Capitolo 11- Irresistible

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Appena uscii osservai meglio Harry; osservava i suoi soliti jeans scuri attillati e una maglia a maniche lunghe stretta verde militare. Aveva un fisico davvero mozzafiato, era magro e muscoloso e quel capo d'abbigliamento metteva sicuramente in risalto il petto tonico e le braccia ben definite.

"Non hai caldo tutto coperto così?" domandai mentre attraversavamo la strada, avevamo fatto tutto il resto del tragitto, da casa mia, in silenzio. Scosse la testa velocemente.

"Okay...dove stiamo andando?" chiesi nella speranza di fare almeno un po' di conversazione dato che non dava segno di rispondere alle mie domande.

"Sei così impaziente, hai detto tu che ti serviva una pausa dallo studio" ridacchiò passandosi una mano fra i capelli ricci.

"Non riesco a rilassarmi senza sapere cosa faremo, per quello che so di te potresti anche essere uno stupratore Styles" un ghigno si fece spazio sul mio volto.

"Heatherton non sono uno stupratore" rispose abbassando leggermente gli occhiali da sole neri per guardarmi negli occhi.

"Voglio solo fare una passeggiata e andare a mangiare qualcosa in un posto carino" fece spallucce.

"Non pensavo che l'aggettivo "carino" facesse parte del tuo dizionario" ridacchiai piegando la testa su di un lato.

"Perché?" inarcò le sopracciglia facendomi sorridere.

"Perché "carino" è un aggettivo mediocre e tu sei il ricco e famoso Harry Styles" risposi cercando di spiegare il mio punto di vista.

"Odio le parole "ricco" e "famoso". È come se le persone non si aspettassero altro da te. Tutti mi etichettano così senza andare oltre quei due aggettivi...insomma preferirei essere ricordato per altre cose" sbuffò accelerando il passo.

"Tu non dai la possibilità alle persone di farlo" ammisi sperando non si arrabbiasse con me per la mia rivelazione. Mi guardò confuso.

"Cosa intendi?" la sua voce roca uscì piano dalle sue labbra rosee.

"È come se fossi coperto da una corazza impenetrabile, nessuno sa la verità su di te, nessuno ti conosce veramente" dissi mordendomi le labbra.

"Allora ho fatto un buon lavoro" ridacchiò avvolgendomi le spalle con un braccio; a quel contatto inaspettato sentii salirmi i brividi lungo la spina dorsale.

"D-dico sul serio...Non sai cosa scrivono le riviste su di te" balbettai cercando di non sembrare una bambina.

"Forse non do a tutti il privilegio di conoscermi e la possibilità di sapere di più su di me, penso che solo Zayn sabbia chi sono veramente qui a Londra" parlò in modo altezzoso ma adorabile.

"Privilegio di conoscerti?" scoppiai a ridere. "Harry sei il massimo" Si fermò di scatto sorridendo.

"E ora che c'è?" borbottai alzando gli occhi al cielo.

"È la prima volta che mi chiami con il mio nome" sorrise ancora. "Era frustrante il fatto che per te fossi solo "Styles""

"Non è vero" mi difesi velocemente.

"Sì mi chiamavi solo Styles" puntualizzò facendo spallucce.

"Non ci avevo mai fatto caso" mentii anche se sapevo benissimo che lo chiamavo così solo per farlo arrabbiare.

Camminammo per le strade di Londra, senza accorgerci di alcuni paparazzi che ci scattarono molte foto che ritrovammo nei giorni successivi su molte riviste.

"Siamo quasi arrivati Erin" disse non appena superammo la London Eye, rimanendo sulla sponda del Tamigi.

"È la mia parte preferita questa" ammisi guardandomi attorno, amavo passeggiare lungo quel fiume, adoravo le costruzioni che c'erano intorno, dal Parlamento e il Big Ben, ai nuovi palazzi e musei.

THIRTY DAYS- trenta giorni per farlo innamorare di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora