29. Altre verità

715 49 3
                                    

La giornata scorse in modo normale. Hailie si dimostrò una grande lavoratrice, instancabile, e con una dote naturale per il pettegolezzo. Sapeva gestire la clientela con maestria, da vera intenditrice. 

Ian, dal canto suo, mi stette parecchio vicino per aiutarmi nel mio primo giorno di lavoro, per evitare disastri o figuracce. In effetti, ero davvero in difficoltà. Non sapevo muovermi, ciondolavo da un piede all'altro in attesa di un cliente, mentre Hailie ammazzava il tempo correndo da una parte all'altra per sistemare i magazine, le poltroncine di velluto nero e per spruzzare un po' di profumo nelle stanze. Mentre facevo le unghie, poi, tacevo, per paura di dire strafalcioni o fare qualche gaffe, mentre Ian e Hailie sapevano interagire con le persone in modo sciolto, come se venisse loro naturale. E forse era così.

Pur avendo compiuto il mio dovere in modo discreto, e senza aver compiuto guai troppo seri, verso l'una, quando ci fermiamoper una pausa pranzo, mi sento un'idiota. Sono convinta di aver sbagliato tutto, di essermi fatta prendere dall'ansia e non aver trattato bene i clienti. "Ehy, sei stata fantastica!" prova a consolarmi Ian, concedendomi un largo sorriso. "E' il tuo primo giorno di lavoro, è ovvio essere un po' nervosi! Ma tu te la sei cavata egregiamente. Mica come me, che ne ho combinate di tutti i colori... Ti ricordi, Hailie?". La ragazza, impegnata a chiudere la porta con la chiave, ci mette un po' a rispondere ma, quando lo fa, vedo che sul suo volto è spuntato un leggero sorriso. "E come dimenticare?" dice, con lo sguardo di chi è perso nei ricordi. "Appena arrivata la prima cliente, una bella bionda dal corpo alto e snello, ti sei avviato di gran carriera verso di lei, ostentando una camminata elegante e posata. Peccato che hai messo male il piede e sei caduto faccia a terra sulla moquette, proprio davanti alla ragazza!". Scoppiamo a ridere tutti e tre e, mentre ci stavamo avvinando verso un McDonald's lì vicino, continuiamo a parlare di Ian e a prenderlo in giro, ridendo di gran gusto.

Era strano come non abbia pensato per tutta la giornata lavorativa nemmeno una volta a Luke e Ruth, impegnati in quel momento in chissà quale divertimento. Storco il naso, schifata alle immagini dei due avvinghiati sul letto che appaiono nella mia mente, e cerco di scacciare via quei pensieri. Ero finalmente riuscita a levarmi dalla testa quella coppia infernale, non potevo ricominciare a soffrire.

Ian si offre per andare a prendere i panini per me ed Hailie, e si avvia con passo deciso verso la cassa. A quel punto la mia amica tossisce, come per richiamare la mia attenzione, e dice: "Ti devo parlare".

A quel punto la mia attenzione è alle stelle. Le faccio un cenno, perchè ho paura che Ian possa tornare al tavolo prima del previsto mentre io desidero parlare da sola con Hailie.

 Ho paura che possano spuntare altre verità.

"Io.. Ecco, devo dirti alcune cose che hanno a che fare con Luke, e che credo tu debba sapere." dice Hailie, torturandosi la mano. A sentir pronunciar il nome del ragazzo, il mio cuore fa un balzo. Ma se la mia amica dice che è una cosa importante, allora ascolterò.

"Bene, avanti, dimmi tutto. Ti ascolto."

Hailie si morde il labbro inferiore. Sembra terribilmente a disagio. Dopo un istante che mi pare interminabile, apre la bocca e dice: "Io sono la cugina di Luke Hemmings".

shadows. 》l. h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora