Capitolo 53

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Non ho idea di come vestirmi per uscire con lui!

Sembro una di quelle ragazzine che escono per la prima volta con la loro cotta.

E io sto sclerando malamente.

Sento bussare alla porta socchiusa. <Serve aiuto?> Chiede Noah entrando in camera.

<Oddio, tu ora diventerai il mio stilista personale e mi aiuterai a scegliere qualcosa da mettermi.>

<Come se non l'avessi mai fatto.> Dice lui ridendo.

<Muoviti!> Dico chiudendo la porta alle sue spalle.

Inizia a cercare nell'armadio e toglie fuori un paio di pantaloncini neri e una T-shirt bianca e abbastanza scollata. Ok...

<Perfetto. Di scarpe vanno benissimo le tue solite, ti trucchi al naturale e ti fai fare i capelli mossi da Amelia.>

<Il mio supereroe.> Dico abbracciandolo.

<Si, con il super potere di salvare le donzelle che non sanno cosa mettersi per uscire con il ragazzo da cui sono attratte.>

<Giusto... aspetta...> Dico staccandomi. <Ce no, no. Non sono attratta di nuovo da lui... nel senso...>

<Vallo a raccontare a qualcun altro. Ora vai a farti conciare per bene da Amelia, tanto Heiden è un attimo uscito.> Dice facendomi l'occhiolino.

Annuisco e corro da mamma supplicandola di farmi quel piccolo favore.

<Sicuro Eve. Poi Heiden è un bravo ragazzo e devi lasciar perdere quella storia che vi ha fatto separare. Lui è ancora innamorato di te, si vede da come ti guarda ogni volta.> Dice mentre andiamo in bagno.

<Sicura?>

<Certamente. Guarda come tuo padre guarda me, con gli occhi a cuore.>

Sorrido e sento il mio cuore impazzire e le farfalle iniziare a fare figli nel mio stomaco... onestamente, mi mancava questa sensazione.

***

<Quindi? Dov'è che mi volevi portare?> Chiede Heiden appena usciamo di casa.

<Alla ruota panoramica.>

<Eh?>

<Alla ruota panoramica.> Ripeto. <Mi è sempre piaciuta.> Dico sorridente.

<Va bene. Allora vada per la ruota panoramica. Ma poi andiamo al ristorante che ho prenotato per cenare.>

<Ok.>

<Che poi non è un ristorante, ma un fast food. Me l'ha consigliato tuo padre.>

<Spero quello in cui andavamo sempre.>

Fa spallucce. <Forse, chissà.> Dice vago e ghignando.

Ok si, gli ha detto tutto.

Anche mio padre vuole che ritorni con lui e di lasciar perdere quella storia del mese scorso.

Un mese... un mese?!

<Ecco qui.> Dico entrando nel parco divertimenti.

Lo prendo per mano come se fosse la cosa più normale del mondo e corriamo verso la ruota panoramica.

<È gigante.> Dice con gli occhi che luccicano sotto le luci che emana la struttura e visti così sono ancora più belli.

<Lo so.> Dico e compro due biglietti.

Saliamo su e ci sediamo.

La ruota inizia a salire e mi godo tutta Los Angeles nel suo splendore al tramonto... se solo fossimo ancora fidanzati.

Mi prende la mano e me la stringe mentre guarda fuori.

Dentro di me si sta creando una festa a quanto pare dato che mi fa male tutto.

Ci guardiamo per una frazione di secondo e distogliamo subito lo sguardo con le mani ancora intrecciate l'una all'altra.

Nessuno dei due ha intenzione di mollare la presa.

Mi sento come se fosse tornato tutto come prima, come se quella nottata di giugno non fosse mai successa, come se noi stessimo ancora insieme.

Mi avvicino a lui.

Ci guardiamo.

Il cuore batte.

Le nostre mani si stringono di più.

Il cervello mi dice di non fare nulla, il cuore mi dice di baciarlo.

<Dobbiamo scendere.> Dice notando che siamo arrivati.

<Ou... si...> Mi sento completamente in imbarazzo.

Scendiamo e mi riprende per mano, stringendola talmente tanto che non sento più il sangue circolare... gli sono mancata davvero tanto a quanto pare...

<Andiamo a mangiare? Ho una fame.> Interrompe quel silenzio straziante tra di noi.

Sorrido. <A chi lo dici.>

<Ah Eve.>

<Cosa?>

<Io ti amo ancora.> Sussurra.

Quasi non ci credo... no, ho sentito male io... non l'ha detto sul serio, ma se...

<Ti amo ancora anche io.> Sussurro il più piano possibile per non farmi sentire.

Ma forse lui ha capito, perché sta sorridendo.

Arriviamo al fast food e, come ho intuito, mio padre gli ha consigliato quello dove andavamo sempre.

<È quello che dicevi tu?> Chiede guardandomi.

Sorrido e annuisco, per un attimo mi è sembrato di essere tornata bambina ancora una volta.

Ci sediamo a un tavolo e ordiniamo due cheesburger, una porzione di patatine e due coca cole. Ovviamente, saluto Scott alle prese con le ordinazioni.

<Comunque è bellissima la città dall'alto.> Dice Heiden.

<Sono contenta che ti sia piaciuta.>

<E io sono contento di riparlarti come se non fosse mai successo nulla. Mi sei mancata questo mese e anche tanto.>

<Anche tu. Ho passato un sacco di tempo a pensare a noi due e, a volte, non credevo fosse successo davvero.>

Sorride. <Felice di sentirtelo dire.>

Arrivano le nostre ordinazioni e iniziamo a mangiare scambiandoci qualche battuta ogni tanto.

Finalmente, dopo un mese, sono tornata la Eveleen felice e spensierata di settembre.

Finiamo di mangiare e torniamo a casa.

Salgo in camera, prendo il pigiama e corro a farmi una doccia fredda.

Dopo la doccia, chiamo Jenny e le racconto tutto per filo e per segno. Ho bisogno di un consulto femminile...

Hate everyone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora