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Taehyung aprì la porta del suo appartamento, dopo aver sentito bussare. Loro, come gruppo, avevano un modo di bussare tutto loro; così da potersi sempre riconoscere. Davanti a lui si ergeva la figura possente di Jungkook. Tra le dita della mano destra teneva una busta del primo supermercato che aveva trovato. Dai suoi occhi di poteva leggere una punta di imbarazzo, o forse era dimore?

Il petto del più alto si muoveva in modo frenetico, come se avesse corso per ore verso una meta sconosciuta. La camicia, mal abbottonata, era aderente al petto marmoreo, leggermente bagnata da un filo di sudore. I capelli erano spettinati, sembrava si fosse appena svegliato da lunghe ore di sonno.

-fammi entrare- la voce di Jungkook era roca, piena di affanni. Quel suo tono fece tremare Taehyung; più che tremolio, quello che scuoteva il suo corpo, erano fremiti. Perché, tuttavia, il suono delle sue parole lo faceva sentire debole, le gambe diventavano molli e le mani si torturavano a vicenda.

Jungkook non aspettò che il maggiore si facesse da parte. Con la mano libera lo spostò di lato, tenendo a mente il suo obbiettivo per quella sera. Chiuse la porta dell'appartamento e si voltò a guardare Taehyung.

-camera da letto. Tieniti i vestiti addosso- usò un tono molto forte, volendo far capire a Taehyung chi era il più forte. Chi comandava. Chi era l'attivo.

Chi comandava.

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