2. E voi chi diavolo siete?

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"Ahia!" grido, quando entro in collisione col pavimento, con le figure sopra di me.

"Fermo o ti uccido!" grida una di loro, con voce cavernosa.

"Ma che cazz..?" sto per dire, ma una mano mi tiene chiusa la bocca.

"Psst.. Ragazzi..." sento dire quello che mi ha tappato la bocca. "Questo qui non è Luke".

"Infatti, lo avevo notato anch'io" dice un'altro.

"Ma allora questo chi è?" dice il terzo.

"Sono Aria, idioti!" dico io, liberandomi della mano dello sconosciuto. "E voi chi diavolo siete? Perchè mi avete aggredita? Dove sta il signor Willis?".

Le figure si alzano, e vedo indistintamente che si stanno muovendo. Non ci sto capendo niente, chi sono questi scemi? Forse i nipoti del signor Willis? Ma non mi risulta che abbia figli, figuriamoci nipoti.

Sto per aprire bocca, quando una mano si tende verso di me. Io l'afferro e mi tiro su.

"Grazie" dico. Ora che i miei occhi si stanno abituando al buio, riesco a vedere tre ragazzi alti, uno con i capelli ricci, uno con i capelli attaccati alle tempie e il terzo con la chioma che pareva un polipo.

"Insomma, io vorrei parlare col signor Willis!" sbotto, irritata. Ma chi si credono di essere questi qui? Sono entrata e mi hanno aggredita, neanche fossi un ladro. D'accordo, sono entrata senza bussare, ma io la porta l'ho trovata aperta, perciò affari loro. Potevano chiuderla. E ora mi stanno facendo perdere tempo e a quest'ora Damon e Elena si saranno sposati e io nemmeno l'ho visti.

"Carissima, il signor Willis si è trasferito". A parlare è quello con i ricci.

"Si è trasferito?!" questo è impossibile. Quel vecchiardo sta qui da quando sono nata. Non può essersi trasferito ora che ho bisogno di lui. È la prima volta che ne sento la mancanza!

"E voi chi siete? Perchè siete qui?" chiedo ancora.

"Siamo arrivati ieri" dice il polipo. "Ci siamo trasferiti ieri. Non li hai sentiti i rumori dei camion dei traslochi?"

Ovvio che l'ho sentiti. Nemmeno mi hanno fatto dormire, come dimenticarli! Solo che lì per lì ho pensato a, che ne so, il camion dell'immondizia, o boh, non lo so. Ma che erano per i traslochi... Proprio non l'avrei pensato.

Stavo per aprire bocca, quando improvvisamente le luci si riaccesero. Il mondo tornò luminoso.

Sbatto le palpebre più volte, per abituarmi alla luce, e poi rialzo lo sguardo.

I ragazzi davanti a me ora hanno un viso e un corpo. Il 'polipo' è un tipo buffissimo, con i capelli di colore verde e con una magliettona extra large con scritto Strapazzami di coccole in stampatello rosa, nemmeno fosse una bimba di due anni.

Il riccio ha indosso una bandana rossa e ha il viso aperto in un sorriso splendido, che gli fa spuntare delle irresistibili fossette.

L'altro ragazzo è moro, con la carnagione scura e il taglio degli occhi asiatico. Lui alza il sopracciglio, guardandomi.

Sto per dire qualcosa, ma vengo nuovamente interrotta dalla porta che si apre. Mi sposto velocemente, e non ho tempo di decifrare il viso del nuovo arrivato, quando il moro dice: "Ehy, ecco Luke!".

"Ma ora c'è la luce!" fa il polipo.

"Chissenefrega" ribatte l'altro. "Alla riscossaaa...!" e insieme si fiondano verso il poveraccio, che viene travolto dai tre scemi.

Li guardo rotolarsi come bambini.

Ma dove diavolo sono finita? Questo è un covo di deficenti.

"Basta ragazzi!" sento urlare il ragazzo chiamato Luke. "Non respiro!"

I tre si alzano accompagnati da sbuffi e Luke si ti ra su a sedere.

È un bel ragazzo, biondo, con gli occhi azzurrissimi e un piercing al labbro.

"Ma vi siete impazziti?" dice, massaggiandosi la schiena.

Il riccio dice: "È andata via la corrente e ti volevamo fare uno scherzo..."

"Ma quale scherzo!" grida Luke con l'ombra di un sorriso. "Siete completamente fumati!". Si alza in piedi. Wow, è bello alto.

Solo a quel punto sembra accorgersi di me.

"E tu chi sei?" dice.

Faccio spallucce. "Sono Aria Hill, la vostra, ehm... Vicina di casa". Solo nel momento in cui lo dissi mi resi davvero conto della situazione.

Io ero vicina di casa di questi qua?

Ridateci indietro il signor Willis!

"Beh, piacere. Io sono Luke Hemmings" dice il biondo avvicinandomi. Mi tende la mano, e quasi sussulto quando me la stringe con fermezza.

"Noi siamo Ashton Irwin, Michael Clifford e Calum Hood" dice il riccio, puntanto il dito prima verso di sè, poi verso il polipo, e infine contro il moro.

Faccio loro un cenno con la testa, a mo' di saluto, e poi a un certo punto Luke dice: "Ma perchè diamine stai qua a casa nostra?".

Tsk, nostra. Questi tipi sono appena arrivati e giá dicono nostra come se vivessero qui da una vita.

"In realtá ero venuta per prendere le chiavi del contatore della luce, ma ovviamente la corrente è tornata prima del solito perciò niente". Mi avvicino alla porta. Non ce la faccio più a stare qui dentro, il ginocchio mi fa male per la botta che ho preso.

"Ma dato che ora è tornata, vado a casa. Scusate il disturbo".

"Aspetta un secondo, ti senti bene? Sei pallida" dice Calum.

Faccio una smorfia.

"No, in realtá mi fa male il ginocchio, dovrei ringraziarvi per la bella botta che mi avete fatto prendere" dico acidamente.

Dopodichè mi fiondo sulla porta e mi riverso fuori in strada.

shadows. 》l. h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora