<<È un detto conosciuto>>Sibila.
Io lo vedo che ci sta provando, lo vedo come mi guarda. Ci sta provando a non soffermarsi su quello che ho appena detto.
Ci sta provando con tutto sé stesso.
Vorrei dirgli che ci sta provando, ma non basta.
<<Non sei d'accordo, vero?>>Chiedo, nonostante conosco già la risposta.
E non so più a che gioco sto giocando nemmeno io.
<<No, i mezzi non sono trascurabili. Se questi mezzi, feriscono, non sono trascurabili>>Mormora con naturalezza, guardandomi negli occhi.
La sua particolarità è che sembra sincero.
Non mi mente, non mi dice quello che vorrei sentirmi dire. Anche se quello che sta per dirmi potrebbe farmi andare via, lui me lo dice comunque.
Lui è disposto a correre il rischio.
Mi fissa e non smette, come per guardarmi, dentro.
Sta trascurando il fatto che potrebbe scottarsi.
<<Bene, se pensi questo, perché mi hai portata qui?>>Ribatto e una parte di me vorrebbe essere cacciata via a pedate.
Non so perché, ma vorrei andarmene e bere una birra con Brad. Sul tetto, solo io e lui e non pensare più a niente.
Perché sono ancora qui?
<<Sarah, io penso che tu nel corso della nostra conoscenza abbia cambiato strategia.>>Sospira, sedendosi sul divano ed io rimango in piedi.
<<Cioè?>>Fingo di non capire, perché voglio che me lo dica in faccia.
<<Ti sei presentata come la ragazza perfetta, timida, gentile al punto giusto ma anche interessante. Poi hai iniziato a mettermi in difficoltà, hai tirato fuori i tratti più spigolosi, quelli che tutti evitano di far vedere per paura. Ho come l'impressione che tu mi stia mettendo in guardia, che tu stia facendo in modo che io mi allontani di mia spontanea volontà da te. Tu non vuoi andare via, vuoi che io ti ordini di farlo>>
Okay, ha perso totalmente il senno. È giunto il momento che io me ne vada. Ho fatto abbastanza.
Sono stufa, il gioco finisce qui.
<<Alan, veramente ti capisco. Mi spiace di averti fatto perdere tempo. Me ne vado>>Dico mentre mi passo una mano sui capelli, lancio uno sguardo sulla porta e sono già sul punto di uscire da qui.
<<Non ho detto che voglio che tu te ne vada>>Lui è impassibile.
La sua voce, sempre calma, mi fa voltare nuovamente verso di lui.<<Cosa?>>
Perché lo sta facendo?
Potevo uscire da lì e non farmi più vedere. Sarebbe stato, diverso.Ma sarebbe stato giusto.
<<Se non vuoi vedermi più, va bene. Ma sei tu che decidi di andartene>>
<<Cambia qualcosa?>>Chiedo, in maniera retorica.
<<Io non ti mando via>>Mormora con un filo di voce.
<<Non sono stupida Alan, ho capito il tuo ragionamento. La frase scritta sul muro e il discorso sulla ruota panoramica. Io non c'entro niente con quello, ti stai sbagliando>>Replico questa volta mettendomi sulla difensiva.
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Flames
Romance> dico tra i singhiozzi. Non vedo più la sua figura chiaramente. Solo una macchia confusa. > mi urla contro. > Dice abbassando la voce. Cerca di avvicinarsi ma io lo allontano. > scandisco piano mentre le mani mi tremano. > >sibilo. >ribatte...