Entrare nell'auto di Ian è un sogno, non scherzo. Sembra un termosifone ambulante, dato che un leggero torpore s'impossessa delle mie dita ghiacciate e dei miei arti irrigiditi, facendomi provare un piacevole calore.
Ian ridacchia nel vedere la mia espressione estasiata, e poggia le mani al volante. Vedo quanto siano rosse anche le sue dita, e mi rimprovero infinitamente per aver messo anche lui in questa situazione. Poi, il mio cervello intirizzito mi ricorda che, effettivamente, la colpa dovrebbe essere tutta di Luke, che mi, anzi, ci ha fatto aspettare fuori al freddo. Sento una nuova vampata di calore, stavolta non proveniente dal riscaldamento della macchina di Ian, ma dalla rabbia che sento crescere dentro. Ho voglia di andare da Luke e scombinargli un po' quel bel faccino.
"Ehm, Aria? Tutto bene?". La voce di Ian risuona leggermente preoccupata. Mi volto e lo vedo con gli occhi puntati su di me, quasi in attesa che io gli balzi alla gola.
Annuisco, stancamente. "Sì, stai tranquillo. Sono solo stanca e molto, molto delusa". Appoggio le mani in grembo e faccio un sospiro gigante. Sento ancora il suo sguardo sul mio viso, quando dico: "Mi dispiace averti fatto aspettare così tanto, a causa mia. Dovevi andare dritto filato a casa, altro che aspettare quello stronzo con me. Non me lo merito, e mi dispiace così tanto". Sento gli occhi pizzicarmi, ma tiro su con il naso e cerco di trattenermi. Stavolta tocca a Ian sospirare, e poggia le sue mani sulle mie, stringendo piano. È un gesto così intimo, che devo mettere tutta la mia forza di volontà per non tirare via le mani in un gesto involontario. "Non sentirti in colpa, non è affatto colpa tua. Semmai dovrebbe sentirti arrabbiata con quel tuo amichetto, come cavolo si chiama, Luke... Non capisco proprio come abbia potuto lasciarti lì fuori. Fossi stato lui, sarei stato non puntuale, di più". Accompagna le sue parole con uno sguardo sincero e penetrante, che non riesco affatto a reggere. Il peso di quegli occhi color nocciola è troppo per i miei scarni occhi pallidi. Sembra talmente convinto dalle sue parole che non ho il coraggio di dirgli che si sbaglia, che ho torto io a essere cascata nel tranello di Luke. Come ho fatto ad essere cosi stupida da credere che una persona del genere poteva trovarmi simpatica? Mi odiava fino a ieri, non poteva improvvisamente cambiare idea da un giorno all'altro! Sono stata più che scema a credergli. Ma era stato così bello... Fin troppo.
Il viaggio continua in silenzio. Guardo fuori dal finestrino il paesaggio che scorre veloce, mentre con il piede ormai scongelato batto a terra il ritmo di una canzone inesistente. Sono così immersa nei miei pensieri che quasi non mi accorgo di quando Ian si ferma davanti a un semaforo che lampeggia di rosso e mi chiede: "Senti, ormai è tardi. Ti va di andare a mangiare una pizza insieme? Credo che tu abbia fame, e anche io devo immediatamente mettere qualcosa sotto i denti!". In altre circostanze sarei stata felice di accettare un invito così gentile, ma questo momento non era affatto tra quelle.
Sono distrutta, lacerata dentro come una bambola di pezza troppo usata e sballottata. Le giunture della mia anima stanno saltando via.
"Ti ringrazio, ma preferirei andare a casa. Sono stanca, credo tu possa capirmi. Ho avuto una mattinata piuttosto pesante, e non desideri altro che sdraiarmi sul letto e riposarmi" dico, cercando di essere gentile con il ragazzo affianco a me. Mi giro a guardarlo, per essere sicura di non averlo offeso. "Ah" dice semplicemente, sul viso un'espressione palesemente delusa. Un'altra fitta di senso di colpa mi scuote lo stomaco. Possibile che oggi non possa fare a meno di fare del male a questo povero ragazzo?
"Non ti preoccupare" aggiunge, probabilmente vedendo la mia espressione sconsolata. "Non fa nulla, ti capisco, hai avuto una giornata difficile". Poi, dopo un'altra occhiata al mio viso triste: "Dai, un po' di allegria, hai un lavoro fantastico! Saremo colleghi!".
Faccio un sorriso finto, cercando di mostrarni grata del suo tentativo di risollevare il mio e il suo umore, ma dentro, solo Dio sa come mi sento.
![](https://img.wattpad.com/cover/22001041-288-k314329.jpg)
STAI LEGGENDO
shadows. 》l. h.
Fanfiction[DAL CAPITOLO 49] "Ascolta." dice, la voce ferma. "Io ti amo. Tu mi ami?". Annuisco. "Sì, ma...". Lui mi interrompe posandomi l'indice sulle labbra. "Niente ma. L'unica cosa che conta è se ci amiamo. Ci amiamo? Sì. Bene." Sembra vedere in me confusi...