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Non ho chiuso occhio dalla rabbia. Ho continuato a giocare a "freccette" con i bastoncini dei ghiaccioli appuntiti fino alle sei del mattino. E posso assicurare che non è un bel passatempo, quando al posto del muro vorresti la faccia di una persona.

Emily voleva dormire invece, ma la sentivo trattenere il respiro ogni volta che la "freccetta" colpiva il muro. Forse temeva che da un momento all'altro volessi prendermela con lei per sfogarmi, ma così non è stato.

Sia chiaro, non mi interessa cosa fa Violet nel suo tempo libero, con chi esce e per quanto tempo.

Inizia a interessarmi quando invece percepisco le sue scelte di svago come una sfida nei miei confronti. Inizia a interessarmi quando commette degli errori che si ripercuotono anche su di me.

E ne ho abbastanza di questo gioco stupido. Ma ho anche un difetto: io non so proprio perdere.

Adesso sono quasi le sette e tra poco tttti saranno in mensa per fare colazione. Loro cosa fanno, sono scappati insieme per sempre così dà poter stare insieme in santa pace? Ora come ora sarebbe la scelta migliore che potrebbero fare, così che io non debba incontrarli mai più.

Tiro la zip dei jeans e chiudo il bottone. Appena alzo lo sguardo vedo Emily rientrare dal bagno con uno dei suoi cerchietti rosa in testa.

<<L'hai incrociata da qualche parte per caso?>>Sbotto dal nulla e lei, non aspettandosi di essere interpellata, scatta sul posto.

Inizia a scuotere la testa <<P-proprio no>>

Te pareva. <<Inutile come al solito>>

Lascio la stanza immediatamente sorpassandola bruscamente. Percorro il corridoio deserto e dopo aver sceso una rampa di scale, sono già in mensa.

La situazione è tranquilla, quasi troppo per i miei gusti.

Infatti, appena faccio il mio ingresso tutti gli occhi sono puntati su di me: Mike smette di mescolare lo yogurt con il cucchiaino, Axel mi guarda sorridendo come uno che vuole godersi lo spettacolo e Brad che abbassa la testa, perché sa già che succederà un casino.

Nicholas e Violet hanno fatto la loro ricomparsa e ora fingono di non conoscersi nemmeno: lui al tavolo con Ortiz e Anthony, lei seduta di fronte a Brandon accanto a Mike.

È tutto normale, in apparenza.
Peccato che io non ci casco.

Prendo una ciotola dal tavolo principale e la riempio di latte. Poi prendo una manciata di cereali e raggiungo il mio tavolo.

Mi siedo accanto al mio amico come al solito e faccio affondare il cucchiaio nel latte. Tutto normale.

Brad si volta a guardarmi e io lo vedo con la coda dell'occhio mentre mi implora di non cacciati nei guai, ma il mio sguardo è già fisso verso quello di Violet.

Lei non fa nulla, si limita a sorridermi con un ghigno, aspettando che sia io ad attaccare per prima.

Ma io non devo dimostrare proprio nulla a nessuno, figuriamoci a lei.

Forse si è semplicemente stufata della situazione di subordinazione.

Anche quando eravamo in riformatorio insieme a tutti gli altri, ero io comandavo. Fra le ragazze, l'ultima parola spettava sempre a me. Da come si comportava, sembrava le piacesse farmi da spalla così da non avere problemi e avere sempre una situazione di privilegio rispetto alle altre.

Però si sa, il potere piace a tutti ed evidentemente a Vì non sta più bene non essere il capo.

Resta il fatto che sono fatti suoi se non le sta bene la situazione. Non ho intenzione di cambiare proprio niente.

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