Per pranzo decido di prendere un panino al McDonald's e di mangiarlo a casa.
Mentre addento la friabile mollica e la carne dell' hamburger ripenso a quella mattina.
Non posso sopportare quei quattro per un'altra notte. Io ho bisogno di dormire!
E poi, che senso ha fare una festa ogni sera?! Basta una volta al mese, o anche di meno!
Io non sono affatto una di quelle ragazze che vanno tutte belle vestite alle feste, si ubriacano e vanno a letto con cento persone diverse.
La sera preferisco passarla con un bel pigiamone caldo davanti alla tv, con il mio gattone sulle ginocchia, un bel libro in mano e una tazza di cioccolata calda.
Sbuffo. Perchè il signor Willis si è dovuto trasferire? Adesso che ci penso, non era male come vicino. È vero, rompeva un po', ma se lo lasciavi in pace non ti diceva nulla. E perlomeno la notte ti faceva dormire.
Stringo i denti e do un altro morso al panino. Non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno! Io la notte voglio stare tranquilla, perciò se continueranno a scocciare, andrò dalla polizia.
Non ho altra scelta.
Butto le carte nel secchio e vado a stendermi sul letto per riposarmi. Diavolo, pare proprio che oggi lo passerò a dormire.
~~~~~~~~~~~~
Quando riapro gli occhi sono le cinque.
Tra poco viene Ruth, penso con un sussulto. Devo prepararmi.
Mi catapulto fuori dal letto e corro a sistemarmi. Ho un aspetto disastroso, ma almeno le occhiaie sono andate in parte via.
Indosso jeans scuri e una camicetta azzurra, poi infilo le morbide ciabatte. Sono troppo comode!
Vado in bagno e decido di mettermi un filo di trucco proprio per non essere mostruosa.
Prendo il mascara e mi affretto a metterlo sull'occhio destro, ma nel bel mezzo dell'operazione il rumore del campanello di fa balzare in aria, perciò porto il mascara su tutta la guancia.
Impreco ad alta voce e precipito ad aprire la porta.
Fuori c'è Ruth, perfettamente preparata. Fa un sorriso quando mi vede, per poi dire, più confusa: "Ehy, Aria... Tutto okay?".
Mi acciglio. "Sì, perchè?". Che idiota che sono. È ovvio che me lo chieda. Ho una striscia di mascara sulla guancia. Devo essere ridicola.
Faccio una risatina e dico: "Forza, entra, scema".
Lei annuisce e sta per obbedire, quando una voce ci fa voltare entrambe.
"Ma guarda che bella ragazza...". Un fischio.
Ma che cavolo...?, penso, prima di vedere la figura alta di Luke venire verso di noi.
Sulle prime arrossisco, pensando che si stia riferendo a me, ma quando vedo il ragazzo guardare Ruth dall'alto al basso, rimprovero me stesso per aver persino pensato una cosa del genere.
Ma certo, ovvio che guarda Ruth, penso, con una punta di gelosia. Lei indossa una maglietta viola con una scollatura a V che lascia intravedere le belle curve che ha la fortuna di possedere, i pantaloncini attillati e le scarpe con le zeppe. Bionda, occhi color nocciola e una spruzzata di lentiggini in viso.
È perfetta.
Io invece ho il trucco sbafato, un occhio senza mascara e uno con, i jeans larghi e le pantofole rosa pelose. Senza dimenticare le occhiaie profonde.
Sono ridicola.
Ruth ricambia lo sguardo di Luke con un'occhiata timida. Ma il fatto che si stia mordendo il labbro tradisce il suo desiderio.
"Tu chi sei?" dice il ragazzo con voce dolce.
"Sono Ruth" dice la mia amica con voce esile.
Ma che le prende? Cos'è quella voce da principessa in pericolo? E quella faccia?
Sento la rabbia montare dentro di me. Non l'ho di certo invitata a casa mia per vederla flirtrare con il mio vicino.
"Io sono Luke" dice lui porgendo la mano a Ruth, che gli porge il palmo. Luke si affretta a poggiare le labbra sulla pelle della mano.
Ruth è assolutamente cotta.
"Beh, allora ci risentiamo, Ruth" dice Luke, enfatizzando il nome della mia amica e senza aver ancora guardato nella mia direzione. Poi si volta e se ne va.
Di certo mi aspettavo che Luke fosse un dongiovanni, e che Ruth fosse una di quelle ragazze che i maschi si voltano per seguire con lo sguardo.
Ma di certo non mi aspettavo di sentire dentro bruciare la fiamma della gelosia.
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shadows. 》l. h.
Fanfiction[DAL CAPITOLO 49] "Ascolta." dice, la voce ferma. "Io ti amo. Tu mi ami?". Annuisco. "Sì, ma...". Lui mi interrompe posandomi l'indice sulle labbra. "Niente ma. L'unica cosa che conta è se ci amiamo. Ci amiamo? Sì. Bene." Sembra vedere in me confusi...