Cap. 14 Una mancanza di...[pt.1]

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Cap.14 [pt.1]

Una mancanza di interpretazione artistica






Subire un accoltellamento non è tanto diverso dall'essere usati e poi abbondonati a livello emotivo. Il coltello penetra nelle tue carni quando meno te lo aspetti seguendo solamente le proprie voluttà e quando, passato lo sconvolgimento dovuto all'impatto iniziale, incominci ad abituarti alla sua presenza, ecco che questo si estrae, donandoti un senso di dolorosa incompletezza.

Puoi cercare di tamponare la bruciante ferita con una benda o col dito, ma il sangue continuerà a scorrere per molto tempo e quasi sicuramente ti rimarrà una brutta cicatrice, che di certo non potrai più cancellare.

Nonostante queste similitudini, lungi da me paragonare il dolore percepito dall'essere accoltellati a quello dell'essere usati, essendo il secondo decisamente più doloroso e terribile; in questo caso infatti ad essere penetrata e squarciata non è la mera carne, ma l'anima, il punto più intimo e delicato che qualcuno possa mai colpire. È dunque tutto sommato un bene che i borseggiatori di Rattvile disponessero solo di coltelli capaci di ferire unicamente il corpo delle loro vittime.

Questa è davvero una gran cosa, poiché su quel pianeta le rapine erano davvero tante, superiori in numero e frequenza a qualsiasi altro pianeta della galassia; e la situazione si sarebbe dimostrata davvero tragica se quei banditi avrebbero potuto disporre di armi capaci di ferire l'anima. Certo, essere accoltellati non è piacevole ad ogni modo ma, paragonato ad una relazione d'amore di quel tipo, in cui si viene considerati solo cose capaci di dare affetto e non più esseri umani, lo scenario della penetrazione di una lama all'interno delle proprie soffici carni non è così grave.

Per questo non fu così impossibile per la comunità del luogo, data la non completa tragicità della situazione, la stesura del "codice delle rapine", nel quale vengono specificati i doveri e i diritti dell'accoltellato e dell'accoltellatore.

In modo da chiarire meglio questo punto, ecco a voi una simpatica storiella con alto valore informativo, riportata su ogni guida turistica del pianeta, per spiegare meglio, ai novelli visitatori, quella peculiare usanza locale:

"C'era una volta un uomo di mezza età di nome Gianni che, come ogni altro uomo di mezza età, soffriva di grosse crisi emotive ed esistenziali. Non aveva la ragazza, non aveva un buon lavoro e guardando indietro alla sua vita passata, vedeva solo miserabili fallimenti.

-Faccio schifo- pensava non a torto Gianni ogni giorno della sua triste esistenza e in vero più di una volta pensò di farla finita con un buon cappio di una solida corda intorno al collo.

Non che questo ci interessi sia chiaro. Tutto questo non è importante, serve solo per presentare il personaggio in modo da renderlo più reale e far immedesimare il lettore col protagonista della storia; spero di essere riuscito nell'intento descrivendo un personaggio davvero come tanti, ma con grandi caratteristiche di umanità...

Dei! Ma che mi frega?! Tanto faccio schifo peggio della vita di Gianni a scrivere, le mie mani non sono fatte per comporre frasi di narrazione e il mio cervello non riesce a creare situazioni di racconto accattivanti. Già solo il fatto che sto scrivendo una storia per una guida turistica di Rattville la dice lunga. Nessuno leggerà questa roba: a nessuno frega niente di visitare quel pianeta e magari chi ci va non sa nemmeno leggere!

Me ne tiro fuori!!!

Okay sono stato precipitoso, scrivo questo dopo aver staccato per qualche minuto; l'unico modo per migliorare nello scrivere è scrivere e anche se con me non sta funzionando e molto probabilmente ritornerò alla pittura, finirò questo lavoro.

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