Hidden (italian translation)

Seventy Six

Harry si passa una mano tra i capelli e fa un profondo respiro. Lo guardo intensamente, senza sapere cosa aspettarmi.

La cabina fotografica è piccola e il ginocchio di Harry tocca il mio mentre siamo seduti sulla piccola panca. Lo schermo si illumina davanti a noi, invitandoci a scegliere uno degli effetti e incominciare, ma scattare delle foto sembra essere l’ultima cosa di cui ci importi in questo momento.

Vedere Harry comportarsi così mi butta giù. Non ho mai visto veramente la parte vulnerabile ed emotiva di Harry. E nonostante mi spezzi il cuore vederlo asciugarsi le lacrime, un’altra parte di me vuole vedere questa parte di lui per conoscerne ogni aspetto.

“Ora, dove mi ero fermato?”

Guardo le mie mani unite sulle mie gambe, senza rispondere.

Sento i suoi occhi su di me, mentre aspetta che io gli dica qualcosa, ma non lo faccio.

“Ah, sì. Quando ho finalmente lasciato l’ospedale.”

Lui continua a raccontare come se io gli avessi dato una risposta, e vedo l’emozione e la vulnerabilità, che ho conosciuto pochi istanti fa, dissolversi velocemente.

“Gemma stava ancora da me in quel periodo, e mi ha detto che sapeva che te ne eri tornata a New York. Questo ha confermato ciò che sapevo già. Sono finito in uno stato di insensibilità dopo averlo saputo, sapendo che ti avevo fatto promettere di rimanere nascosta, ma in tutta onestà, non mi sarei mai aspettato di vivere.”

Harry si muove leggermente, incrociando le braccia al petto. “Gemma si è trasferita verso Marzo, trovandosi un appartamento non molto lontano dal mio e dal tuo ed è tornata ad occuparsi di moda. Qualcuno che appartiene allo stesso campo economico di Crystal l’ha conosciuta ad una festa e le ha offerto un colloquio di lavoro, tutto qui.”

“Per quanto riguarda me, sono andato avanti con la mia vita. A parte il fatto che, non era più veramente la mia vita. Sono tornato a fare le cose che facevo prima di conoscerti, pensando che tu stessi meglio senza di me a New York. Sono andato al lavoro ogni giorno e ho fatto il mio dovere, ti inviavo le tue buste paga e dormivo da solo. Tutto era ovviamente diverso. Non mi ero mai reso conto di quanto fossi noioso prima di conoscere te.”

Deglutisco, trovando il coraggio di alzare lo sguardo dalle mie gambe.

“Ho pensato molto. Probabilmente fin troppo. Ho pensato a tutte le cose che ti ho detto la sera della festa e a tutte le cose che tu mi hai detto. Ho pensato a come avessi giurato che ti avrei tenuta al sicuro e tu eri al sicuro a New York. Ho sempre pensato a quella promessa che ti ho fatto, riguardo al vederci di nuovo. Ho provato a capire come fare per mantenerle entrambe, ma non ci sono riuscito.”

“Vedi, da quando sei stata aggredita dalla Wolfe, quando Niall e Louis ti hanno fermata per strada, si è costruita questa paranoia dentro di me. Era piccola all’inizio, facile da ignorare. Ma mentre il tempo passava e ti vedevo immergerti in più e più pericoli davanti ai miei occhi, e niente meno che per colpa mia, è diventato troppo per me da sopportare. Mi ha consumato la notte della festa, quando ti ho detto di rimanere nascosta. Era terrificante ed agonizzante, ma pensavo che sarei morto quella notte, dunque presumevo che il pericolo in cui ti trovavi sarebbe stato cancellato dalla mia morte.”

Sentire Harry parlare della sua morte mi fa venire il voltastomaco.

“Nonostante la Wolfe Enterprises fosse l’unica cosa pericolosa con cui ero coinvolto, dopo la festa continuavo a credere di essere una minaccia per te. So che nella parte logica della mia mente non lo ero, e che saresti stata bene con me, ma i resti irrazionali della mia paranoia hanno avuto la meglio su di me. Pensavo veramente che se ti avessi cercata e fossi tornato con te, ti avrei messo di nuovo in pericolo, e solo pensarlo mi lacerava. Era tutto nella mia testa, tutto psicologico. Può anche essere la peggior scusa in questo dannato universo, ma non ne ho una migliore. Ero io contro la mia mente, e per un momento, sembrava che la mia mente stesse vincendo.”