Cap. 10 Una mancanza di fede nei sogni [pt.1]

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Era finalmente giunto il momento della resa dei conti. Solo qualche altra manciata di attimi, solo qualche micromillinanosecondo separavano quel momento di attesa e l'inizio della sfida che avrebbe visto la determinazione umana scontrarsi contro la ferocia animalesca.

Lo scenario dello scontro era una primordiale foresta, magari proprio la stessa in cui l'uomo si era separato ere prima dal suo destino di animale, costruendo la propria via per l'evoluzione. Ripensandoci più accuratamente ciò risultava essere poco probabile, ma di certo la fauna richiamava in qualche misura quella che in un tempo lontano aveva rivestito il dimenticato pianeta madre, sul quale l'uomo aveva visto l'inizio della sua lunghissima, seppur non eterna, storia.

Quella foresta sarebbe stata il banco di prova definitivo: lì l'uomo avrebbe dimostrando di poter spezzare la forza della natura o sarebbe perito nel tentarci.

Da una parte vi era l'uovo, lucido e perfetto, simbolo della conoscenza e degno frutto avanguardistico della mente umana; mentre dall'altro vi era la scimmia, enorme e feroce, che simboleggiava a pieno l'ideale di fierezza e forza della matrigna natura.

Romeo guardò gli occhi rossi iniettati di sangue della bestia attraverso la finestra-schermo della nave, riuscì a scorgere in essi tutta la brutale furia omicida di quell'essere, ma nonostante ciò, capì subito che il suo avversario non avrebbe fatto la prima mossa. La scimmia non voleva scontrarsi, il suo cervello non le permetteva di capire l'importanza di quel momento, non riusciva a capire cosa significasse, a livello metaforico, quel combattimento.

Tutto ciò che quello stupido essere vedeva in quella situazione era uno strano uovo gigante e lievitante, che aveva mangiato quegli uomini che fino a qualche secondo fa aveva inseguito...ragazzi, aveva dimenticato perché stava inseguendo quegli omini, a pensarci bene non aveva nulla a che fare con tutta quella storia. Fece quindi per girarsi per andarsene, quando l'uovo lo colpì alla spalla destra.

L'attacco lo fece indispettire davvero molto, tanto che si percorse il petto coi possenti pugni mentre barriva minaccioso: ora la sfida era stata accettata.

Romeo non si lasciò intimorire da quella dimostrazione di fierezza bestiale e con un rapido movimento diresse l'uovo verso la testa della bestia, sperando di concludere lo scontro in fretta. Il suo avversario non era però dello stesso avviso e con un balzo all'indietro riuscì ad evitare il colpo. L'uovo arrestò la sua corsa e provò a retrocedere, ma fu inutile, poiché con un ampio movimento, l'animale lo colpì con la sua colossale mano, sbattendolo a terra.

L'urto fu decisamente devastante e Romeo dovette tenersi saldamente per non essere sballottato via per tutta la nave. Lo scimmione approfittò del momento e con un possente salto si apprestò a schiacciare, sotto i suoi piedoni, il nemico trasformandolo in una mortale frittata.

Per fortuna, la struttura ergonomica delle uova offre un notevole vantaggio di movimento terreno, che permise al capitano di far rotolare via la sua nave-arma, salvandosi da una pasticciosa morte.

Il primato non si accorse però della manovra di fuga e convinto di essere atterrato sull'uovo, si sedette con fare fiero e trionfale. Fu la sua fine, poiché il suo avversario fece lievitare l'uovo e lo spedì contro il muso della bestia facendolo cadere di schiena.

La scimmia si parò il volto con una mano temendo un altro colpo, tuttavia fu futile, poiché il capitano aveva mirato alle sue parti più basse e intime, che sotto il peso della grossa nave, si spappolarono facendo urlare lo sfortunato di dolore.

Romeo colpì la scimmia due volte all'addome e poi alla testa, ed è difficile descrivere la sua gioia quando un sonoro CRAK preannunciò l'entrata dell'uovo nella scatola cranica del povero animale, il cui cervello fu ben presto ridotto in poltiglia.

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