"Tranquillo Harry, a vent'anni penso sappiano reggere un po' d'alcool" sorrise Zayn divertito.
"Erin ne ha appena diciotto" rispose il riccio prendendomi il bicchiere di mano e appoggiandolo su una mensola lontano da me. In quel momento, giuro, mi trattenni dal picchiarlo.
"Cos'è una sfida?" domandai alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
"Oh no, non oserei mai sfidare una teenager" ridacchiò stendendosi su uno dei tanti divani davanti al camino spento.
"Tu ne hai appena venti, ma ne dimostri tre" borbottai riprendendomi il bicchiere e facendogli la linguaccia.
"Così mi offendi" si finse dispiaciuto.
"Siete due bambini" sospirò Zayn seguito dalle risate di Miranda. Improvvisamente suonò il telefono fisso di Harry obbligandolo a rispondere. Scattò in piedi avvicinandosi all'aggeggio elettronico che non dava segno di smettere di suonare.
"Pronto?" la voce roca del riccio rimbombò nella grande sala. Per tutta la chiamata si limitò ad annuire e mugolare un sì o un capisco qua e là, poi, tutto d'un tratto la sua espressione cambiò radicalmente.
"Non potete più fare niente?" sbarrò la bocca quasi fosse scioccato da quella rivelazione.
"No adesso lei mi stia a sentire, dovete fare qualcosa io..." chiuse la chiamata velocemente e poi scaraventò il telefono a terra.
"Merda" imprecò con il suo stretto accento inglese. Si sedette ancora una volta sul divano portando il viso tra le mani, notai che anche Zayn cambiò espressione.
"Ehi cos'è quel muso lungo?" domandai scherzosamente per alleggerire l'atmosfera soffocante, mi morsi subito la lingua non appena Harry rispose infuriato.
Si irrigidì improvvisamente alzando lo sguardo e rivolgendomi un'occhiata assassina, speravo di poterlo punzecchiare ancora ma mi sbagliavo.
"Succede un cazzo!" sbraitò. "Niente che ti potrebbe mai e poi mai, lontanamente interessare o riguardare!" continuò indicandomi. Sentii una parte di me morire dentro.
"Oh s-scusa" balbettai in imbarazzo per i suoi modi aggressivi.
"Non ti devi azzardare a farmi questo genere di domande dopo appena due giorni che ti conosco, Heatherton! Stai fuori della mia vita!" urlò sempre più forte facendomi tremare.
"Haz la stai spaventando ora, cercava solo di aiutarti" disse Zayn calmo.
"Zitto tu" lo fece tacere con velocità. Miranda appoggiò una mano sulla mia spalla per infondermi un po' di serenità, apprezzai il suo gesto così naturale.
"Tutto bene Erin?" sussurrò a pochi centimetri dal mio orecchio in modo da non farsi sentire dai due ragazzi.
"Si tranquilla" sdrammatizzai con un lieve sorriso.
"Oh, certo" ricambiò il gesto.
Pensai che forse Harry doveva essere così stressato per qualche affare andato male o forse qualche bella modella gli aveva dato buca, non sapevo ancora la verità che si celava dietro a quel ragazzo.
Zayn si avvicinò ad Harry e si sedette accanto a lui parlandogli con calma, non riuscii a sentire cosa gli disse, ma so di per certo che stava cercando di confortarlo con tutte le sue forze.
"Andrà tutto bene vedrai" sorrise il moro prima di alzarsi; il riccio annuì sfregandosi una mano dietro il collo.
"Penso sia meglio che voi due andiate ora" disse Harry in modo burbero allontanandosi da noi e sparendo in un'altra stanza. Zayn ci guardò dispiaciuto con un sorriso compassionevole.
"Mi dispiace per come sia andata la serata, so che eravate appena arrivate..." ci accompagnò fino all'ascensore.
"Non fa niente davvero Zayn" Miranda lo abbracciò. "Ma dicci se sta meglio o ha bisogno di aiuto in qualcosa..."
"Certo, ma non penso ci sia molto da fare per Harry" si morse il labbro inferiore prima di rivolgerci un altro lieve sorriso.
"Oh va bene" la mia migliore amica entrò nell'ascensore dove la stavo già aspettando. Le porte si stavano chiudendo ma Zayn infilò una mano nel mezzo.
"Erin, mi dispiace" sospirò il moro passandosi una mano sul volto.
"Facciamo finta che non sia successo niente" chiusi gli occhi dalla rabbia. "Non so quale sia il suo problema o perché deve scaricare sempre tutta la sua tensione su di me" ringhiai a denti stretti.
"È più complicato di quanto sembri...tu lascialo stare, dimenticati di lui" annuii concordando con ogni parola che disse, non sapevo e non mi aspettavo niente di ciò che sarebbe accaduto in seguito.
"Zayn" lo salutai con un cenno della testa appena le porte si chiusero, iniziammo la discesa dentro l'ascensore arrivando in pochi istanti al piano terra.
Fra me e Miranda regnava il silenzio più assoluto, non eravamo imbarazzate, io stavo zitta perché ero incavolata nera, lei perché aveva paura di dire qualcosa che mi avrebbe ferito. Era così che funzionava la nostra amicizia, ci capivamo solo con uno sguardo, se io stavo male per qualcuno o qualcosa lei lo sapeva ancora prima che io aprissi bocca.
"Ti va di fare una passeggiata lungo il Tamigi?" mi prese la mano appena ci avvicinammo verso il centro città.
"Perché no" feci spallucce.
"Eddai Erin" mi scosse leggermente fermandomi nel bel mezzo del marciapiede affollato.
"Non fare quella faccia! Hai quell'espressione da quando ce ne siamo andate via da casa di Harry" borbottò alzando gli occhi al cielo.
"Non ho nessuna faccia, sono solo seccata dal suo comportamento" sbottai riprendendo a camminare.
"Ti piace?" urlò anche se sembrava più un'affermazione che una domanda.
"Mai, neanche fra un milione di anni Miranda" risposi sinceramente.
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THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di me
Fanfiction“Mi aveva stregata con il suo fascino da gentiluomo e il suo sorriso da bambino.”