Capitolo 26- Better than words

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"Perfetto per cosa?" chiesi velocemente.

Lui sorrise come se avessi fatto una domanda stupida. Posò a terra il cestino e fece poi dei passi verso di me. Si fermò solo quando fu a qualche centimetro dal mio viso, potevo sentire il suo respiro affannato in quel calmo silenzio di campagna. Chiuse gli occhi poi, colmando il vuoto che c'era tra noi, unì le nostre labbra nel bacio che avevo più desiderato ci fosse con un ragazzo.

Portò le su grandi mani sui miei fianchi avvicinando ancora di più i nostri bacini, io posai le braccia intorno al suo collo accarezzandogli i capelli ricci alla base della nuca. I nostri petti erano appoggiati l'un l'altro e, attraverso la sua sottile maglietta bianca, potevo percepire il veloce battito del suo cuore, nel sentirlo il mio stomaco iniziò a fare le capriole dalla gioia. In poco tempo Harry ebbe come la necessità di approfondire di più quel bacio e leccò il mio labbro inferiore chiedendo il permesso, con la sua lingua, di entrare in contatto con la mia. Mai avevo pensato che un bacio potesse essere così intimo, avevo messo in questo bacio talmente tanta passione, da sentirmi legata a lui come dopo aver fatto l'amore.

Dopo quello che sembrò un tempo interminabile, Harry sorrise ed io lo potei percepire attraverso le nostre labbra ancora in contatto.

"Scusa ma questo era meglio delle parole" ridacchiò accarezzandomi la guancia. È vero, Harry aveva ragione, le parole, in questo caso, erano del tutto superflue.

Mi prese per mano facendomi sedere accanto a lui sulla grande coperta stesa a terra sotto una grande quercia.

"Ti piace qui?" domandò leggermente allarmato mordendosi il labbro inferiore. Annuii ancora incapace di parlare; aprì il cestino estraendo dei sandwich alle verdure ed offrendomene uno.

"Grazie" mormorai tenendo basso lo sguardo, il mio imbarazzo era troppo grande, avevo paura che le cose ora potessero cambiare.

"Sai penso di essere arrabbiato con te..." ridacchiò, alzai lo sguardo confusa e preoccupata non capendo a cosa si riferisse, pensai che forse da quel momento avrebbe potuto odiarmi.

"Insomma alla fine dovrò a Liam cinquanta mila sterline per colpa tua Heatherton" disse facendomi l'occhiolino, sentii un pezzo di pane andarmi di traverso e iniziai a tossire ripetutamente finché non stetti meglio.

"C-cosa?" chiesi allucinata, era la sua richiesta di stare insieme? Harry sorrise alzando un angolo della bocca, mettendo in mostra una sola delle sue graziose fossette.

"Beh insomma..." si passò una mano fra i ricci. "...Vuoi stare con me?" domandò con goffaggine, pensavo che Harry, dati i suoi vent'anni, me lo avrebbe proposto in maniera più elegante, ma la sua semplice richiesta mi fece intenerire.

"Se ti sembra troppo presto per me va bene perché..." lo zittii allungandomi verso di lui e posando nuovamente le mie labbra sulle sue. Mi allontanai di poco solo per poterlo guardare negli occhi.

"Si Harry" sorrisi incontrando il suo sguardo sereno, la sua espressione sembrò ravvivarsi per poi tornare sul confuso.

"Aspetta" si fermò socchiudendo leggermente la bocca. "Si vuoi stare con me o si è troppo presto?"

"Harry" mi lamentai. "Hai capito benissimo" lo spinsi delicatamente sulla spalla facendo allontanare i nostri visi ancora vicini.

"Non mi sarei mai aspettato questa tua risposta, Heatherton" rise abbassando lo sguardo e dando un grande morso al suo panino, mi sorprese questa sua rivelazione.

"Perché? Sarei stata una stupida a dirti di no, là fuori ci sono tantissime ragazze che fanno la fila per stare con te" scherzai, anche se in parte dicevo la verità, sarei stata una stupida a dire di no, ma non perché lui fosse ricco, bello e popolare, no perché sapevo che in lui c'era qualcosa di speciale e, dopo molto altro tempo in sua compagnia, ne ebbi la conferma, Harry Styles era diverso da quello che la sua immagine voleva far vedere.

"Non è vero" sorrise spontaneamente mostrando in piccola parte i denti, forse non era consapevole della sua bellezza.

"Harry esci mai di casa?" domandai ironicamente, era impossibile che non si accorgesse di tutte le altre che gli morivano dietro.

"Si ma loro non tentano neanche di conoscermi" ridacchiò facendomi l'occhiolino, potevo immaginare a cosa stesse alludendo "Sei la prima che si è avvicinata a me così tanto" aggiunse guardandomi con aria serena, sembrava felice della cosa.

"Penso io sia la prima a cui tu hai permesso di farti conoscere, Harry non so niente su di te" protestai, lui abbassò lo sguardo staccando un filo d'erba ed iniziando a giocherellarci.

"Tempo, dammi solo altro tempo" rispose serio accennando poi un piccolo sorriso. Si alzò velocemente iniziando a fare qualche passo verso la quercia e appoggiandosi continuando a darmi le spalle, la sua figura nera era appena visibile nel ulteriore buio che creavano i rami.

Mi alzai leggermente titubante e mi avvicinai a lui lentamente insicura sul da farsi. Quando fui ad un passo da lui mi fermai, appoggiando la mano sulla sua spalla.

"Ehi va tutto bene?" domandai confusa, lui si girò ma non riuscii a vedere bene la sua espressione anche se la potei immaginare triste e piuttosto malinconico, nel sentire la sua voce.

"Hai mai finto che andasse tutto bene anche se non era così?" domandò con voce roca avvicinando la sua fronte alla mia.

"Si" ammisi mormorando contro le sue labbra, il suo respiro era irregolare e il contatto fra i nostri nasi mi faceva venire le farfalle nello stomaco. Fu lui il primo a staccarsi.

"Harry" gli presi la mano accarezzandone il dorso, mi guardò senza dire una parola. "Se ci fosse qualcosa che non andasse me lo diresti vero?"

Esitò qualche istante nello rispondere ma poi sorrise. "Certo" si limitò a dire; quella sera ebbi una strana sensazione, non solo per il suo bacio inaspettato, ma anche per quella sua strana domanda e la reazione che aveva avuto. Penso che, se potessi ritornare indietro, presterei più attenzione al suo stato d'animo e non mi lascerei sfuggire niente di tutto ciò, ma non potendo farlo, sono obbligata ad accettare ciò che il destino scelse per noi.

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora