I Can't Make You Love Me

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MAREN'S POV.
"Maren Lawrence è convocata nello studio del tutor scolastico!"
Queste furono le parole che continuavano a risuonare dall'altoparlante.
Il professore di chimica fece un segno con il capo permettendomi di uscire senza problemi.
Raccolsi il mio zaino e mi feci coraggio.
Entrai in segreteria per attendere il mio turno e notai di non essere sola.
"Cosa ci fai anche tu qui?" Sussurrai a Liam sedendomi al suo fianco.
"Non ne ho idea. Ha chiamato anche me." Mi rispose.
"Strano, non ho sentito il tuo nome." Gli feci notare.
"Infatti mi è capitato di peggio! Mi ha bloccato tra i corridoi e , credimi, non è stato per nulla piacevole. Per fortuna qui non può farmi nulla. Ci sono troppe persone. Mi sento sollevato a vedere che sei qui con me."
Gli sorrisi dolcemente stringendogli una mano.
"Potete entrare voi due!" Esclamò la signorina Monroe aprendo con decisione la porta.
Io e Liam ci guardammo confusi ma decidemmo di proseguire insieme.
"Prego, accomodatevi!" Ci invitò con un sorriso.
Okay, questo era molto più inquietante che vederla alla ricerca di Brett nel bosco!
Mi accomodai davanti alla scrivania, Liam seguì il mio gesto sedendosi alla mia destra.
"Come mai la presenza di entrambi qui, signorina Monroe?" Azzardai sperando di finirla al più presto.
Iniziai a giocare con l'orlo del mio vestitino semplice blu notte cercando di scaricare la tensione.
"Immagino che voi lo sappiate... riguarda ieri. Vi ricorda qualcosa?"
Mi si mozzò il respiro.
Okay, ero nei guai e avrei trascinato con me anche Liam. Aveva saputo che avevamo ferito uno dei cacciatori e salvato tre creature sovrannaturali.
Liam mi guardò perplesso coprendosi il volto con la mano.
"Non so di cosa stia parlando..." Risposi poco convincente e intravidi Liam trattenere una risata.
Non sapevo cosa ci fosse da ridere in quel momento ma per il bene di entrambi decisi di distogliere lo sguardo da lui e dedicare la mia completa attenzione alla signorina Monroe.
"Lawrence ! Mi aspettavo molta più serietà nei tuoi confronti."
Ma di cosa stava parlano!?
"Ieri avete saltato entrambi il giorno in cui sarebbero iniziate le lezioni, non mi sembra un bel modo di iniziare l'anno!" Ci rimproverò.
Io e Liam ci lasciammo andare ad un sospiro di sollievo mentre la signorina Monroe ci guardava confusa.
"Ragazzi, voglio che vi impegniate di più da ora in poi. Tu sei in gara per diventare il capitano della squadra di lacrosse , e tu, sei una delle nostre migliori studentesse. Mi aspetto il meglio da voi." Ci rimproverò apprensiva.
Questa sua doppia vita mi incuriosiva e inquietava nello stesso momento.
Tuttavia ero contenta che non avesse scoperto la vera natura di Liam.
"Ci scusi, signorina Monroe. Ieri ho avuto dei problemi in famiglia e ho trascinato Dunbar con me. Non ricapiterà più, ci dispiace molto."
Giocai al suo gioco e la tutor sembrò apprezzare le mie parole.
"Perfetto." Iniziò con un sorriso, "dato che sei qui , vorrei chiederle se ti piacerebbe far parte della rappresentanza del liceo quest'anno."
Questo non me lo aspettavo, ma non riuscii a trattenere un sorriso.
"Certamente, ne sarei onorata!" Esclamai abbracciando Liam.
"Mar, attenta che così mi soffochi!"
Lo lasciai andare, ultimamente dovevo tenere a freno i miei abbracci ma desideravo da tanto quel ruolo.
"Okay, okay. Potete andare voi due ! Non perdete altre lezioni!"
Uscimmo dalla stanza e ci recammo entrambi verso i nostri rispettivi armadietti.
"Quali corsi hai oggi?" Gli chiesi controllando il mio calendario appeso sull'anta dell'armadietto.
Lo avevo decorato con alcuni miei disegni rendendolo ordinato ma anche originale, lo sentivo più mio.
"Scienze, Spagnolo e allenamento di lacrosse!"
"Da quanto tempo sei un appassionato di lingue?" Gli chiesi con un sorriso.
"Da quando la Monroe mi ha detto che sarebbe stato meglio del latino."
"Dipende dai punti di vista. Io ho storia dell'arte, chimica e allenamento di calcio, credo che ci incontriamo nuovamente agli allenamenti." Esclamai estraendo un quaderno e un pennarello dall'armadietto.
"Calcio? Mi stai prendendo in giro?" Mi chiese soffocando una risata.
"Per niente. Ero molto brava nell'altra scuola. Mia mamma ha insistito affinché riprendessi a giocare."
"Perché hai smesso?" Mi chiese curioso.
"Non volevo distrazioni e le ragazze con cui giocavano erano più acide che mai. Quest'anno ,però , mia mamma e Theo si sono alleati e sono giunti alla conclusione che un po' di distrazione non può che farmi bene."
"A proposito di Theo. Si è ripreso?"
Mi chiese cortese.
"Certo. Credo che oggi sia uscito con Scott a svolgere delle mansioni che mi sfuggono."
La cosa mi aveva insospettito ma ero contenta che andassero d'accordo.
"Liam io sono arrivata. Ci vediamo dopo."
Salutai il mio amico con un sorriso e mi avviai verso le mie prossime due lezioni, prima degli allenamenti.
Amavo storia dell'arte e fu per questo motivo che passò velocemente.
Lo stesso non si può dire dell'ora di chimica , di interessante c'era soltanto il laboratorio ma per i primi giorni dovevo accontentarmi della teoria.
Terminate le lezioni mi recai verso gli spogliatoi.
Indossai i miei pantaloncini blu e una t-shirt bianca, i calzettoni bianchi con due strisce blu all'estremità e le scarpette bianche .
Non volevo ammetterlo ma mi erano mancati molto gli allenamenti.
Entrata in campo fu difficile riprendere il ritmo ma i goal non mancarono e l'espressione del coach sembrava abbastanza soddisfatta.
"Benissimo, per oggi va bene così!"
Esclamò congedandoci.
Intravedevo Liam non cavarsela bene con il signor Finstock. Eppure c'era qualcosa di strano. Alcuni suoi compagni sembravano più agguerriti del solito.
Feci una doccia calda e mi cambiai nello spogliatoio.
Quando passai fuori a quello maschile, delle urla mi fecero trasalire.
Stavano picchiando qualcuno.
Il mio cuore iniziò a battere fortemente.
"Trasformati di nuovo, Dunbar. Mostraci realmente chi sei!" Esclamarono continuando a picchiarlo.
Mi precipitai all'interno non curandomi degli sguardi curiosi di tutti loro.
"Si può sapere che state facendo?!" Chiesi preoccupata precipitandomi da Liam a terra che sanguinava .
" e tu cosa ci fai qui?" Mi chiese un ragazzo moro. Ricordavo che il suo nome fosse Gabe...
"Non vi vergognate di lottare sei di voi contro una sola persona ?" Chiesi perplessa con una mano sul fianco sinistro.
"Lui vale quanto noi tutti messi insieme, è un mostro!" Si difese lo stesso ragazzo.
"Lui non è un mostro, è un ragazzo come te, Gabe! Se non te ne rendi conto allora sei un vero stupido!"
Lasciai la stanza con Liam che mi seguiva a ruota.
Sentivo provenire dallo spogliatoio  diversi schiamazzi che deridevano Gabe ma non me ne curai.
"Come stai?" Gli chiesi in pensiero.
"Bene. Sai che guarisco in fretta."
"Non mi riferisco a quello, Liam..."
"Hanno messo a dura prova la mia rabbia. Ho fatto di tutto per trattenermi, credimi!" Esclamò e riuscivo ad avvertire fremiti di rabbia percorrergli il corpo. Gli sarebbe spettato un duro anno.
"Ti va di venire a casa mia?" Gli proposi.
"Ti preparo latte e biscotti fatti da mia mamma,  sono i più buoni! E studiamo insieme!" Esclamai entusiasta sperando di cancellargli almeno in parte quella giornata.
"Okay, okay!" Accettò con un sorriso mentre gli abbracciavo il braccio trascinandolo verso l'uscita.
"Mamma , inizia a preparare i tuoi biscotti sul tavolo. Sto portando un amico e non ha mai mangiato biscotti fatti in casa!", mandai questo messaggio vacale a mia madre sperando che lo avrebbe letto in tempo.
Quando arrivammo a casa estrassi le chiavi dalla borsa e aprii cautamente.
Volevo un gran bene a Liam, volevo davvero distrarlo.
Mia mamma stava preparando tutto l'occorrente sul tavolo del soggiorno.
Poi , però , qualcosa andò storto.
Non appena ci vide, mia madre lasciò cadere e rompere in frantumi il piatto con i biscotti che aveva tra le mani.
"Cole..." Sussurrò pallida.
"Mamma, sei impazzita?! Cosa c'entra Cole con questa storia?!"
Mio fratello si chiamava Cole. Avevo smesso di cercarlo quando avevo 15 anni, rassegnandomi alla sua scomparsa e forse morte.
"Cole , Cole , come stai?" Chiese dolcemente avvicinandosi a Liam confuso.
"Signora Lawrence , mi dispiace ma non so di cosa stia parlando." Si giustificò incredulo mentre io realizzavo il tutto.
Gli stessi colori e lineamenti di mio padre, era stato adottato da piccolo...
No! Era impossibile che Liam fosse mio fratello!
"Tu sei mio figlio. Dio! Credevo di averti perso per sempre!" Esclamò mia madre con le lacrime agli occhi.
Guardavo incredula la situazione incapace di muovermi.
"Guarda, queste sono le foto di quando eri piccolo!" Affermò mia madre estraendo delle foto di cui io non ero a conoscenza dalle sue tasche.
"No, questo non è possibile!" Esclamò Liam, forse riconoscendo il suo volto nelle foto.
"Me ne vado via, non avvicinatevi!" Urlò rabbioso mentre usciva di casa.
"Liam, aspetta!" Lo rincorsi con le lacrime agli occhi.
"Neanche tu, Mar. Lasciami in pace!" Vidi le stesse lacrime riempire i suoi occhi.
La connessione che avevo sempre sentito con lui era reale.
Lui era davvero mio fratello.
Lasciai il mio cuore spezzarsi in pezzettini davanti al suo rifiuto, Nuovamente, per l'ennesima volta da quando ero arrivata a Beacon Hills.

Stole My Heart ~ Theo RaekenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora