Capitolo 36- Day thirteen

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Thirty Days

Tredicesimo giorno (Martedì)

"In cosa si laureerà Gemma?" domandai osservando il paesaggio fuori dal finestrino dell'auto rossa che avamo noleggiato. Per arrivare a Sheffield, la località in cui si trova la prestigiosa università in cui studiava sua sorella, avevamo preso il suo jet privato ed ora dovevamo percorrere ancora qualche miglio prima di arrivare a destinazione.

"Scienza dell'educazione, o qualcosa del genere..." Harry appoggiò una mano sopra la mia coscia rispondendo tranquillamente.

"Okay, ci saranno anche i tuoi genitori?" domandai mordendomi il labbro, so che a lui non andava molto parlare di loro, ma volevo metterlo alla prova.

"Non penso sia una buona idea incontrarli oggi" rispose duro, si voltò poi con un debole sorriso per allentare la tensione che si stava creando fra noi. "Avrei troppo da dir loro, e poi non ci vediamo da quasi tre anni"

"Tre anni" ripetei. "È un sacco di tempo" precisai quasi scioccata, per quanto non vada d'accordo con i miei genitori, non so quanto riuscirei a stare senza di loro.

"Sai come sono andate le cose..." Disse in un sussurro. Sì, lo sapevo. Sapevo che lui si era staccato da loro a causa del denaro e aveva finito per farsi odiare, o almeno questo era quello che mi aveva raccontato.

Alla prima strada a sinistra svoltare a sinistra, destinazione a trecento metri. La voce femminile metallica del navigatore riempì il silenzio dell'automobile.

"Siamo quasi arrivati Erin" precisò poi con voce eccitata, quasi non avessi sentito il navigatore. La strada proseguì per quasi un altro chilometro prima della svolta che portava al campus della Sheffield Hallam University.

Trovò un posto per parcheggiare dopo alcuni giri di "perlustrazione" intorno all'edificio, a causa della quantità di persone che assistevano alla laurea dei figli o degli amici. Scendemmo velocemente dirigendoci verso l'ingresso.

"Non ti ho nemmeno detto quanto sei bella con questo vestito" sussurrò al mio orecchio prendendomi la mano, abbassai lo sguardo nascondendo il mio rossore. Indossavo un semplice vestito nero e blu abbastanza corto che mi aveva regalato Miranda per Natale.

"Grazie Harry" balbettai guardando altrove, lui si mise leggermente a ridere. Avrei voluto dirgli che anche lui stava benissimo con una delle sue solite maglietta a maniche corte attillate, ma non volevo dargli l'impressione che stessi con lui solo per il suo aspetto.

"Styles, diamine" la voce di un ragazzo attirò l'attenzione del riccio facendolo girare, lasciando la mia mano.

"Richard" abbracciò l'amico con molto affetto prima di staccarsi per potergli parlare. "Cosa ci fai tu qui?"

"Non mi sarei di certo perso la laurea di tua sorella Harry" ridacchiò il moro sistemandosi il ciuffo di capelli che gli cadevano sulla fronte.

"Chi è questa tua amica?" Chiese poi riferendosi a me e guardandomi leggermente con disprezzo, Harry mi guardò mordendosi il labbro e ingrandendo il suo sorriso. Vidi qualcosa brillare nei suoi occhi.

"Lei è Erin, la mia ragazza" gli rispose ancora con lo sguardo perso nei miei occhi, io allungai la mano al ragazzo stringendola con forza.

"Piacere" feci un finto sorriso, che anche lui ricambiò più per educazione.

"Allora vogliamo andare a sederci? Ho sentito che Gemma ci ha riservato dei posti in prima fila" continuò Richard voltando lo sguardo sul riccio.

"Certo Rich" rispose seguendolo in mezzo alle altre persone, il moro continuava a parlargli evitando che potessi prendere parte anche io alla conversazione, si sedette addirittura fra me e Harry.

"Scusatemi cerco un attimo il bagno" mormorai dopo alcuni minuti passati ad ascoltare Richard, mi alzai e mi avviai verso l'uscita dell'elegante sala da ricevimento. Sentii improvvisamente della grandi mani intorno ai miei fianchi che mi fecero girare giusto quando uscii dalla stanza.

"Perché te ne stai andando?" Chiese Harry leggermente infastidito.

"Stavo solo cercando il bagno" replicai.

"Ti stai annoiando? Scusa è che ci tenevo alla laurea di mia sorella e..." Si passò una mano dietro il collo, per dare segno della sua frustrazione.

"Non è per quello Harry" lo interruppi subito. "Ma Richard fa di tutto per farmi sentire a disagio"

Il ragazzo al mio fianco scoppiò in una risata fragorosa. "Erin, davvero non ti sei accorta che lui è incredibilmente geloso di noi?"

"Geloso di noi?" Non capivo, se erano amici di certo non gli avrei impedito di parlarci.

"È convinto che sia stata una ragazza come te a farmi allontanare dalla mia famiglia e dalla mia casa" mi accarezzò la guancia. Una ragazza come me?

"Cosa intendi con questo?"

"La gente ha pregiudizi sulle belle ragazze" fece spallucce. "Poi lui ha un motivo in più per odiarti"

Lo guardai confusa. "È innamorato di me dal liceo" mi fece l'occhiolino facendomi sentire stupida, almeno quanto aveva già fatto quando avevo scoperto che Gemma era sua sorella. Mi riportò velocemente a sedere, dato che un professore al microfono aveva annunciato l'inizio ufficiale della cerimonia.

Richard ci accolse sbuffando prima di sorridere di nuovo ad Harry, come avevo fatto a non accorgermi che era cotto di lui?

Arrivarono i laureandi sul palco di fronte a noi portando tutti i genitori ed i parenti presenti ad applaudire felici i ragazzi. La cerimonia fu abbastanza simile a quella del mio diploma, anche se là gli studenti erano ancora più soddisfatti del risultato raggiunto.

"Gemma Styels" a sentire il nome di suo sorella, Harry sorrise in un modo talmente fiero e soddisfatto che anche la ragazza se ne accorse mandandogli un bacio dal palco. Continuò ad applaudire per tutto il discorso che tenne brevemente prima di poterla abbracciare.

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora