Capitolo 38- Hold on

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Dopo alcune ore di viaggio passate ad ascoltare canzoni di Ed Sheeran e dei Coldplay, dissi qualcosa.

"Le ho fatto una pessima impressione Harry" sospirai appoggiando la testa sul finestrino e osservando le nuvole che si stavano formando nel cielo della campagna inglese.

"La gente ha tanti pregiudizi inutili, dettati da esperienze passate, tu non centri credimi" rispose continuando a guardare l'asfalto della strada semi-deserta.

"Mi dispiace davvero tanto però" mormorai chiudendo gli occhi. "Non so cosa ho fatto..."

"Non centri davvero. E solo che negli ultimi anni ha avuto dei motivi per cui averne" disse con voce roca. "Diciamo che molte ragazze sono uscite con me solo per i miei soldi, lasciandomi per un altro più ricco"

Voltai la testa di scatto incornando il suo sguardo malinconico. "Mi dispiace"

"Nah non devi, non ne valeva assolutamente la pena. Per lo più si trattava di modelle anoressiche o ereditiere francesi" fece un mezzo sorriso prima di ritornare a guardare la strada.

Ma perché gli piacevo se era abituato a quel tipo di ragazza? Io non avevo di certo il fisico di una modella e non ero neanche così tanto ricca.

"Allora perché esci con me?" Mi feci coraggio a chiedergli, lui sembrò essere altamente sorpreso dalla domanda.

"Sei diversa, mi hai tenuto sempre testa. Sei la prima che mi ha trattato così pur sapendo chi ero..." fece spallucce, avrei voluto vedere la sua espressione ma ormai il buio era penetrato anche dentro l'auto, rendendo solo visibile la forma del viso.

Non sapevo cosa dire. Sinceramente avrei potuto immaginare un motivo simile a questo, ma non avrei mai immaginato una risposta così esplicita.

"Siamo arrivati" mi comunicò spegnendo il motore della macchina, parcheggiando davanti ad un edificio più simile ad una vecchia locanda che ad un hotel, come suggeriva il cartello appeso al muro.

Mi guardai attorno. Ci trovavamo in piena notte in un paesino sperso nella campagna inglese, in cui finora avevo potuto contare solo una ventina di edifici di cui, quello davanti a cui eravamo, era il più moderno.

"Che fai non scendi?" Chiese Harry con un sorriso sghembo battendo le nocche sul finestrino dell'auto, non mi ero accorta fosse già uscito. Il mio stomaco brontolò rumorosamente, ricordandomi che non toccavo cibo dalla mattina a colazione.

Aprii la portiera mentre Harry tirava fuori entrambe le nostre valigie. Mi avvicinai per aiutarlo, ma lui rifiutò il gesto con un cenno del capo.

"Spero ti piaccia, appartiene a dei cari amici di famiglia, ti faranno sentire a casa" sorrise facendomi strada verso il locale.

Appena entrammo fummo investiti da un'atmosfera tipicamente inglese; alcune persone erano sedute intorno a piccoli tavolini rotondi intenti a mangiare, notai che la maggior parte erano coppiette.

Harry si avvicinò al bancone che si trovava sulla sinistra e suonò un campanello dorato. Un uomo abbastanza vecchio arrivò velocemente da dietro una porta.

"Salve ragazzi, posso esservi d'aiuto?" Chiese gentilmente con toni formale, sistemandosi la montatura degli occhiali che gli cadevano sul naso.

"È questo il modo di salutare il tuo figlioccio, zio Bob?" Ridacchiò Harry mettendo in mostra le sue fossette, il vecchio sgranò gli occhi.

"Harry?" Balbettò incredulo. "Margaret, Margaret!" Urlò subito in direzione della porta da cui era entrato. "Guarda chi è venuto a farci visita!"

"Che c'è Bob" sbuffò una donna altrettanto anziana comparendo dalla stessa porta.

"Zia Margaret" rise Harry portandola ad alzare lo sguardo dalla scodella nella quale stava preparando qualche dolce.

"Harold?" Urlò eccitata. "Non ci posso credere, diamine fatti abbracciare!" Subito lo attirò a sé stringendolo forte come se non lo vedesse da anni interi, come probabilmente era.

"Zia Margaret non respiro" ansimò Harry scherzosamente, la donna subito lo lasciò preoccupata.

"Pensava di non vederti più" ridacchiò zio Bob scuotendo la testa, Harry abbassò lo sguardo.

"Allora chi è questa bella ragazza?" Domandò la vecchia prendendomi entrambe le mani, gli sorrisi in imbarazzo.

"Margaret fatti gli affari tuoi" sbuffò il marito avvicinandosi a lei.

"Avanti Bob, sei solo un vecchio brontolone, voglio sapere se presto avrò dei nipotini!" Harry scoppiò a ridere fragorosamente mentre io lo fissavo basita.

Bob mormorò qualcosa di incomprensibile mentre il riccio continuava a ridacchiare stupidamente. "Lei è la mia ragazza Erin e zia penso dovrai aspettare ancora degli anni prima di avere dei nipotini"

La donna ci guardò delusa tornando dietro il bancone con l'uomo. "Perdonala figliola, è sempre stata così pettegola"

Harry si girò a guardarmi sorridendo facendomi innamorare sempre di più di quelle due meravigliose fossette.

"Avete una stanza? Volevamo fermarci per questa notte..." continuò prendendomi la mano e stringendola con affetto.

"Ah Harry, se mi avessi avvisato ti avrei riservato la stanza Cupido! Ha un grande letto matrimoniale e le pareti sono ben isolate..."

"Zio va bene qualsiasi stanza..." rise il riccio.

"Allora..." si girò controllando le camere rimaste. "Ecco qui, buona notte"

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora