Cap.26 Una mancanza di...[pt.1]

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Cap.26 [pt.1]

Una mancanza di speculazioni attendibili

}ovvero Nero che ruba la scena{


-No scherzo, non sono Gesù Cristo, ma mi hai visto bene?- si smentì l'apparizione, invitando Sabaca ad osservarlo con attenzione, poiché fino ad allora non l'aveva osservato affatto.

Egli non aveva in comune assolutamente nulla con alcuna divinità religiosa metà-umana-metà-divina, anzi, egli non aveva in comune nulla con alcun altro essere umano. Se le sue sembianze in un primo momento potevano ingannare ed essere definite antropomorfe, ad una successiva analisi si notava senza ombra di dubbio che quell'individuo non era altro che un pupazzo, un fantoccio che emulava le sembianze umane alla perfezione.

Al suo interno non c'erano organi, sangue, ossa o altre complesse strutture anatomiche, bensì pezze, stoffe e un gran numero di stracci logori. E tutto quello che diceva o provava non era altro che un caos vorticoso di citazioni e sensazioni presi dalle più fervide immaginazioni dell'umanità.

Quell'individuo non era altro che un bambolotto che vo...

-Il mio nome è Nero. Il colore ha esattamente copiato da me. E sono un Incubus, una creatura che vive per i sogni più vividi e bagnati della gente; per la precisione sono un FAN, che esiste solamente per sentire e vedere i più grandi racconti della galassia. Amo speculare, amo immedesimarmi, amo rimanere col fiato sospeso e immaginare come gli eventi potranno mai proseguire! E devo dire che questa storia ha davvero dato molto pane alla mia anima. Certo non è perfetta, anzi reputo che sia una delle peggiori in assoluto, tuttavia mi ha catturato troppo ed ora non riesco più a pensare ad altro. Ormai spendo tutte le mie nottate a ipotizzare come possa andare avanti, soffermandomi su ogni più piccolo minuscolo e inutile dettaglio, cercando di dare un senso a tutti gli interrogativi rimasti irrisolti e prevedere ogni singolo colpo di scena.

La speculazione narrativa è la mia vita, il mio intero corpo vive di immaginazione, sogni e storie, senza esse sarei solo un insieme di stoffe inanimate!- prese a parlare il pupazzo di merda, interrompendo la mia valida, dettagliata e geniale descrizione...

}Narratore non chiamarmi pupazzo di merda, ho dei sentimenti tra gli stracci e le pezze :C{

{Scusa Nero, ma non puoi interrompere la mia narrazione di punto in virgola e sostituire le mie necessarie descrizioni con monologhi deliranti e privi di senso}

}Ho dovuto farlo, stavi divagando troppo come sempre, ho cercato di velocizzare la cosa ed esprimere i concetti essenziali ed importanti per comprendere la mia figura...è stato legittimo!{

{Legittimo ma fallimentare, i lettori ora sono annoiati e continuano a non avere un'immagine chiara di te nelle loro menti. Se vuoi far parte di questa storia lascia almeno che descriva il tuo aspetto fisico, se no vattene da Jane Austen!}

}No, non mandarmi da Jane Austen! :'C{

{Allora taci porca Eva! :6}

Nero, nonostante fosse la cosa più lontana possibile ad un essere umano, aveva sembianze vagamente assimilabili alla nostra specie. Fuori era formato da un involucro di un tessuto elastico e soffice, molto simile a pelle, che conteneva al suo interno uno svariato numero di pezze logore, le quali formavano la massa della sua corporatura. Questa era davvero molto esile e non gli avrebbe permesso neppure di rimanere ancorato a terra, se all'interno del suo "corpo" il pupazzo non contenesse i suoi amati sogni e sentimenti.

A volte questi entravano dento di lui con tale forza e irruenza che provocavano grosse spaccature lungo la sua pelle-stoffa esterna, la quale si apriva facendo fuoriuscire le stoffe interne. La cosa non era molto piacevole e il poverino era costretto a girare perennemente con ago e filo a portata di mano, sempre pronto a ricucirsi.

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