<Quindi stai bene?> Chiede Jenny per la cinquantesima volta.
<Si, tranquilla.> Le rispondo abbracciandola.
<Tu non puoi capire quanto mi stavo disperando.>
<Lo immagino.> Dico ridacchiando.
<Lo ucciderei con le mie stesse mani quel maniaco.>
<Calmati, non vorrai mica avere sulla coscienza uno come lui.>
Sospira. <No, certo che no, ma non ce la faccio a rimanere con il pensiero che potrebbe far del male a te, o a me, o a tutti gli altri.>
<Non preoccuparti Jenny, basta non stare mai soli.>
<Si, ora, lasciamoci alle spalle questo discorso e parliamo d'altro.>
Annuisco.
<Cosa vuoi fare per rimediare all'errore madornale con Heiden?>
La guardo confusa. <Che intendi?>
<L'esserti dimenticata dell'anniversario.>
<Ou... quello... beh pensavo di uscire sta sera a cena o non so. Insomma di passare del tempo insieme tutto qui.>
<Si, ci potrebbe stare. Poi magari finite in bellezza la notte a casa, se capisci cosa intendo.> Dice con sguardo perverso.
<Ma tu pensi solo a quello?>
<A volte si, altre no, dipende da come mi gira la giornata.> Dice sorridendo e alzandosi dal divano. <Ora devo tornare a casa, tra poco J e Mike tornano dal parco e devo preparare il pranzo.>
<Va bene, ci sentiamo domani così ti racconto.>
<Ovvio. E non tralasciare i dettagli. Ciao.>
Ci abbracciamo e va a casa.
Questa ragazza non cambierà mai.
Vado in cucina e inizio a preparare il pranzo, spero solo che tornino subito tutti.
Mi squilla il cellulare, è Jenny.
<Dimmi, ci siamo salutate tre secondi fa.> Dico rispondendo alla chiamata.
<Volevo compagnia, come hai detto tu dobbiamo restare il meno possibile da sole.>
<Giusto hai ragione.>
<Comunque stavo pensando a quando saremo adulte. Chissà, magari se avrai una femmina i nostri figli si fidanzeranno. Oppure se avrai un maschio diventeranno migliori amici.>
<E chi te lo dice che non diventeranno gay e si metteranno insieme?> Chiedo mettendo a bollire l'acqua per la pasta.
<Oddio! No vabbeh sarebbe super wow.>
<Oh mio Dio Jenny, ma che pensieri fai.>
<Sei tu che l'hai detto mica io.>
<Sei tu quella che ha iniziato il discorso mica io.>
Ci mettiamo a ridere e, appena arriva a casa, chiude la chiamata.
<Sorellina! Siamo arrivati!> Esclama mio fratello entrando in casa insieme a Heiden.
<Te l'ho già detto che a volte hai atteggiamenti al quanto femminili?> Gli chiedo mentre Heiden mi da un bacio sulla guancia.
<Ma smettila. Non sono gay ne lo sarò mai.>
<Si, si, stessa cosa aveva detto Noah e adesso sta con nostro cugino... chi l'avrebbe mai detto.>
<Si, ma io non sono Noah.>
<Lo so idiota.>
<Ragazzi io vado a farmi una doccia.> Dice Heiden interrompendo la nostra discussione.
<Ok, Eve va con lui. Ci penso io qui.> Dice Thomas ghignando.
Sospiro e me ne vado.
Non tanto perché ho voglia di fare la doccia con Heiden... cioè si anche quello, ma perché non mi andava più di cucinare e perché non avevo voglia di sentire le lagne di quel babbuino del mio gemello.
<Quindi facciamo la doccia insieme... interessante.> Dice Heiden ghignando.
<In realtà prima la fai tu e poi io.>
<Ma no, così sprechiamo l'acqua.>
Alzo gli occhi al cielo. <Se proprio insisti...>
<Dai, ho capito, non ti va.> Dice entrando in bagno.
<No, ora sta zitto, entra e io arrivo tra pochissimo. Sai com'è, devo prendere il cambio.>
Annuisce ed entra in doccia. Ok, sarà una doccia molto lunga... forse Thomas sentirà qualche rumorino...
Come finiamo, usciamo, ci vestiamo e raggiungiamo Thomas in sala per il pranzo.
<Ho dovuto alzare il volume della televisione a palla per non sentire i vostri gemiti che non mancano mai quando siete insieme e nudi.> Dice mettendo la pasta al piatto.
<Quando avrai anche tu una ragazza ti voglio vedere.> Dice Heiden sedendosi.
<Forse hai ragione...> Dice Thomas sedendosi anche lui.
<Possiamo parlare d'altro?> Domando a bocca piena.
<Non si parla con la bocca piena maleducata.> Dice Thomas lanciandomi il tovagliolo.
<Ma senti chi parla, tu fai solo quello.>
<Per favore, non incominciate.> Dice Heiden mettendosi le mani in testa.
***
<Come mai siamo venuti al ristornate?> Chiede Heiden sedendosi al tavolo dove ci ha appena accompagnati il cameriere.
Faccio spallucce. <Avevo voglia di mangiare al ristorante con il mio ragazzo.>
<Interessante. Dovrebbero venirti più spesso queste voglie.>
<Si certo e poi diciamo ciao ciao ai soldi.>
<Tranquilla. I soldi non mancheranno mai.>
<Se lo dici tu.>
<Guarda che io lavoro sodo tutte le mattine.> Dice fingendosi offeso.
<Lo so, ti prendevo per il culo.>
<E quando mai tu non mi prendi per il culo.>
Ci mettiamo a ridere e arriva il cameriere per prendere le nostre ordinazioni.
Passiamo la serata così, a parlare, a ridere, come sempre. Come una normale coppia.
La notte, passiamo alla discoteca per recuperare quel mentecatto di mio fratello dalla sua seratina "sbocciamo tutti insieme" e torniamo a casa.
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Hate everyone
RomanceEveleen è una ragazza come tante altre, ma il suo trasferimento a Chicago sarà un mezzo incubo. I genitori hanno divorziato da poco e lei va a vivere con la madre, appunto, a Chicago. Lì conoscerà nuove persone, ma non trascurerà i suoi amici di Lo...