Ci sediamo sul divano, Ruth sempre tenendomi la mano e guardandomi come se fossi una malata bisognosa di aiuto. Nemmeno cerco di scuotermi, talmente sono pensierosa e stanca. Ho paura di come possa prenderla la mia amica. Non penserà forse che ho esagerato? Forse lo penso anche io, ma non possofarci niente. Mica decido io di essere depressa. Improvvisamente mi sento ridicola. Faccio un sospiro e spiego in due parole l'accaduto a Ruth.
"... E questo è tutto. Avrai intuito da sola che ci sono rimasta, ehm, un pochino male...". Taccio, per vedere la reazione della mia amica. Lei rimane un momento a guardarmi, soprappensiero, poi improvvisamente scoppia a ridere.
Dire che sono allibita è un eufemismo. Ho la bocca aperta in una grande "O", la mente completamente annebbiata e il viso pallido. Mi ero aspettata tutto. Uno sbufdo carico di disprezzo, lacrime, un grido, un "Oh mio Dio", persino uno schiaffo sulla guancia, seguito dall'accusa di averla fatta precipitare preoccupata fino a qui per questa cavolata. Ma mettersi a ridere? Proprio non me lo sarei aspettato. O almeno, non da Ruth.
Finalmente riesco a prendere fiato e dico, tremante:" P-perchè ridi? Cosa c'è di divertente?". Ruth, le lacrime agli occhi, si tiene a mano sulla pancia e, dopo un paio di respiri, riesce a calmarsi. E poi dice una cosa che, sono sicura, rimarrà per sempre nella mia mente.
"Luke stava a casa mia".
Credo di poter svenire. A casa di Ruth? Ma... Perchè? Non doveva venire al negozio di Hailie a prendermi? Perchè è andato dalla mia, ehm, amica? Cosa è successo?
Ho la mente piena di di domande. Apro la bocca ma le parole non escono. Di certo, quando ho invitato Ruth qui a casa, non mi aspettavo una rivelazione sconcertante come questa.
"Senza parole, eh?" dice Ruth, la voce carica di malizia. "Beh, in realtà lo ero anche io, quando ho aperto la porta e ho trovato quella meraviglia sulla soglia di casa mia. Dovevi vederlo. Sorrideva che pareva un sole. Era più bello del solito. Sono rimasta per un momento basita ed estasiata insieme, poi lui mi ha chiesto gentilmente se poteva entrare, Ovviamente mi sono fatta da parte e ho lasciato passare Luke, che si è seduto sul divano. Mio Dio, ha riempito la stanza di luce e profumo, dovevi esserci. Gli ho offerto del tè e abbiamo cominciato a parlare. Luke mi ha detto che era lì perchè tu gli avevi dato il mio indirizzo e, non avendo nulla da fare, ha pensato di venirmi a trovare. E' stato gentile e carino, un vero gentleman. Mi ha fatto i complimenti tutto il tempo su quanto fossi bella e simpatica, e che era un vero piacere essere lì con me". Ruth fa una faccia estasiata, prima di continuare. "Pensa che mi ha perfino invitata domani sera alla festa dentro casa loro. Ci siamo dati il numero, io gli ho promesso di venire con molto piacere al loro party. Era felicissimo. Dopo tre ore che siamo stati insieme, mi ha baciato la mano e se ne è andato. Cavolo, sono cotta di lui e credo che ricambi. Mi dispiace." Inutile dire che, dall'espressione della sua faccia, era palese che non le dispiacesse.
Sono sul punto di scoppiare in lacrime. Faccio finta di sembrare indifferente, e non ho nemmeno la forza di cacciare a calci Ruth da casa mia. Poi finalmentre, quando se ne va, ho la soluzione a tutto.
Andrò anche io alla festa, per controllare cosa faranno.
Non ho altra scelta.
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shadows. 》l. h.
Fanfic[DAL CAPITOLO 49] "Ascolta." dice, la voce ferma. "Io ti amo. Tu mi ami?". Annuisco. "Sì, ma...". Lui mi interrompe posandomi l'indice sulle labbra. "Niente ma. L'unica cosa che conta è se ci amiamo. Ci amiamo? Sì. Bene." Sembra vedere in me confusi...