Cap.23 Una mancanza di...[pt.1]

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Cap.23 [pt.1]

Una mancanza di pietà per le masse




Il modo in cui entrò nella stanza, come ogni altra azione da lui compiuta, fu incredibilmente professionalmente impeccabile ed estremamente elegante. Superò la soglia prima col piede destro, l'attraversò col busto rigido e fieramente dritto, fece seguire quindi il piede sinistro ed infine, solo allora, portò dentro il braccio sinistro, inclinato di esattamente quarantacinque gradi rispetto al resto del corpo.

Si fermò quindi, crogiolandosi nella perfezione della sua entrata, dopodiché con queste parole, mentre si abbassava in un riverenziale inchino, si rivolse ai MajestY -I miei saluti a voi, dodici eccellenze-

Le altissime divinità non risposero, si limitarono a dare un vago segno di assenso col capo. Loro erano i dodici uomini più potenti e ricchi di tutta la galassia, non erano tenuti a salutare un inferiore che non faceva parte della loro esclusivissima cerchia.

Il subordinato non se ne curò minimamente, si raddrizzò sistemandosi un ciuffo di capelli, che si era leggermente spostato, ripristinando la sua inappuntabile capigliatura e rimase in attesa che gli fosse concesso di prendere nuovamente parola.

-Exo-S, sono passati secoli dall'ultima volta che questo consiglio è stato convocato. In questa sede vengono trattati solo temi di importanza cosmica di vita e di morte per l'umanità. Per tutti gli dei, cosa è successo di così urgente che ha richiesto una nostra immediata e tempestiva riunione?- chiese l'eccellentissimo MajestY08.

Exo-S, questo era il nome di quel super competente subordinato, naturalmente si era aspettato che gli si fosse posta una domanda del genere.

Aveva servito come maggiordomo tutto fare per quel potentissimo consiglio per secoli e ormai conosceva bene vizi e bisogni dei suoi padroni.

I MajestY, come qualsiasi altro gruppo di avidi capitalisti, non erano interessati in questioni di politica, di religione o di ordinamento galattico; la loro unica preoccupazione erano i guadagni e le perdite, e in quel caso, quella riunione per loro era solo una grandissima perdita di tempo.

Il maggiordomo sapeva che ognuno degli eccellentissimi dodici voleva concludere quell'assemblea il più presto possibile, per ritornare tra le braccia delle loro mogli super-modelle (rigorosamente equipaggiate con i pezzi anatomici più rari in commercio), nel confort delle loro sontuose ed inutilmente dispendiose magioni su Sup-Ville.

A quegli individui non interessava minimamente qualsiasi cosa lui avrebbe potuto dire: avevano tutta la ricchezza del cosmo dalla loro parte, perché avrebbero dovuto preoccuparsi delle cose della realtà? Perché avrebbero dovuto occuparsi di qualsiasi cosa?

Exo-S invece aveva molto di cui occuparsi; come già detto, egli era il maggiordomo di quegli eccezionali uomini, e come loro maggiordomo doveva governare nel modo più impeccabile possibile la loro sconfinata magione: tutto l'universo conosciuto.

Per questo, mentre loro erano beati nella loro non curanza, crogiolandosi nella facoltosa posizione in cui si trovavano, il subordinato era mortalmente preoccupato e per dirla tutta, la notte precedente non era riuscito a chiudere occhio, inquieto per l'estremo pericolo che incombeva sull'umanità intera (non che il non dormire avesse sciupato in qualche modo il suo esemplare aspetto, la sua competente costituzione gli permetteva di rimanere secoli senza dormire prima di iniziare ad accusare lievi stanchezze).

Non che questo lo facesse perdere d'animo, confidava molto nelle sue abilità e nelle sue capacità di risoluzione di gravi crisi galattiche, però affermare che non fosse lievemente in apprensione sarebbe una bugia bella e buona.

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