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Lo fisso ancora una volta spazientita e davvero vorrei farlo fuori. Te pareva che per una volta capiva qualcosa alla prima?

Ma non ho tempo, devo tornare di là e farmi venire in mente un'idea geniale. <<Fammi una promessa solenne>>Sentenzio fissandolo mentre mi guarda perplesso con la faccia da ebete.

<<Tutto quello che vuoi>>Borbotta prima di avvicinarsi con le labbra unite a culo di gallina ma prontamente lo allontano.

Ma che mostro ho creato?

<<Adesso noi torneremo di là e tu non darai una parola, nemmeno mezza. Muto, come un pesce>>Dico con tono serio.

<<Perché?>>Mi guarda perplesso e inclina la testa di lato.

Mi sembra un cucciolo di cane che deve essere addomesticato.

<<Perché io penso tu non puoi resistere. Dimostrami il contrario, ti una scommessa>>Pronuncio le parole, passandogli una mano tra i capelli.

<<Lo farò.>>Sibila e con le mani finge di sigillarsi le labbra.

<<Ottimo, allora torniamo di là>>Annuncio compiaciuta mentre faccio dietrofront e mi dirigo verso la porta che da sul bancone.

Quando mi affaccio e compaio nuovamente all'interno del locale, Alan è ancora lì.

Ha il telefono in mano, ma appena sente la tenda che dà sul retro muoversi, alza gli occhi su di me.

<<Ci avete messo un po'>>Mi fa notare lui ed io d'istinto mi passo una mano tra i capelli, fingendomi dispiaciuta.

<<Mi spiace averti fatto aspettare tanto, forse avresti fatto meglio andare via. Non era mia intenzione farti perdere tempo.>>Dico abbassando il tono di voce e subito dopo afferrò uno strofinaccio e mi metto a pulire il bancone distrattamente.

Lo sento sbuffare e con la coda degli occhi posso vedere mentre appoggia il telefono sul tavolo. <<Sarah, mi spiace. Okay? Me la sono presa per niente, solo che stamattina ho conosciuto i miei professori e sono ancora agitato per..>>e si ferma.

Di scatto alzo lo sguardo per capire da cosa sia dato il suo mutismo improvviso e vedo che sta guardando dietro di me.

Cosa.
Ditemi cosa sta facendo.

Mi volto e vedo Mike che saluta Alan agitando una mano, sempre tenendo la bocca sigillata.

<<Sarah>>Sussurra Alan con un filo di voce.

<<Dimmi>>

<<Perché il tuo collega mi sta salutando come uno psicopatico?>>Sussurra ancora più piano e quasi non lo sento, leggo solamente il labiale.

Perché lo è, tanto.

Mi avvicino a Mike che, intanto sta continuando ad agitare la mano e gli afferro il braccio per abbassarlo.

<<Non farci caso, è nuovo.>>Spiego con un sorriso imbarazzato sulle labbra. Poi faccio per accompagnare Mike dalla sua parte del bancone e lui collabora.

<<Ah, capisco>>Replica Alan, ancora scettico.

<<Sì, poi è parecchio timido.>>Continuo io e poi più piano, come se fosse una confidenza solo per lui aggiungo <<È che ha paura di tutto, anche di parlare>>

Alan mi fissa come se gli stessi spiegando un fenomeno scientifico appena approvato di cui nessuno sa niente. <<Capisco>>Sibila di nuovo.

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