Il sapore amaro del caffè mi solletica e brucia la gola, quando lo butto giù in un solo sorso.
Pochi secondi, e sento un calore confortante e familiare scorrermi nelle vene, calmandomi immediatamente. Chiudo gli occhi e assaporo al meglio quella bevanda unica che, secondo il mio parere, funziona molto più di tutti i calmanti di questo mondo.
Passo la lingua sulle labbra per catturre anche l'ultima goccia di caffè e poi guardo la ragazza davanti a me, che mi guarda come se aspettasse che le dicessi qualcosa.
"Va meglio?" dice Hailie, con un sorriso rincuorante, anche se, avendo gli occhi gonfi di pianto e le guancie arrossate e rigate di lacrime, è come vedere un clown addobbato per le feste che piange disperato.
Annuisco convinta, anche se sto in parte mentendo. Il caffè potrà anche avermi scaldato superficialmente, ma al'interno di me c'è ancora un ghiaccio che, per il momento, non ne vuole saperne di sciogliersi. Io so qual è l'unico sole che potrà farlo: vedere Luke aprire gli occhi, alzarsi, abbracciarmi, e dirmi che sta bene, che non è colpa mia se è successo tutto questo, che è stato un incidente, o altro.
Ma non era la verità.
La verità era che Luke era ancora in stato vegetale, con i bellissimi occhi azzurri chiusi, pallido, smunto e, soprattutto, lo era a causa mia. E questo non faceva che aggiungere un mattone al pesante muro che si era andato costruendosi dentro di me da quando avevo conosciuto i miei nuovi vicini di casa. Un muro che pesava sulla mia coscienza in maniera insopportabile.
"Se scoprisse che sono qui, a due centimetri dal suo corpo, credo mi strangolerebbe" dice Hailie, con un sorrisetto amaro. Si alza, prende una sedia, e si siede accanto a me. Mi accorgo a malapena della sua presenza, essendo accanto a Luke e standogli tenendo la mano nella mia. Sembrava di stare con un cadavere.
Ridacchio anch'io, più che altro per farla contenta. In questo momento ho voglia di fare tutto, tranne che ridere.
"Credi che possa sentire quello che diciamo?" dico, la voce roca per essere stata in silenzio per tanto tempo.
Hailie scrolla le spalle. "Non ne ho idea, ma se dovesse sentirci, quello che vorrei dirgli è... Torna con me. Basta odiarci. Mi manchi, e manchi anche a Rebecca, mia sorella." Vedo il suo viso contrarsi per lo sforzo di non scoppiare di nuovo in lacrime. Perchè dovrebbe trattenersi, poi? siamo solo io e lei, gli altri sono andati via, probabilmente fuori ad aspettarci.
Dopo essermi messa a piangere come un'isterica, si è svolta in un lampo un' organizzatissima evacuazione da parte di tutti tranne che Hailie. Lei è rimasta, sostenendo che un po' di appoggio femminile mi avrebbe fatto bene. e in effetti, qualche grido e qualche sorso di caffè dopo, sto zitta a contemplare un ragazzo che nemmeno sa della mia presenza.
Carezzo la schiena della mia amica, cercando con un piccolo gesto, di confortarla. Lei sembra apprezzare, perchè mi guarda comprensiva.
"Ritornerete insieme, ne sono sicura" dico sinceramente, per tranquillizzarla.
"E' quello che spero, e che tutti speriamo." è la secca risposta.
Ma prima deve svegliarsi. E se non lo fa?
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shadows. 》l. h.
Fiksi Penggemar[DAL CAPITOLO 49] "Ascolta." dice, la voce ferma. "Io ti amo. Tu mi ami?". Annuisco. "Sì, ma...". Lui mi interrompe posandomi l'indice sulle labbra. "Niente ma. L'unica cosa che conta è se ci amiamo. Ci amiamo? Sì. Bene." Sembra vedere in me confusi...