Capitolo 35- I wish

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Si sedette sul letto e si prese la testa tra le mani, vederlo così mi faceva stare male.

"Provaci Harry, prova a cambiare le cose" lo confortai ancora una volta accarezzandogli la spalla.

"Prometti che mi aiuterai" disse con voce roca, il mio cuore fece una capriola, voleva davvero il mio aiuto?

"Certo" acconsentii cercando di nascondere il sorriso che si stava facendo spazio sul mio viso.

"Domani devi tornare a casa?" Chiese dopo alcuni istanti di silenzio, facendomi sedere accanto a lui ed attirandomi in un abbraccio.

I miei dovevano tornare quella mattina, non so cosa avrebbero potuto dirmi se avessero saputo che ero con lui, la via più semplice ed efficace sarebbe stata mentirgli, ancora una volta.

"Più tardi li chiamerò Harry" lo avvisai, lui annuì.

"Dirai loro che sei con me? Perché avevo intenzione di rapirti ancora per qualche giorno piccola" sta volta non potei nascondergli in mio immenso sorriso.

"Dalla tua faccia lo dovrei prendere come un no..." ridacchiò baciandomi la testa.

"Dirò che sono con Miranda così non mi faranno troppe domande..." Mi morsi il labbro inferiore con prepotenza, forse gli poteva dare fastidio il fatto che non dicessi ai miei cosa facevo realmente.

"Okay" si limitò a dire coccolandomi ancora fra le sue braccia, mi faceva sentire sempre come una principessa.

"Dove vorresti andare?" Chiesi improvvisamente, se mi avesse voluto rapire avrei almeno dovuto sapere dove saremmo andati.

"Domani andiamo alla laurea di Gemma fuori Londra" mi rispose piano. "Il resto del nostro itinerario rimarrà segreto, posso solo dirti di portarti dietro abbastanza vestiti per più di una settimana"

Spalancai gli occhi, un'intera settimana solo io ed Harry? Questo era un sogno, anche se non sapere dove eravamo diretti mi metteva in ansia, ma a quel punto sarei andata in capo al mondo con lui.

"Indizi?" Alzai un sopracciglio.

"Portati vestiti eleganti, non posso dirti nient'altro, potresti avvisare la stampa che sei con il famoso e bellissimo Harry Styles" un ghigno comparve sul suo volto, alzai scherzosamente gli occhi al cielo.

"Non svelerei mai la sua posizione signor Styles" gli feci la linguaccia allontanandomi da lui, mi prese il polso tirandomi verso il suo petto, ormai c'erano solo pochi centimetri che separavano i nostri visi.

"Verrai allora?" Chiese più serio.

"Si dai" feci spallucce con aria indifferente, come se non me ne fosse importato niente, lui sbuffò scherzosamente prima di appoggiare le sue labbra sulle mie. Il bacio fu abbastanza veloce ma lo amavo comunque ogni volta.

"Hai bisogno di andare a casa a preparare la valigia allora" sussurrò al mio orecchio ancora con le braccia intorno alla mia vita.

Ci vestimmo velocemente prima di uscire; indossai una t-shirt nera e un paio di jeans, raccogliendo i capelli in una coda. Eravamo entrambi emozionantissimi, forse perché quella era un'occasione per valutare come sarebbe stata la nostra relazione appena iniziata.

Fuori dal palazzo in cui abitava Harry, c'era, ancora una volta, una folla di paparazzi appostati e pronti a fotografarci. La cosa personalmente non mi faceva più tanto effetto, almeno non avevo paura che lui si vergognasse di me.

"Forse avremmo dovuto uscire dal retro" ridacchiò Harry prendendomi la mano. Chinai il capo a guardare le nostre dita intrecciate ed un sorriso spontaneo ricoprì il mio volto.

"Erin, Harry! Avete passato la notte insieme?" Chiese un fotografo avvicinandosi per scattare una foto; il riccio al mio fianco continuò a camminare impassibile tirando fuori le chiavi della sua macchina sportiva.

"Harry ci lascerai qualche dichiarazione sulla vostra nuova relazione?" Harry scosse il capo aprendomi la portiera ed invitandomi ad entrare.

"Erin Heatherton è vero che Harry ti ha ingaggiata per essere la sua ragazza?" Mi girai di scatto verso la signora che aveva appena detto ciò, storcendo il naso. Intanto Harry aveva preso posto accanto a me.

"Dove diamine le tirano fuori certe cose?" Gli domandai infastidita da tutte le domande stupide che ci avevano posto.

"Ho imparato ad ignorarli tempo fa" rispose secco appoggiando la mano sulla mia coscia e disegnando con il pollice forme indistinte.

"Avrei voluto rispondergli" gli comunicai più a bassa voce, lui si voltò verso di me leggermente divertito.

"Pensi davvero che ti avrebbero ascoltata? Trasformano quello che dice la gente in qualcosa di più interessante ed inventano storie assurde..."

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora