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L'umiliazione in pubblico è peggio di quattro schiaffi in faccia.

La violenza fisica ha un impatto nel presente, ma difficilmente a lungo termine.

Quattro schiaffi fanno male in quel momento ma poi te li dimentichi.

I segni rossi col tempo spariscono, una persona umiliata pesantemente in pubblico, resta per sempre.

Perché la gente purtroppo non dimentica. Anche quando sembra che nessuno parli più di te e della tua figuraccia, anche quando pensi che sia tutto finito e che sia solo un brutto ricordo lontano.

La tua umiliazione rimane lì.
Ed è ancora palpabile sui sorrisi delle persone quando ti guardano e nelle loro frasi dette sottovoce.

Penso che il segreto sia proprio quello di non dare a nessuno il potere di umiliarti. Quando abbassi la guardia, ti fidi di qualcuno e gli consegni in mano il potere di farti male, è la fine.

Io non permetto a nessuno di farmi male.

Perché non puoi riprenderti quel potere una volta che l'hai concesso a qualcuno.

Non puoi tornare indietro e
non ti resta che abbassare lo sguardo e ammettere di essere stato sconfitto.

Quello che ho deciso di fare a Violet è qualcosa di molto semplice in realtà. Ho puntato tutto sulla sua dignità e autostima. Avrei potuto optare per la violenza fisica, certo, ma avrebbe avuto un effetto temporaneo.

Molti pensano che dato che siamo quel che siamo, a noi non serve l'autostima o qualcosa come la dignità, che secondo tutti quanti abbiamo perso da un pezzo. E invece è il pensiero più sbagliato, perché è la consapevolezza di te stesso che ti rende intraprendente e sicuro di quello che fai.

Se Mike avesse visto il falò con i suoi vestiti, sarebbe fiero di me.

Chi mi conosce, mi definisce un'aquila che punta la sua preda per la mia mira perfetta e mi definisce pantera, per il mio passo silenzioso.

Ecco, ieri sera, prima di tornare in camera, ho messo in pratica la mia seconda qualità.

È stato semplice entrare senza farmi sentire e prendere tutte le sue cose. Come ho sempre detto, mi piace vincere facile.

Questa mattina avrei voluto essere presente quando Violet ha aperto l'armadio e ha dovuto constatare che se non voleva scendere in mutande, doveva utilizzare i vestiti di Emily.

Anzi, forse non le ho lasciato nemmeno quelle. In questo momento non ricordo.

Quando mi abbasso per schivare il colpo, il pugno ha già sfiorato il mio zigomo sinistro.

Mi porto una mano sul punto e noto un po' di sangue. Poco, il suo pugno mi ha colpito di striscio.

Ma a me non importa, perché non si doveva permettere: l'altra mattina, quando ho lanciato il piatto contro la finestra, non ho sbagliato mira, perché io non sbaglio mai.

Se avessi voluto colpirla in pieno di viso, quel piatto sarebbe arrivato al centro della sua faccia.

Semplicemente, non volevo farlo.

Ma adesso la voglia di spaccargli la faccia, ce l'ho eccome.

Faccio un balzo in avanti e afferrandola per le spalle la butto a terra ed io sono sopra di lei.

<<Hai fatto male i conti, Bennet>>Sbraito prima ti lanciargli uno schiaffo in pieno viso.

<<Io ti faccio fuori>>Inizia ad urlare lei e a divincolarsi come una pazza.

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