22-Un'incubo

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Le ultime due ore di scuola passarono lentissime e inoltre non ascoltai praticamente niente della spiegazione del professore di letteratura. Nella mia testa c'era solo Niall. Cercai di ascoltare, ma non ci riuscivo proprio, così appoggiai lentamente la testa sul muro alla mia destra.
Iniziai a pensare alla prima volta che l'ho visto. Era là nel parco che suonava la chitarra con un'espressione serena e il solito sorriso radioso. Ricordai anche che quando l'avevo visto, esso aveva catturato fin da subito la mia attenzione e per questo motivo avevo sperato di conoscerlo presto.
E poi ripensai a tutto quello che era successo dopo, fino ad arrivare ad ora dove mi ha detto che ero davvero carina mentre dormivo.
A farmi tornare al presente ci pensò Rich, il mio compagno di banco che non sopportavo affatto.
"Il professore ti continua a guardare. Stiamo leggendo questo" disse, indicandomi una pagina. Sbuffai e cercai il punto dove eravamo arrivati.
Finalmente la campanella suonò. Uscii dalla scuola e trovai Nicole fuori ad aspettarmi.
Oggi l'avevo invitata alla mia nuova casa a pranzare, così andammo verso casa e una volta entrate, lasciammo gli zaini accanto all'ingresso.
"Ciao nonna" la salutai appena entrammo in sala da pranzo.
"Ciao ragazze" Uscì dalla cucina con una padella di pasta alla carbonara in mano.
Notai che seduta al tavolo del salotto c'era una signora di mezza età.  Aveva i capelli castani legati in una coda alta e aveva un vestito lungo, che le dava un'aria alquanto elegante.
Io e Nicole salutammo un po' incerte e lei ricambiò con un sorriso.
"Oh, lei è Trisha, una mia vecchia amica. Pensa che la conosco da molti anni ed è appena ritornata a Mullingar con la sua famiglia" spiegò mia nonna, servendo la pasta nei piatti.
Io e Nicole ci presentammo e gli sorrisi leggermente.
"Ci sono anche le due sue figlie e suo figlio, che ha la vostra età"
Annuii e mi chiesi dove fossero tutti quanti, ma molto probabilmente erano a casa.
"Trisha conosceva i tuoi genitori Bella" disse mia nonna. A quel punto osservai la signora cercando di ricordare se la conoscessi già, ma mi sembrava un volto nuovo.
Così, prima di iniziare a mangiare io e Nicole andammo a sistemare gli zaini in camera mia.
Appena aprii la porta vidi una bambina piccola e una più grande che giocavano con dei vecchi videogiochi che avevo deciso di conservare in uno scatolone. Inoltre, sdratiato sul mio letto c'era un ragazzo con capelli scuri sistemati in un ciuffo ordinatissimo e dalla pelle leggermente olivastra.
Quando ci videro entrare le due ragazze ci salutarono allegramente e noi ricambiammo un po' confuse.
"Allora... Che cosa ci fate voi tre nella mia stanza?" chiesi, cercando di essere il più gentile possibile. Ma non mi riusciva molto bene: non sopportavo che gli altri usassero le mie cose senza il mio permesso, soprattutto se si trattava di sconosciuti!
"Piacere, io sono Waliyha e lei è Safaa, mia sorella. Lui invece è Zayn" disse la ragazza più grande, indicando poi il ragazzo sdraiato comodamente sul mio letto.
"Io sono Bella e lei è Nicole" dissi, sempre un po' confusa. Nicole salutò con un cenno della mano.
Subito dopo arrivò la signora che era seduta al tavolo in salotto dicendoci che c'era pronto il pranzo. La bambina più piccola corse al piano inferiore e l'altra ragazza la seguì. Il ragazzo sul mio letto invece non si mosse.
Io e Nicole appoggiammo gli zaini e dopo un po' mi feci coraggio.
"Tu non pranzi?" Lui si accorse che ero infastidita dal fatto che fosse sul mio letto, in seguito disse semplicemente "Certo"
"Tu devi essere Bella, giusto?" chiese dopo qualche istante, osservandomi. Io annuii.
Mi sembrò che volesse aggiungere altro, ma invece non lo fece e così si alzò dal mio letto.  Andò in salotto e a quel punto rivolsi a Nicole uno sguardo stranito; in seguito raggiungemmo gli altri in salotto.
Durante il pranzo la nonna ci raccontò del perchè lei e quella signora si conoscevano. Quando mia nonna era più giovane aveva abitato qui per un periodo e nel frattempo la famiglia Malik si era appena trasferita. Così, si erano conosciute, ma dopo un po' di anni la loro famiglia dovette partire per l'America.
Dopo pranzo la signora Malik e mia nonna uscirono per qualche ora a fare compere e ci dissero di rimanere in casa per conoscerci meglio.
L'idea non mi entusiasmava, ma io e Nicole decidemmo comunque di fare un po' di amicizia con Safaa e Waliyha, che non sembravano così male. Scoprimmo ben presto che Safaa adorava Nicole, infatti le due iniziarono a giocare con qualche vecchio peluche che avevo nella stanza.
Waliyha mi raccontò che avevano un'altra sorella, Doniya, che però era a studiare a Londra. Mi raccontò anche che tempo fa dovettero lasciare Mullingar, ma in seguito sono ritornati. Non mi disse il motivo e io di certo non insistetti.
Dopo un po' Nicole dovette tornare a casa sua per terminare lo studio per un esame successiva. Quindi rimanemmo io e gli altri tre: Safaa e Waliyha mi chiesero se potevano continuare a giocare ai videogiochi e io le diedi il permesso. A quel punto andai in salotto per finire i compiti di letteratura che avevano assegnato quella mattina. Lì trovai Zayn seduto su una sedia con il cellulare in mano.
Esso non disse niente, così feci per andarmi a sedere sul divano, ma poi mi voltai di scatto. Il cellulare che Zayn aveva in mano era il MIO.
"Che cosa ci fai con il mio cellulare?" chiesi, cercando di non arrabbiarmi.
Lui si girò facendo finta di non capire. Non aveva intenzione di far nient'altro, così andai da lui e glielo presi dalle mani.
"Ma che bel caratterino!" disse, continuando a guardarmi mentre mi andai sul divano.
Lo vidi sorridere di nascosto e subito dopo si avvicinò al divano, per poi sdraiarsi e mettere i suoi piedi sul libro che avevo sulle gambe.
A quel punto lo fulminai con lo sguardo e lui sorrise semplicemente, facendomi infuriare ancora di più.
Così buttai i suoi piedi giù dal divano, evitando completamente di essere gentile. Quel ragazzo mi stava davvero facendo arrabbiare e il bello è che ci eravamo appena conosciuti.
"Ma che fai? Mi ero solo sdaraito!" si difese lui, urlando.
"Pensi di essere a casa tua?!" urlai di rimando.
Lui non rispose e questa volta si sedette sul divano e basta.
Continuai a fare le domande che avevo di compito e cercai di non prestare attenzione a Zayn.
Dopo un po' sentii una presenza vicino alla mia spalla, così mi girai e vidi Zayn che stava osservando quello che stavo facendo. Mi ero bloccata ad una domanda a cui non riuscivo a rispondere.
"Non riesci a farlo?" chiese, indicando il foglio con le domande.
"No, ma ce la faccio da sola" dissi freddamente.
"Letteratura ce l'hai domani alla seconda ora?" mi domandò tutto d'un tratto.
"Si... Non dirmi che ce l'hai anche tu!" esclamai preoccupata. Lui annuii ridendo.
"Ci siamo ritrasferiti qui, quindi devo riprendere ad andare a scuola" disse: "Che c'è? Non vedi l'ora di vedermi?" chiese, notando la mia espressione contrariata.
"In realtà è tutto il contrario" risposi prontamente.
"Sei cambiata..." disse, dopo avermi osservata per un po'.
"In che senso?" domandai, girandomi verso di lui.
"Non avevi i capelli mossi da piccola" si spiegò meglio lui.
"E tu come fai a saperlo?" indagai, alzando un sopracciglio.
"Ecco... Ho visto una tua foto in camera tua" disse esitante.
Feci per chiedergli altro, ma in quel momento arrivarono mia nonna e la madre di Zayn.
A quel punto le due sorella al piano di sopra, ci raggiunsero ed in seguito ringraziarono mia nonna per l'ospitalità. Dopo di che se ne tornarono a casa.
"La loro nuova casa è proprio quella di fianco alla nostra. Hai presente quella che vendevano?" mi disse mia nonna.
Per tutta risposta io alzai gli occhi al cielo. Fantastico, da quel momento quel ragazzo maleducato sarebbe stato il mio vicino di casa e compagno di scuola. Non poteva andare meglio.
"Nonna, ma loro mi conoscevano già?" chiesi d'un tratto, ripensando all'ultima conversazione con Zayn.
"Non penso, tesoro. Questo potevano saperlo i tuoi genitori" rispose, abbassando lo sguardo. "Ora devo andare a sistemare queste cose" aggiunse subito dopo ed indicò le borse piene si cibo.
A quel punto tornai in camera mia e mi lasciai cadere sul letto.

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