Sixty Six

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Mi sveglio al mattino, bruciando di calore.

La mia gola è secca e mi fa male e il mio naso è chiuso e la mia pelle in fiamme.

"Sei sveglia, finalmente." Harry dice. Indossa già una maglietta grigia e i suoi soliti jeans, la preoccupazione è incisa sul suo volto. Si siede vicino a me sul letto.

"Mi sento male." Gracchio, cercando di deglutire per alleviare la dolorosa secchezza della mia gola.

"Eri caldissima, ma non volevo svegliarti." Dice. Mi porge un termometro. "Mettilo in bocca."

Faccio come mi ha detto, il metallo freddo del termometro raffredda la mia lingua.

Pochi minuti dopo, il termometro suona e Harry lo prende dalla mia bocca, guardandolo velocemente.

"Trentanove." Dice, posandolo sul comodino. "Non andrai da nessuna parte oggi."

"Ma è lunedì." Dico. "Devo andare a lavorare..."

"Scordatelo, non esiste che tu vada a lavorare." Harry mi interrompe immediatamente.

"Ma..."

"Ecco, mettiti questo pigiama." Dice, ignorando le mie proteste. Mi porge il mio pigiama che devo aver lasciato lì qualche giorno prima. Lo indosso velocemente e vengo subito fatta tornare a letto da Harry.

"Harry, devo andare a lavorare." Dico.

"No, Rosalie." Dice. "Tu rimarrai qui, e io resterò con te."

"Non puoi mancare al lavoro." Dico, scuotendo la mia testa. "Starò bene."

"Rosalie..."

"Va tutto bene?" Gemma apre la porta, sbirciando dentro.

Riesco a rivolgerle un debole sorriso. "Buongiorno, Gemma."

"Rose ha la febbre a trentanove gradi." Harry afferma e io alzo gli occhi al cielo.

"Oh cielo, non va bene." Gemma dice, entrando nella stanza.

"Sì, dunque staremo a casa dal lavoro oggi." Dice lui.

"No, tu andrai al lavoro, Harry." Dico.

"Non ti lascerò qui da sola." Mi risponde duramente.

"Posso prendermi cura io di lei." Gemma si offre.

"No." Harry replica istantaneamente.

"Perché no?"

"Perché... perché..." Harry lotta per trovare una buona scusa e io faccio un sorrisetto.

"Mettiti subito i tuoi vestiti del lavoro, Harry, preparerò del tè per Rosalie." Dice Gemma, facendo anche lei un sorrisetto.

Harry sbuffa, sapendo che è in minoranza. Gemma gira i tacchi ed esce fuori dalla stanza.

Mi appoggio ai cuscini di Harry mentre lui si toglie la maglietta, rimpiazzandola con una camicia bianca e si mette dei pantaloni neri. Si annoda una cravatta nera attorno al colo e afferra il suo cappotto, voltandosi verso di me.

Ho sempre ammirato la bellezza di Harry nei suoi vestiti da lavoro.

"Credo che andrò, allora." Sospira.

Annuisco.

"Dirò a Gemma dove tengo le mie medicine e mi raccomando riposati molto." Dice, abbassandosi verso di me per baciarmi la mia fronte bollente.

"Dio, sembri mia madre." Dico.

Lui alza gli occhi al cielo. "Non fare niente di stupido, e se ruberai qualche mia barretta, lo saprò."

Hidden (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora