se adesso mi trovo in un lettino scomodo in una camera bianca d'ospedale insieme a 2 neonati che portano il mio cognome è solo e soltanto colpa sua.

<Io avrei davvero voluto una bella vita con te. L'ho sempre sognata, ma a quanto pare tu non sei della stessa idea> una lacrima traditrice scivolò giù dalla mia guancia destra, ma la tolsi subito da lì. Non volevo rendermi sensibile e fragile davanti a lui, anche se mi conosce abbastanza da saperlo.

<ti prego, ricominciamo da capo> mi supplicò, con quegli occhi di cui mi innamorai in passato, avvicinandosi a me per poi stringermi la mano.

ma questo non sarebbe bastato per convincermi. Aveva deciso di abbandonarci? Bene, questo era il prezzo da pagare.

girls, datemi una vostra opinione plz🤗

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