Capitolo 49

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<Eve, puoi restare a casa oggi?> Chiede mio padre.

<Perché? Che succede?> Mi fermo davanti a lui.

Mi sorride. <Volevo andare a pranzo con te nel fast food dove andavamo quando eri piccola.>

Mi si riempie il cuore di gioia nel sentire ciò che ha detto, sto sognando?

<Penso che sia un si, vedendo come sorridi.> Dice.

Annuisco ripetutamente. Sembro una di quelle chitarriste dei gruppi punk...

Lo abbraccio, anzi, lo stritolo come se non ci fosse un domani.

<Ok, ok, ora vestiti che prima andiamo a fare... ehm com'è che si dice quando si va a comprare vestiti?>

Mi metto a ridere. <Shopping.>

<Eh, si, quello.>

Saltello per tutta la stanza sino ad arrivare alle scale. Salgo su ed entro in camera.

Thomas alza gli occhi dal libro che sta leggendo... si, lo so, a vederlo non sembra tipo che legge, ma, ehi, tutti fanno qualcosa che non ti aspetteresti mai.

Basta pensare alla storia di Emily, Halley e Albert...

<Sei felice di venire al mare con me e Ivan, eh?> Chiede con tono perverso.

<No, sono felice di andare con mio padre al fast food e a fare shopping!> Esclamo entusiasta e lanciando il mio peluche in aria.

<Non ti ho più vista così felice dal gior...> Gli lancio il cuscino in faccia.

<Zitto o ti castro.> Lo minaccio, so cosa stava per dire.

<Scusi sua altezza reale. Comunque voglio venire anche io.> Si imbroncia.

<Mi spiace, ma questa è la giornata padre e figlia. Non giornata padre e gemelli.> Dico prendendo i pantaloncini e la canottiera.

<Uffa però.>

<Tranquillo, magari la prossima settimana. Oggi passa la giornata con mamma... cioè, Amelia, e falla divertire.>

<Si, magari inizio anche io a chiamarla mamma e poi voglio sapere un po' di lei. Tu le parli sempre e io ogni morte di Papa.>

<Bravo fratellino.> Dico scompigliandogli i capelli e sorridendogli.

Mi cambio e, una volta finito, saluto Thomas dandogli un bacio sulla guancia e vado da papà.

<Pronta?>

<Si, prontissima!>

Saliamo in macchina e giriamo tutti i centri commerciali possibili.

Adoro fare shopping con mio padre perché non è stressante sui vestiti, nel senso, non ti viene a rompere le palle ogni volta che trova qualcosa dicendoti "ti piace?" oppure "guarda questo che bello".

<Voglio comprare qualcosa anche a Judith, Amelia e Thomas.> Gli dico mentre guardo una maglietta.

<Amelia? A proposito di lei, ieri di che avete parlato? L'ho vista particolarmente emozionata e a cena non avete quasi aperto bocca dato che io e Thomas stavamo sempre parlando.>

<Nulla, mi ha consolata, ci siamo abbuffate di gelato e l'ho chiamata mamma. Tutto qui.> Rispondo andando verso il reparto "donna un po' più adulta", l'ho sempre chiamato così da quando ho iniziato a parlare.

<Mi fa piacere.>

<E anche Thomas inizierà. Gli ho detto di passare del tempo con lei e lui ha acconsentito. Sai, non pensavo di trovarmi bene con lei.> Dico spulciando qualche vestito.

Hate everyone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora