Capitolo 14- Liam Payne

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"Prego la vostra ordinazione?" chiese educatamente un ragazzo appena entrammo nel locale. Harry lo fulminò con lo sguardo.

"Styles" il tono della sua voce mi fece rabbrividire, il ragazzo alzò lo sguardo e lo guardò mortificato.

"Scusi signor Styles, non l'avevo riconosciuta" sorrise timidamente.

"Ci può portare al nostro tavolo? Non ho tempo da perdere qui con lei" sbuffò Harry prima ancora che l'altro potesse riprendere parola.

"Certo, seguitemi" gli rivolsi un sorriso consapevole che ricambiò velocemente, Harry mi strinse la mano più forte.

"Ecco" indicò un tavolino isolato vicino ad una grande vetrata colorata che penso dovesse ricordare qualcosa di Parigi. Harry spostò la sedia facendomi sedere dando le spalle all'ingresso, mentre lui prese posto davanti a me.

"Mi daresti qualche informazione in più su questo Liam?" lo stuzzicai giocherellando con il tovagliolo intonato alla tovaglia rosa pesca.

"È un mio amico di New York. Possiede la Payne's Factory, un'azienda di cosmetici..." disse tranquillamente.

"Cosmetici..." ripetei. "Non ne ho mai sentito parlare"

"Si, l'Oreal è un marchio che gli appartiene, lui trasporta i prodotti e li diffonde in tutto il mondo, non è molto famosa ma sicuramente è importante Erin" lo difese, si passò una mano tra i ricci sistemandoli dietro alla fronte.

Mi scusi Signor Styles- sbuffò la mia coscienza facendogli la linguaccia.

"Ma ora vive a Londra oppure è venuto qua solo per salutarti?" domandai per non far calare silenzio tra noi.

"Si è trasferito qui con la sua ragazza, Sophia...dovrebbe arrivare anche lei" mi informò con una calma quasi snervante.

"Aspetta" lo interruppi alzando una mano, mi guardò confuso. "Sarebbe una specie di appuntamento a quattro o qualcosa del genere?" aggrottai le sopracciglia. Serrò la mascella e lo notai irrigidirsi.

"No" pronunciò le due lettere velocemente e con un velo di disprezzo nella sua voce. "E poi perché dovrei avere un appuntamento con te?"

"Allora perché me lo vuoi far conoscere?" chiesi di rimando con altrettanta velocità.

"Eri l'unica ragazza interessante che potevo portare" fece spallucce, si passò una mano dietro al collo, era frustrato dalla situazione.

Sentii una sensazione d'odio scorrermi nelle vene, mi sentivo una specie di amica di scorta e c'erano due cose che odiavo di quella situazione: la prima era che io non era seconda a nessuno, non avrei mai sopportato di essere la seconda scelta di Harry Styles, secondo io non volevo essere solo un'amica.

"L'unica ragazza interessante? Che c'è Barbara Palvin aveva una sfilata a Parigi?" mi alzai dalla sedia attirando l'attenzione di una coppia di signori.

"Milano" mi corresse. "Per favore siediti Erin" mi disse prendendomi il braccio come si fa con una bambina che fa i capricci.

"Sai Harry pensavo che potessimo anche diventare amici ma sei solo uno stronzo" mi sfogai e nel giro di qualche millesimo di secondo, senza che potessi accorgermene, gli avevo tirato uno schiaffo. Mi guardò irritato.

"Ti rendi conto che mi hai appena tirato uno schiaffo vero?" ringhiò alzandosi a sua volta.

"Già" mi voltai facendo qualche passo ma lui prontamente mi prese il polso.

"Resta per favore" parlò con la sua solita voce roca. Perché aveva sempre questi sbalzi d'umore? Perché se ci teneva così tanto ad avermi con lui si comportava in questo modo?

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora