Capitolo 16- Day six

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Thirty days

Sesto giorno (Martedì)

"Che hai fatto ieri?" mi domandò Miranda scartando una caramella alla menta.

"Ho preso un tè con Harry e un suo amico...Liam..." premetti le labbra in una linea concentrandomi per ricordarne il cognome che, in quel momento mi sfuggiva. "Payne" urlai quasi dalla contentezza per la mia "micidiale" memoria.

Miranda si bloccò sul marciapiede aprendo la bocca.

"Liam Payne? Della Payne's Factory? Il newyorkese che a soli vent'anni, è il ragazzo più ricco di tutta America? Spero tu stia scherzando" continuò poi riprendendo a camminare al mio fianco.

Emisi un mugolio in segno di conferma mentre attraversavamo la strada per tornare a casa.

"Allora?" chiese ancora afferrandomi il braccio, come se non avesse già sentito la mia risposta.

"Sì proprio lui" sbuffai. "Non c'è bisogno di esagerare" ridacchiai riferendomi alla sua esagerata quantità di informazioni che mi aveva appena dato, sapendo benissimo l'avessi già conosciuto.

"Scusami, ma Liam è davvero al top nelle "classifiche" negli USA. Mia cugina Danielle era uscita con lui per un periodo, la riempiva di regali a sei zeri" annuì mentre parlava. Alzai gli occhi al cielo, rassegnandomi nello spiegarle che era un normalissimo ragazzo della nostra età, e non una specie di extraterrestre che possedeva mezzo mondo.

"Adesso esce con Sophia Smith, una ragazza davvero molto dolce" le riferii, data la sua sete giornaliera di gossip. Lei sbuffò scocciata.

"Sophia Smith, sì lo so" roteò gli occhi esageratamente. "Non so come uno così bello e ricco possa innamorarsi di una normalissima ragazza di provincia"

"Forse perché quando sei innamorato non guardi solo la ricchezza e le superficialità come la bellezza esteriore, guardi quello che l'altra persona ha da offrirti" puntualizzai cercando di farla ragionare.

"Scommetto che non è innamorato di lei, dovresti invitarlo ad un party dove chiamerò mia cugina così potranno..." blaterò velocemente, ma io la interruppi alzando un dito proprio in prossimità delle sue labbra rosse.

"Lui è innamorato di lei conclusi per zittirla. "L'ho visto da come la guardava" soffiai sottovoce. Già avevo visto come Liam guardava Sophia, e ne ero veramente gelosa. Non gelosa di loro due come coppia, ma gelosa perché avrei desiderato che qualcuno guardasse anche me in quel modo, magari Harry Styles.

Le avevo appena raccontato del pomeriggio con Harry, senza fare riferimento però a qualcosa su noi due, non mi era mai piaciuto molto esporre i miei punti di vista riguardo i ragazzi che mi interessavano e, se lo avessi fatto, Miranda sarebbe esplosa iniziando a pretendere ogni singolo dettaglio.

"Cosa farai oggi?" mi domandò improvvisamente quando arrivammo davanti a casa mia.

"Andrò a casa di Harry, voleva uscire o fare qualcosa del genere..." le comunicai alzando le spalle cercando di rimanere sul vago e sperando non mi tempestasse di altre inutili domande.

"Non usciremo più io e te, Erin?" si fece triste. "È da tanto che non vieni da me" Ridacchiai subito, il suo cambiamento di umore era sorprendente.

"Miranda, probabilmente questa sarà l'ulima volta in cui vedrò Harry perciò..." le comunicai, anche se in realtà lo pensavo sul serio.

"Ti piace?" mi interruppe subito sorridendo come una scema. Alzai gli occhi al cielo per la seconda volta in pochi minuti, sospirando per la sua solita sfacciataggine.

"Non è che se ho voglia di passare del tempo con lui mi debba piacere per forza, cara Miranda" risposi decisa, lei mi guardò scrutando nel mio sguardo calmo una risposta.

"Ti piace quindi"" fece spallucce avvicinandosi per saluatarmi. "Stai attenta" mi disse all'orecchio come se avesse paura che mi potesse fare del male.

"Sì, ciao Kerr" sventolai la mano in aria prima che potessi entrare in casa per cambiarmi. Scelsi di indossare una canottiera di pizzo bianca con il collo alto, un paio di jeans e delle scarpe basse, legando i miei capelli biondi in una coda bassa con la riga in parte.

"Cazzo" impreci rendendomi conto che avevo finito le mie lenti a contatto. Mi morsi il labbro inferiore con prepotenza guardandomi intorno nella speranza di trovare da qualche parte una scatola di nuove lenti, ma fallii nella ricerca.

Intravidi la mia immagine riflessa allo specchio che catturò la mia attenzione. Avevo ancora con inodsso i miei occhiali dalla montatura chiara che tenevo solo per studiare e, più raramente, per andare a scuola. Mi facevano sembrare un'intellettuale e questo mi metteva un po' in imbarazzo, ma, una parte di me, sperava che ad Harry potessero piacere. Così sospirai rassegnandomi al look che avrei avuto oggi a quello che doveva essere un nostro "secondo appuntamento".

Uscii di casa con le cuffiette alle orecchie e, con la mia canzone preferita di sottofondo, attraversai parte della città ritrovandomi davanti al lussuoso palazzo di Harry Styles. Stetti qualche istante sullo spiazzo davanti all'ingresso indecisa su cosa fare, mentre molte persone impegnate e frettolose, si scontravano con me.

Salii i pochi gradini prima di attraversare la porta girevole che mi fece arrivare nell'atrio del palazzo.

Sembrava diverso dal solito. C'erano due grosse guardie del corpo vestite di nero in posizioni intimidatorie davanti all'ascensore con un'aria minacciosa. Deglutii mandando giù il groppo che mi si era formato in gola; non ero mai stata una persona timida o insicura, ma percepivo qualcosa di strano, più del solito.

"Em salve" dissi appena raggiunsi la scrivania dove era seduta una ragazza bionda, la stessa che avevo incontrato qualche giorno prima. Tossii un paio di volte per attirare la sua attenzione che tardava ad arrivare.

La ragazza alzò gli occhi al cielo sbuffando, prendendo il tappo della penna tra i denti mentre mi osservava meglio.

"Salve, io dovrei andare da...Harry" dissi velocemente, aggiungendo un sorriso poco convincente.

"Harry" ridacchiò la bionda togliendo la penna dalle labbra e piegando la testa leggermente da un lato. "Il signor Styles" mi corresse. Non vuole ricevere visite, da nessuno"

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora