Capitolo 1

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<Mamma, ma perché siamo dovute venire proprio qui? Non potevamo rimanere a Los Angeles e semplicemente ignorarlo?> Domando a mia madre mentre, svogliatamente, scendo dall'auto.

<No Eve, te l'ho già detto che non posso vederlo. Nè lui né la sua nuova compagna.> Risponde scocciata mentre va ad aprire il bagagliaio dell'auto.

Sbuffo. <Io non ci voglio stare a Chicago.> Dico raggiungendola. <Ok, si, è bella quanto vuoi, ma lì ho i miei amici. Qui non conosco nessuno!> Mi lamento mentre l'aiuto a togliere le valigie fuori.

<Ti farai degli amici e non si discute! Non ti riporto a Los Angeles solo perché lì hai i tuoi amici, tra l'altro, tutti drogati.> Ribatte sbattendo l'ultima valigia a terra.

<Non sono drogati! Tu non li conosci affatto mamma!> Mi altero.

<Stanno sempre con una sigaretta o una canna in bocca! Oppure si bevono litri di vodka e birra!> Chiude il bagagliaio con forza mentre dice quelle cattiverie sui miei amici.

Non rispondo, prendo le mie valigie ed entro nella nuova casa.

Ogni volta è sempre la stessa storia.
Litighiamo ogni cinque minuti sempre per le stesse cose e la odio per questo. Si, è mia madre, mi ha messo lei al mondo, ma non la sopporto quando fa così!

Entro in camera e inizio a sistemare i primi vestiti nell'armadio.

Dio è gigante questa stanza, ci starebbero due persone, anche tre.

Ha le pareti bianche e il parquet in legno scuro. I mobili riprendono il bianco delle pareti, tranne l'armadio che è del colore del pavimento.

Mi sembra quasi di essere in un ospedale con tutto questo bianco... ci vorrebbe un po' di colore.

Sospiro e mi butto sul letto facendomi male alla schiena dato che il materasso sembra cemento... ci mancava solo questa!

Sbuffo e mi metto a sistemare le mie cose... ci aspetterà un lunghissimo e durissimo lavoro.

Decoro la mia stanza con i pochi soprammobili che mi sono portata dietro. Qualche foto nelle pareti, le mie adorate lenzuola celesti, i vari peluche sparsi un po' qua e un po' la... et voilà, la stanza è ben sistemata.

Certo, potrei metterci molte più cose, ma per ora va bene così.

Inizio a sistemare i vari vestiti nell'armadio e nella cassettiera. Certo che quando sistemi il tempo passa come un lampo.

Una volta finito, accendo il computer e inizio a spulciare tutte le cartelle con le foto dei miei amici.

Mi mancano tutti, specialmente la mia migliore amica Jennifer. Lei è quella che c'è sempre stata da quando abbiamo tre anni.

Abbiamo frequentato tutte le scuole assieme e quest'anno ci siamo dovute separare per la storia dei miei.

Mia madre mi ha portata con se non solo perché non voleva che stessi con mio padre, ma anche perché non voleva che frequentassi i miei amici. Non li ha mai tollerati.

Mi squilla il cellulare e guarda caso è proprio lei.

<Ehi Jenny.> Rispondo alla chiamata.

Hate everyone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora