Capitolo 28- Day ten

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Thirty Days

Decimo giorno (Sabato)

Fui svegliata da un fastidioso rumore di tasti del computer, mi rigirai nel letto trovando una persona al mio fianco seduta accanto a me, inizialmente non capii dove mi trovassi ma poi ricordai gli avvenimenti della sera precedente. Aprii gli occhi incontrando lo sguardo divertito di Harry sul proprio volto.

"Ben svegliata dormigliona" ridacchiò scuotendo la testa prima di riportare l'attenzione sullo schermo del suo Mac.

"Che ore sono?" chiesi con voce assonnata stropicciandomi gli occhi. Mi alzai un po' sistemandomi con la schiena contro il muro come aveva fatto Harry.

"Quasi le undici" comunicò cliccando su qualcosa, ci misi solo pochi istanti a realizzare quello che dovevo fare quel giorno. Mi alzai di scatto strisciando fuori dal letto.

"Devo andare" gli riferii allarmata prendendo in mano i vestiti della sera precedente, lui mi guardò di nuovo tranquillamente.

"Lo so, ho sentito Miranda e ti passerà a prendere fra una mezz'ora, ha detto che vi dovete preparare insieme" mi disse con calma.

"Oh già" sorrisi sollevata. Ero un po' indispettita dal fatto che si fossero "sentiti", ma probabilmente era stato lui a chiederle cosa dovevo fare quella mattina. "Dov'è il bagno?" chiesi con disinvoltura.

"Seconda porta sulla destra" rispose alzandosi, solo in quel momento realizzai che era già vestito per uscire. Indossava una camicia blu a cuori bianchi e dei pantaloni scuri attillati, quell'abbigliamento gli donava davvero molto.

Entrai nell'esageratamente grande sala da bagno abbastanza velocemente, chiudendomi dentro.

Mi guardai attorno appena mi avvicinai al lavandino, in relata ai due lavandini. Accanto ad una saponetta, c'era uno spazzolino con un post-it con su scritto il mio nome. Sorrisi stupidamente non appena lo vidi, Harry aveva pensato a me. Così mi lavai bene i denti e mi spazzolai i capelli che fortunatamente mi stavano decentemente per il grande evento che mi attendeva. Indossai il top nero ed i jeans della sera precedente, odiavo mettere gli stessi vestiti per due giorni di seguito ma non avevo grandi alternative. In tutto ci misi ben venticinque minuti, un tempo da record vista la mia lentezza mattutina.

"Erin, Miranda è quasi qui, veloce!" urlò Harry dal piano inferiore, scesi velocemente le scale e lo raggiunsi in cucina dove avevo scoperto stava preparando la colazione.

"Cucini?" strabuzzai gli occhi mente mi infilavo le scarpe cercando di mantenere l'equilibrio. Mi sedetti su uno sgabello sulla penisola di fronte al riccio per poterlo osservare meglio "all'opera".

"Ti sorprendi?" rise posando lo sguardo sulla padella dove stava preparando delle uova strapazzate.

"Pensavo avessi la servitù per questo" feci spallucce prendendo un pezzo di toast e mangiandolo velocemente.

"Ce l'avrei, ma pensavo fosse più carino che te la preparassi io" Mi morsi il labbro inconsciamente, forse non mi sarei mai abituata a vedere questo tipo di Harry.

"Grazie per lo spazzolino comunque, il colore era perfetto" ridacchiai, lui alzò lo sguardo dalle uova.

"Pensavo fossi una ragazza da rosa, sono felice che il blu sia il tuo colore preferito, è anche il mio" mi fece l'occhiolino spegnendo il gas. Rovesciò con grazia ciò che mi aveva preparato e me lo porse ritirandolo subito dopo.

"Harry..." protestai allungandomi verso il piatto pieno di cibo che mi invogliava sempre di più. Scosse l'indice con un sorrisetto stupido sul volto.

"Prima anche io voglio il mio buongiorno Heatherton" disse appoggiando la pietanza sul bancone e avvicinandosi a me; mi alzai in piedi fino a ritrovarmi faccia a faccia con lui.

"Beh buongiorno allora" sospirai lentamente a pelo sulle sue labbra ma, prima che potessi riempire lo spazio tra noi, il citofono suonò rumorosamente facendoci sobbalzare entrambi.

"Miranda" borbottai correndo verso l'ascensore. "Ci vediamo dopo Harry" urlai prima di entrare nell'aggeggio meccanico per scendere, facendogli un gesto con la mano che stava ad indicare un bacio. La sua voce lieve che mi augurava una buona preparazione, fu l'ultima cosa che sentii prima che potessi iniziare a scendere.

Tamburellai impazientemente le dita sulla mia coscia finché le porte meccaniche non si aprirono rivelando la figura della mia migliore amica in piedi vicino alla porta.

"Erin" scosse la testa lentamente. "Non ti voglio nemmeno chiedere cosa avete fatto questa notte voi due" ridacchiò infantilmente, la guardai con aria di rimprovero non appena alcuni dei presenti si girarono verso di me, compresa la segretaria e i due agenti di sicurezza.

"Niente" sorrisi impacciatamente sentendomi le guance andare a fuoco. "Niente sul serio" ripetei uscendo dall'edificio.

"Le riviste di gossip non dicono lo stesso, state diventando una delle coppie più famose, potreste superare per fama Justin Bieber e la Gomez" urlò spiaccicandomi il giornalino che teneva in mano davanti al viso, una foto mia e di Harry occupava tutta la copertina.

Sospirai rumorosamente. "È stressante come cosa, non pensavo che stando con lui tutta la stampa si mobilitasse" scherzai, mi passai una mano tra i capelli che mi svolazzavano sul viso per colpa del vento.

"Quindi state veramente insieme!" gridò con voce stridula, quasi non ci credesse.

"Si" risposi semplicemente.

"Lo sapevo, Alessandra mi dovrà cinquanta sterline" mi fece l'occhiolino con entusiasmo.

"Avevi scommesso con Alessandra su me ed Harry? Non ci credo Miranda" sbottai scuotendo leggermente la testa, lei mi guardò innocentemente.

Una parte di me era felice, incredibilmente felice per il bacio di ieri sera e per la breve mattinata con Harry, però avevo paura, davvero tanta paura che non durasse, che io fossi soltanto una delle altre, sarebbe stato veramente così?

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora