Capitolo 8- Another world

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"Parla" gli dissi con un velo di curiosità.

"Hai già visto qualche foto di ieri?" domandò mordendosi il labbro.

"Si" ammisi.

"Bene" riprese con il suo solito tono freddo e distaccato. "È possibile che in questi giorni qualche paparazzo ti possa fotografare e possa scrivere degli articoli su te e me..."

"Quindi?" domandai scocciata.

"Devi negare assolutamente" gesticolava disordinatamente, si vedeva che era nervoso.

"Pensi che non l'avrei fatto anche se non me lo avessi detto?" sbuffai alzandomi dalla panchina.

"Non ne ero sicuro, insomma sono Harry Styles" concluse arrogantemente. Mi voltai di scatto per vedere quel sorrisetto saccente sul suo bel volto.

"Dimmi che non hai detto davvero quello che ho sentito..." mi passai una mano sugli occhi, sul serio non potevo credere a quello che aveva appena affermato.

"Dico davvero" continuò offeso alzandosi a sua volta e affiancandomi.

"Non avrei nessun vantaggio a dire che sto con te, Styles, sei solo un presuntuoso" feci qualche passo lungo il vialetto di ghiaia ma lui mi raggiunse subito.

"Nessun vantaggio?" ridacchiò come se gli avessi appena raccontato qualcosa di divertente.

"Styles sei ridicolo" alzai gli occhi al cielo.

"Io dico che ti vanteresti con tutte le tue amiche" si passò la lingua tra le labbra per inumidirle.

"Affatto" dissi con un falso sorriso. "A differenza tua non guardo solo le esteriorità, non sono così superficiale"

"Secondo me ti piacerebbe uscire con me, ne sono sicuro" continuò duro, cosa voleva? Che ammettessi che avevo una cotta per lui dopo due giorni che lo "conoscevo"? Si sbagliava.

"No" lo colpii leggermente sul braccio.

"Come vuoi" si massaggiò platealmente la parte dolorante come se qualcuno gli avesse tirato un pugno forte.

"Io cercavo Miranda" annunciò improvvisamente guardandosi attorno. Non so perché ma questa sua rivelazione mi diede abbastanza fastidio.

"Non è qui" feci spallucce arretrando verso il portone d'ingresso.

"Pensavo foste migliori amiche" ghignò.

"Lo siamo Styles" ammisi girandomi per camminare più velocemente sulla ghiaia.

"E allora perché hai fatto quella faccia?" domandò in modo brusco prendendomi per il braccio obbligandomi a fermarmi, i suoi sbalzi d'umore mi mettevano il mal di testa.

"Primo: lasciami" dissi a denti stretti voltandomi verso di lui. "Secondo: caro Styles, notizia dell'ultima ora, il mondo non gira intorno a te, io non ho fatto nessuna faccia" puntualizzai seccata.

Si allontanò di qualche passo tossendo pesantemente e chiudendo gli occhi. Con una mano si copriva la bocca mentre l'altra era appoggiata sul ventre.

"Tutto bene?" chiesi con nonchalance.

"Sì, ma ora devo andare" sospirò duro, si rimise gli occhiali da sole. "Ciao Heatherton" puntò l'indice e il medio sui suoi occhi segnando poi me, gesto che voleva rappresentare un "ti tengo d'occhio".

"Addio Styles" borbottai guardando la sua figura allontanarsi da me.

"Aspetta" disse velocemente obbligandomi a voltarmi.

"Cosa c'è ancora?" risposi quasi in tono esasperato, sembrava fosse stato mandato solo per scocciarmi la vita.

"Zayn viene da me verso le sei, raggiungici anche tu...penso abbia una cotta per te" constatò con un sorrisetto sghembo.

"Va bene" accettai cercando di non sembrare troppo entusiasta, mi piaceva il suo migliore amico, sembrava un tipo interessante.

"A dopo allora" si avvicinò a una RangeRover nera, e aprendo lo sportello mi lanciò un'occhiata.

"Grazie Styles" lo salutai con la mano prima di vederlo salire e sgommare via. Sembrava quasi cambiato dal giorno prima, poteva quasi iniziare a starmi simpatico, ma lui era imprevedibile quindi non mi sarei sorpresa di vedere un suo scatto d'ira o qualche imprecazione contro di me nelle ore successive.

Mi cambiai indossando più semplicemente un maglione leggero verde scuro e un paio di jeans chiari insieme a delle all-star bianche. Ero nervosa senza sapere il perché, forse riguardava ciò che mi aveva detto Harry su Zayn o forse solo perché dovevo andare a casa di uno dei ragazzi più conosciuti e temuti di Londra.

"Dove stai andando?" mi chiese sospettoso Grant un quarto d'ora prima che potessi sentire il Big Bang suonare le sei del pomeriggio.

"Sto uscendo con Miranda" mentii, anche se non del tutto. Odiavo troppo quell'uomo, e soprattutto odiavo i suoi modi di fare troppo invadenti.

"Dove?" domandò insistentemente girandomi attorno come uno squalo prima di attaccare.

"In centro" sbottai aprendo il portone di casa. Ma che diamine...cosa voleva quello? In quel momento, pensai, che stesse sicuramente già piagnucolando con i miei genitori riguardo al mio comportamento, rimproverando il mio atteggiamento brusco che avevo avuto con lui. Forse li aveva già convinti a mandarmi in un convento di suore cattoliche.

Arrivai davanti al grande palazzo appartenente ad Harry, il quale abitava nell'attico ricco di stanze e terrazze dalle quali spuntavano una miriade di piante e fiori esotici. Presi l'ascensore incontrando Miranda al suo interno.

"Erin" sorrise abbracciandomi. "Speravo tanto di trovarti"

"Anche io" ammisi appoggiandomi alla parete scura. Premette il bottone che indicava il ventesimo piano e sospirò rumorosamente.

"Mi sono messa insieme a George Bennett" disse velocemente girandosi verso di me.

"Oh ma è fantastico" mentii, la capacità di Miranda di innamorarsi era velocissima, cambiava ragazzo tante volte quante io ricaricavo il mio iPhone quotidianamente quindi, credetemi, troppe.

Fissavo i numeri in alto che avanzavano lentamente fino all'ultimo mentre la mia migliore amica non smetteva di riempirmi di dettagli sui baci con George.

"Eccoci arrivate" sospirai non appena le porte dell'ascensore si aprirono sull'immenso salone di Harry Styles.

"Ehi ragazze" ci salutò per primo Zayn alzandosi dal divano di pelle bianco.

"Ciao Zayn" gli diedi un bacio sulla guancia solleticandomi un po' con la sua barba scura. Anche Miranda compì lo stesso gesto.

"Hazza sta arrivando, intanto posso offrivi qualcosa?" domandò con gentilezza avvicinandosi al bancone degli alcolici. Aprì con eleganza lo sportello di un mobile bianco mostrandoci numerose bottiglie prestigiose.

"Io vorrei della Vodka liscia" annunciò Miranda sedendosi su uno degli sgabelli davanti a lui.

"Tu Erin?" alzò lo sguardo verso di me, che ero ancora intenta ad osservarmi intorno.

"Uh...del Brandy" risposi velocemente pensando alla prima cosa che mi venne in mente.

"Perfetto" un sorriso ammiccante si fece spazio sul suo volto, era il classico sorriso di un ragazzo che sta flirtando con una giovane, e molto spesso Zayn me ne rivolgeva uno di quel tipo.

Porse ad entrambe due bei bicchieri contenenti gli alcolici che avevamo chiesto prima di versarsi anche lui della Vodka alla menta.

"Zay le stai già facendo ubriacare?" rise Harry facendo il suo ingresso plateale.

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora