"Forse non mi sono spiegata bene" dissi con calma. "Io ho un appuntamento con Harry"
"Forse neanche io sono stata molto chiara" continuò la bellissima segretaria imitando il mio tono di voce. "Il Signor Styles ha chiesto espressamente di non voler ricevere alcun tipo di visita, ne da lei ne da nessun altro"
"Ci dev'essere un errore" sbuffai sbattendo una mano sulla scrivania ordinata. Le due guardie del corpo ruotarono le teste verso di me con un'inquietante sincronia. Sorrisi imbarazzata.
"Nessun errore" squittì tornando a scrivere qualcosa su dei fogli con la sua fastidiosa penna rosa brillantinata.
"Lo faccia chiamare un attimo e le confermerò quanto ho appena detto" insistetti prendendole di mano la penna e appoggiandola sull'estremità opposta della scrivania, per poter attirare la sua attenzione e distoglierla da qualsiasi cosa fosse intenta a fare.
"Non vuole che nessuno lo disturbi, è molto impegnato" sbuffò prendendo un'altra penna identica alla prima, trovata in un cassetto. Mi irrigidii, cosa doveva fare di così importante?
"Mi stia bene a sentire" dissi alzando incredibilmente la voce. "Lei ora lo chiamerà" buttai a terra i fogli che stava scribacchiando.
I due uomini si avvicinarono, probabilmente pensando fossi una squilibrata che volesse infastidire il loro capo.
"Candice ci sono problemi?" domandò uno dei due abbassando gli occhiali dalle lenti scure.
La giovane segretaria appoggiò la testa dai perfetti boccoli biondi sul palmo della mano guardandomi con aria di sfida accennando un sorriso compiaciuto.
"Se ne stava giusto andando, la signorina..." si interruppe quando si rese conto non sapesse chi fossi.
"Heatherton" ghignai posizionando le mie braccia conserte sul petto, non me ne sarei andata via da lì così facilmente.
"La signorina Heatherton" finì alzando un sopracciglio perfettamente curato.
"Bene" riprese la guardia del corpo appoggiando una mano sulla mia schiena invitandomi "gentilmente" ad andarmene.
"Non me ne andrò via" dissi a denti stretti inchiodandomi al pavimento ricoperto da una moquette rosso bordeaux, prima ancora che potessi camminare verso la vicina uscita.
"Non vado da nessuna parte finché non vedo Harry" sibilai indicando un punto indefinito fuori dal palazzo.
"Non ci piacciono le giornaliste impiccione" l'altro uomo parlò lisciandosi la poca barba scura ed ispida che spuntava dal suo mento. Aveva un'aria più intelligente ed astuta.
"Non sono una giornalista" protestai sistemando un ciuffo di capelli biondi che mi era finito davanti alle lenti degli occhiali.
"Se ne vada comunque" continuò stizzito conducendomi fino all'uscita, sorrisi astutamente.
"Va bene" mentii facendo finta di andarmene; appena si voltò feci uno scatto fino alla parte opposta della grande sala, premendo poi insistentemente il pulsante per chiamare l'ascensore. Imprecai non appena riuscii ad entrare ma venni tirata fuori maldestramente con troppa fretta.
"Pensavi davvero che saresti riuscita ad arrivare là su?" sbuffò il primo arrabbiandosi, ridacchiai nervosamente.
"C'ero quasi riuscita" feci spallucce. I due si scambiarono uno sguardo d'intesa prima di sollevarmi di peso e portami di persona fin fuori l'edificio. "Mettetemi giù" cercai di divincolarmi dalle loro prese, ma era inutile poiché erano molto più forti di me.
"Era proprio necessario?" urlai più per l'amarezza di non essere riuscita a farcela che per il modo in cui mi avevano scortato fuori.
"Sì, ed ora se ne vada se non vuole essere denunciata per molestie nei confronti del nostro capo" sentenziò il più intelligente dei due.
"Molestie" ripetei ironica alzando gli occhi al cielo; entrambi fecero un passo in avanti per intimorirmi.
"Ha capito?" chiese uno dei due con voce grossa.
Annuii scocciata e non appena si voltarono alzai il dito medio in modo un po' infantile, ma per scaricare la rabbia in qualche modo. Presi velocemente il cellulare e provai a chiamare Harry, dopo alcuni squilli rispose qualcuno.
"Pronto?" disse una voce femminile, sentii il mio cuore smettere di battere, chi era questa ragazza? Presa dalla codardia chiusi la chiamata lanciando il cellulare a terra e sedendomi successivamente sugli scalini.
"Fanculo" urlai innervosita prendendomi la testa fra le mani. Rimasi in quella posizione per diversi minuti prima che una voce maschile mi fece alzare lo sguardo.
"Erin" Zayn sorrise sedendosi accanto a me. "È tuo questo?" mi porse il cellulare che non sembrava aver subito gravi danni, possibile?
"Oh sì grazie" mormorai fingendo un sorriso. Portai lo sguardo su un punto indefinito della strada.
"Che ci fai qui?" chiese dolcemente sedendosi accanto a me, voltai la testa verso di lui osservandolo. Era davvero bello, i suoi occhi marroni erano messi in risalto dalle folte ciglia scure che, odiavo ammettere, erano anche più lunghe delle mie piene di mascara. Però, chissà perché, non sarei mai riuscita a vederlo come qualcosa più di un amico, era affascinante ma Harry aveva qualcosa in più.
"Dovevo vedermi con Harry" mi fermai scegliendo le parole con cura. "Ma non riesco ad entrare. Tu sai perché non vuole che nessuno vada da lui?"
Questa volta fu lui ad abbassare lo sguardo verso le sue scarpe da ginnastica scure. Notai la mascella irrigidirsi e, quando alzò gli occhi verso di me per rispondermi, vidi una strana malinconia nel suo sguardo.
"No" pronunciò quelle due semplicissime lettere quasi tremando. "Non lo so" aggiunse alzando lentamente un angolo della bocca quasi in una smorfia.
Restammo alcuni minuti in silenzio l'uno accanto all'altra; non sapevo cosa dirgli per iniziare la conversazione che evidentemente lui non aveva voglia di tenere. Giocherellava con un laccio delle sue Nike arrotolandolo intorno ad un suo dito affusolato ignorando completamente la mia esistenza.
"Io andrei" mi alzai improvvisamente attirando la sua attenzione che lo portò ad alzarsi a sua volta.
"No" mi fermò prendendomi il gomito. Lo guardai confusa. "Cioè scusa...non serve che tu te ne vada...potremmo fare qualcosa io e te...sarebbe...divertente" balbettò in imbarazzo, sorrisi quando mi parve vedere del rossore sulle sue guance.
"Va bene Zayn" risposi prendendolo per il braccio. "Cosa ti va di fare?"
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THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di me
Fanfiction“Mi aveva stregata con il suo fascino da gentiluomo e il suo sorriso da bambino.”