Cap. 11 Una mancanza di dettagli scientifici[pt.1]

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Mentre Volpe-gourmet e Gattino attuavano il loro piano di manipolazione mentale nei confronti del facilmente condizionabile capitan Romeo, gli Eterni imprigionati si trovavano tutti riuniti nella stessa stanza per passare la notte. Il loro morale era certamente più sollevato, essendo Marie-Antoniette passata poco prima per spiegare la situazione e rassicurarli sul fatto che non sarebbero stati tutti brutalmente assassinati. Ma nonostante queste buone notizie, due di loro non riuscivano ad essere completamente felici.

L'attrazione emotiva tra Hydrogeno e Ada aveva infatti raggiunto il suo picco massimo, perciò le due avrebbero voluto sfogare i loro sentimenti l'una sulla carne dell'altra. Purtroppo il rapporto d'amore richiedeva una sorta di intimità solitaria che era impossibile trovare in una stanza gremita di persone e sotto l'inquisitorio sguardo di Curval, che non avrebbe distolto gli occhi da loro nemmeno fosse diventato cieco.

Naturalmente la cosa ad Ada non fregava minimamente: il sesso era un qualcosa di naturale e se pure l'avesse fatto davanti all'umanità intera, la cosa non le avrebbe creato il minimo imbarazzo. D'altra parte invece Hydrogeno era molto restia ad intraprendere un atto sessuale, poiché quella per lei sarebbe stata la "prima volta" in tutta la sua lunga e triste esistenza.

La compagna aveva subito capito quel punto ed essendo convinta che per ogni essere umano la "prima volta" deve essere magica e speciale, aveva accettato quel compromesso (in realtà in cuor suo meditava di uccidere tutti gli elementi di disturbo nella stanza in modo da creare l'atmosfera giusta per consumare il rapporto, anche se, a pensarci bene, con sangue e budella da ogni parte, Hydrogeno sarebbe stata ancora più restia, anzi, magari sarebbe addirittura scappata via urlando: che pasticcio!). Per questo le due si erano limitate a mettersi in un angolino del letto in silenzio, abbandonandosi ad un semplice pudico abbraccio.

Curval di tutta risposta si era messo poco lontano difronte a loro, sottoponendole al suo meticoloso opprimente sguardo da vecchia metodista puritana mangia patate marce.

Né Trollux né Sabaca prestavano attenzione alla scena: il primo era troppo occupato a mugugnare pensieroso mentre si lisciava la barba bruna e la seconda lo guardava preoccupata, impaurita che di lì a poco il cervello del maestro, sottoposto a tutta quella tensione cerebrale, sarebbe esploso ricoprendola di soffice materia grigiastra.

-Ci sono!!!- esclamò questo facendo sobbalzare tutti nella stanza e richiamando la loro attenzione (non quella di Curval, lui era occupato nella sua pudica crociata come già detto).

-A cosa ti riferisci maestro?- chiese Sabaca, leggermente sollevata che lo scenario prognosticato dalla sua mente non si fosse verificato.

Trollux aprì la bocca per parlare ma le parole non gli uscirono: aveva raggiunto la soluzione al problema, tuttavia spiegarla era un altro paio di maniche. Iniziò quindi di nuovo a mugugnare, riaccendendo le preoccupazioni della sua aiutante.

-Non devi spiegarlo maestro, tanto comunque a nessuno interessa e io non ti capirei- confidò la ragazza provando a fermare l'inevitabile.

-No Sabaca, se uno scienziato non riesce ad enunciare la sua teoria vuol dire che questa è sicuramente falsa. Io sono convinto che la mia sia vera, per questo sarà sol...- cercò di spiegare, ma il suo intelletto divagò sulla soluzione del suo problema e non potette fare a meno di interrompersi e riesclamare un -Ci sono!!!-

Sabaca sospirò sollevata, tuttavia, sentendo che il suo mentore attaccò dicendo –Potrei partire dall'inizio, ogni storia parte dall'inizio ma non quest...- si alzò per tappargli la bocca, memore degli orribili momenti che avevano seguito quelle parole.

-Hei ma che ti prende?- protestò Trollux spostando le mani dell'allieva con non poca difficoltà.

-Oh maestro, non mi dica che non è di nuovo lei ma l'altra e che ora...- ma Sabaca non aveva le capacità di spiegare la questione, quindi si limitò a torcere le mani nell'aria e ad emettere rauchi suoni, mentre delle sofferenti ed impaurite lacrime iniziarono a scenderle a fiotti.

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