6-La partenza

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L'idea di Nicole di andare al centro commerciale per farmi distrarre non funzionò alla grande. Non avevo voglia di comprare vestiti nuovi, di mangiare qualcosa... Non avevo voglia di fare niente. Volevo solo tornare a casa e rinchiudermi in stanza per nascondermi sotto le coperte.
"Prendiamo due frappè?" mi chiese Nicole, nella speranza di ricevere un si come risposta.
"No, non ne ho voglia. Prendilo tu"
Nicole sospirò e subito dopo si allontanò per recarsi al bar del centro commerciale.
   Intanto rimasi seduta su una sedia a guardare la gente che passava. Vidi una allegra famiglia con due bambine che chiedevano al papà di comprarli dei giocattoli. Sembravano così felici tutti insieme. A quel punto gli ochhi mi si riempirono di lacrime, ma riuscii a ricacciarle indietro prima che arivasse Nicole e mi vedesse.
Ero stufa di piangere: per l'intera notte non avevo fatto altro che fare sogni strani sui miei genitori. Per esempio, mia madre che mi parlava o mio padre che mi sorrideva, ma poi mi svegliavo sempre di colpo pingendo.
   Quando Nicole tornò, si sedette anche lei a bere il suo frappè. Rimanemmo in silenzio per un po'; poi mi si avvicinò e mi strinse in un affettuoso abbraccio. Io appoggiai la testa sulla sua spalla.
"La nuova casa qui non è molto bella... Insomma c'è da fare molto lavoro" dissi tanto per fare una chiaccherata e per pensare ad altro.
"Io e la mia famiglia vi aiuteremo a sistemarla e intanto tu resti da me, così cone tua nonna se vorrà" rispose, sorseggiando un altro po' di frappè e in seguito mi sorrise.
"No tranquilla, mia nonna sta in hotel... Per lei è più comodo" risposi. In quel momento il mio cellulare suonò; appena lo trovai, risposi.
   "Ciao Isabella, sono la nonna. Come stai? Ti sei ripresa un po?" Le risposi che andava tutto bene anche se ovviamente non era così.
"Bene...Allora... Domani dovrebbero iniziare a portare alcuni mobili da Dublino. Ma tutte le tue cose che sono rimaste là bisogna andarle a prendere. Parto domani... Vuoi venire con me o aspetti a casa della tua amica?" Ci pensai un po' e dopo decisi di andare con lei. Sarebbe stato molto difficile rientrare nella mia vera casa, ma così l'avrei vista per l'ultima volta e forse mi sarei lasciata tutto alle spalle.
"Vengo con te" le risposi decisa. Riattaccai e dissi tutto a Nicole.
   Per fare prima, mia nonna decise di partire la sera stessa; ci saremmo fermate a dormire a casa sua (visto che nella mia non c'erano più tanti mobili) e il giorno dopo avremmo preso le mie cose e saremmo tornate qui. Volevo che passasse tutto in fretta per tornare qui; se sarei restata troppo nella mia vecchia casa sarei esplosa.
Così dopo che Nicole ebbe finito il suo frappè, tornammo a casa.

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Trovai mia nonna ad aspettarmi in macchina davanti alla casa di Nicole. Salutai la mia migliore amica e salii sul veicolo. Mia nonna non era poi così vecchia; infatti guidava ancora, aveva un pc e sapeva persino fare diversi lavoretti tecnologici.
La macchina partì. Presi il mio cellulare e mi misi gli auricolari. Abbandonai lo sguardo fuori dal finestrino e la mia mante iniziò a vagare. In questi ultimi giorni erano successe così tante cose. Prima c'era stato il biglietto nel mio armadietto di Niall, poi il pomeriggio passato a casa sua e infine la notizia dei miei genitori. La giornata era iniziata davvero bene, ma era finita da schifo.
   Ma forse avrei potuto superare tutta questa storia. Magari ci sarebbe voluto del tempo, o forse non l'avrei affatto superato.
Ma dovevo, sennò sarei diventata ancora più riservata di quanto non lo fossi già.
Alla fine mi addormentai e quando mia nonna mi svegliò eravamo già arrivati a Dublino, davanti alla sua casa giallina.

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