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<<Praticamente si aspettano che noi ci mettiamo a fare beneficenza perchè in tutto ciò non riceveremmo neanche un centesimo>>Esclama Violet appena il direttore ci lascia andare e facciamo ritorno ai dormitori.

<<Io non riesco a vederla in modo negativo, sai? Sarà divertente, ne sono sicura>>Mormoro prendendo l'elastico che ho al polso e iniziando a legare la mia chioma rossiccia.

<<Lo dici solo perchè ne sai una in più del diavolo. Chissà quante cose assurde ti sono già venute in mente>> Mi fa notare la mia amica quando ci troviamo nel corridoio del dormitorio femminile.

Hanno trasferito tutte le ragazze di questo dormitorio nell'altro solamente per lasciare in isolamento noi due.

<<Giusto un paio di cosette>>Ridacchio mentre faccio per aprire la porta della nostra stanza.

E quello che trovo dentro, mi fa spuntare un enorme sorriso. Oh sì.

<<Ciao>>

Una ragazzina che deve avere la nostra età ma che ne dimostra 15, è seduta sul mio letto e cerca di sorriderci, anche se è possibile notare le mani tremanti che sistemano i capelli dietro le orecchio. 

Guardo velocemente Vì e per poco non mi metto a ridere. La mia espressione deve rimanere seria e impassibile. <<Tu, saresti?>> Chiedo in tono neutrale mentre con la coda dell'occhio vedo Violet incrociare le braccia al petto.

<<Emily Brooks>> 

I casi sono due: Ieri ha urlato tutto il tempo e ora non ha voce oppure se la sta facendo sotto. Sarei felice di sapere che è la seconda ipotesi.

Faccio un passo verso di lei e il centro della stanza. <<Quello è il mio letto>> Sbotto e anche se non posso vedere la mia espressione, potrei giurare che sia glaciale a giudicare dalla sua espressione.

<<Oh, mi dispiace. Scusami>> Farfuglia mentre si alza all'istante e temendo di sbagliare nuovamente e sedersi sul letto della mia amica, resta in piedi. Sto per cedere e mettermi a ridere.

<<Quello è il mio. Il tuo è quello ma per quanto mi riguarda puoi anche dormire in corridoio, come preferisci>> Questa volta è Violet a parlare.

<<Oh, okay. Va bene>>Sibila cercando di sorridere la nuova arrivata.

Esattamente, cosa ha in testa? Un cerchietto con una coccinella? Questa sì che può essere definita come la ragazzaccia di New York.

Faccio qualche altro passo in avanti e in un secondo mi sono seduta sul mio letto e gettato per terra la sua borsa. <<Perchè sei qui? Cosa hai fatto di così terribile, pettinato male una bambola?>>Dico e questa volta mi esce davvero una risata.

Mi sembra una presa in giro da parte il direttore, questa è un attrice che fa la parte della bambina di cinque anni, non una ragazza presente in quella sala dello psicologo. Ad essere sincera, nemmeno la ricordo.

<<Forse hai sistemato male il cerchietto e quindi ti avevano mandato qui tre giorni.>>Si aggiunge Violet che si siede accanto a me. 

A quelle parole, il sorriso di Emily vacilla e il terrore è ancora più visibile nel suo viso. <<Come sapete che sono rimasta in orfanotrofio per tre giorni, non ero nel vostro reparto e..>> Provo a dire ma la fermo alzando la mano.

<<Noi sappiamo sempre tutto. E comunque penso che tu ci conosca già, la nostra fama ci precede>> Sibilo e lei annuisce ripetutamente.

<<Le mie compagne di stanza continuavano a ripetere che Roxanne Mercer era la più pericolosa>>Replica lei ed io sorrido.

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