Capitolo 27- Nobody knows

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Verso le undici, decidemmo di tornare verso la macchina e dirigerci a casa sua, il tragitto fu silenzioso e l'unico rumore che si poteva udire, era il lieve scroscio della sottile pioggia estiva che si infrangeva sui vetri della sua auto.

"Cazzo" imprecò Harry non appena parcheggiò la macchina vicino al suo palazzo; seguii il suo sguardo fino a trovare ciò che lo infastidiva. Un gruppo di paparazzi ci attendeva davanti all'ingresso, ansioso di fotografare Harry.

"Loro non si aspettano di vederti ancora con me, faranno un sacco di domande ed io non voglio esporti così tanto. Una volta che ti puntano non ti lasciano più andare" disse con voce roca passandosi una mano sul viso.

"Non mi daranno fastidio" risposi convinta, Harry ridacchiò uscendo dall'auto. Lo seguii come un cagnolino affiancandolo fino ad arrivare all'ingresso del palazzo, lui mi prese la mano intrecciando le dita con le mie.

"Allora voi due state insieme?" chiese un uomo prendendomi il polso e costringendomi a voltarmi, Harry lo allontanò con un'espressione dura sul volto.

"Non rispondere, non ti lasceranno più andare Erin" sussurrò il riccio al mio orecchio, un altro flash mi accecò momentaneamente la vista.

"Andrete a vivere insieme? Siete prossimi al fidanzamento?" domandò con aria seria un tipo con degli occhiali rotondi dalla spessa montatura rossa. Voltai la testa verso Harry con un leggero divertimento nello sguardo.

"Come ti chiami?" questa volta era una donna a parlare, la stessa che avevamo trovato al bowling.

"Erin Heatherton" sospirai prima di entrare nell'edificio di vetro di Harry lasciandomi alle spalle tutti quei giornalisti. Gli stessi due uomini della sicurezza, che avevo trovato pochi giorni prima, facevano la guardia davanti all'ascensore.

"Simon, Jonathan" li salutò il riccio al mio fianco con un gesto del capo, i due avevano l'attenzione puntata su di me, mi avevano riconosciuto subito.

"Signore, la sta infastidendo questa ragazza? chiese uno dei due sconcertato, Harry ridacchiò, solo in quel momento mi ricordai che aveva assistito a tutta la scena dalle telecamere di sicurezza.

"No, lei è con me" rispose più serio entrando nell'ascensore, i due uomini annuirono lentamente e con uno sguardo confuso, prima di tornare nella loro solita posizione di sicurezza.

Harry premette il tasto che segnava l'ultimo piano cioè quello che ci avrebbe portato in cima del palazzo nel suo attico di lusso. Abbassai lo sguardo iniziando ad osservare la punta delle mie scarpe scure che, in quel momento, trovai più interessanti rispetto ad un'imbarazzante conversazione con Harry.

"Sei silenziosa" mi fece notare il ragazzo che avevo quasi dimenticato essere accanto a me. Prima che gli potessi rispondere l'ascensore si bloccò rivelando una figura femminile in piedi davanti alle porte.

"Harry" disse sorpresa la ragazza vedendolo, lui fece un ampio sorriso prima di abbracciarla.

"Che ci fai qui?" chiese lui subito, si poteva percepire facilmente l'eccitazione nella sua voce.

La mora, senza degnarmi di uno sguardo, lo prese per mano allontanandolo da me. Iniziarono a parlare sottovoce finché entrambi non si girarono verso di me, che stavo appoggiata al muro senza sapere cosa fare. Avevano due espressioni diverse sul viso: lei mi guardava infastidita e in modo leggermente altezzoso, come era solito fare Harry con le persone che non conosceva, mentre lui era sereno. Sorrisi impacciatamente, Harry per primo rispose al gesto mentre la ragazza lo trascinò scocciata in una stanza vicina sbattendo la porta poco delicatamente.

Passarono alcuni minuti al suo interno, stavano parlando animatamente, ma non riuscivo a capire di chi o di che cosa. Mi sedetti su un divano per un po' ma, non riuscendo a gestire la rabbia che provavo nei confronti di quella ragazza, mi alzai nervosamente avvicinandomi all'ascensore.

"Ci vediamo martedì" disse dopo essere uscita dalla porta, Harry annuì ancora con un sorriso felice sul volto.

"Certo" la scortò fino alle porte metalliche ancora chiuse. "Ciao Gemma" le diede un bacio sulla guancia e, solo quando sparì all'interno della scatoletta metallica, riportò l'attenzione su di me.

"Te ne stavi andando?" chiese corrugando la fronte, io alzai gli occhi al cielo.

"Sei sparito per dieci minuti con una ragazza dentro una stanza, ignorandomi completamente. Non è stato un gesto molto carino da parte tua" risposi irritata incrociando le braccia al petto, lui scoppiò a ridere.

"Sei gelosa Erin?" domandò divertito attirandomi a sé, io abbassai lo sguardo.

"Hai visto come mi ha guardata? Se avesse potuto scommetto che mi avrebbe fatto sparire dalla faccia della terra" gli riferii con voce più acuta.

"No, è impossibile" parlò dolcemente alzandomi il mento con l'indice. "Quando la conoscerai diventerete subito molto amiche, lo so per certo"

"Ci conosceremo?" ribattei allarmata allontandolo da me appoggiando entrambe le mani sul suo petto muscoloso.

"Sì, non hai sentito? Martedì" disse semplicemente avviandosi verso una scalinata a chiocciola. Martedì. Oggi era venerdì quindi l'avrei conosciuta fra soli quattro giorni; non so bene perché ma non mi sentivo molto entusiasta all'idea di vederla ancora, per due semplici e scontati motivi. Il primo, fin troppo palese, era che io la infastidivo, non potevo dire mi odiasse perché dopotutto non mi conosceva neanche, ma so che la mia presenza la irritava; il secondo è che non avevo la minima idea di chi fosse, sarebbe potuta essere la sua migliore amica oppure una sua ex ragazza, forse era lei quella gelosa.

"Erin?" mi richiamò Harry fermandosi a metà scala, lo guardai intontita. "Vieni a dormire si o no?"

"Oh arrivo" riposi avvicinandomi velocemente a lui. Mi condusse lungo un corridoio alla quale si affacciavano molte porte, finché non si fermò davanti ad una bianca con la maniglia dorata.

"Aprila" mi incoraggiò Harry, annuii e feci come mi aveva detto. Volevo dirgli che forse non ero pronta a dormire con lui, ma appena mi resi conto che quella non era la sua stanza mi rimangiai tutti i miei pensieri, ringraziando il cielo per la brutta figura, per fortuna, risparmiata.

"Ti piace?" chiese subito Harry con preoccupazione accendendo la luce, due grandi lampadari di vetro e cristalli pendevano dal soffitto illuminando la camera. Mi guardai intorno, la stanza era molto grande ed il color predominante era il bianco con qualche accenno all'oro. Il pavimento di legno chiaro creava uno splendido contrasto con le lenzuola candide del grande letto al centro della stanza. Un armadio sulla mia sinistra catturò la mia attenzione, era riempito da vestiti femminili.

"Di chi è questa stanza?" domandai senza rispondere a ciò che mi aveva chiesto. Lui si avvicinò a me rispondendo tranquillamente.

"È di Gemma, è l'unica stanza carina che avevo. Se non ti piace posso sistemarti in camera mia, io dormirò da un'altra parte..." propose sfregandosi una mano sul retro del collo.

"No va benissimo" lo tranquillizzai dandogli un bacio sulla guancia. "Grazie mille"

"Figurati, era il minimo che potessi fare per te" disse accarezzandomi i miei lunghi capelli, poi, rendendosi conto della sua risposta troppo dolce, si spiegò meglio velocemente. "E poi questo appartamento è troppo grande per una sola persona, mi sento spesso solo"

Ridacchiai divertita. "Beh in ogni caso grazie" lui annuì un po' in imbarazzo. Puoi indossare questo se vuoi" continuò porgendomi una maglietta rosa e dei pantaloncini dello stesso colore, lo ringraziai ancora una volta.

"Buonanotte allora Heatherton" sorrise avvicinandosi a me. "Notte Harry" soffiai sulle sue labbra prima di appoggiarci sopra le mie.

Il bacio fu veloce ma intenso e, quando mi lasciò sola nella stanza mi fece venire la pelle d'oca ripensandoci. Mi distesi sul letto fissando il soffitto alto con il suo sapore dolce ancora sulla mia bocca. Harry iniziava davvero a piacermi molto, ma nascondeva fin troppe cose; chi era Gemma? E cosa avremmo fatto martedì di così importante?

Quelle due domande rimbombavano senza interruzione nella mia mente facendomi addormentare poco dopo senza che me ne potessi accorgere.

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora