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<<Mi sembra di tornare indietro nel tempo>>Sospira Mike affianco a me e per poco non mi circonda le spalle con il braccio.

<<Cioè?>>Mormoro rimettendo il braccio al suo posto senza fargli prendere una storta, anche se sono tentata di farlo.

<<Noi, due un pomeriggio insieme, da soli. Non ti sembra quasi romantico?>>Esclama per niente offeso del mio gesto decisamente poco carino.

<<Stiamo andando ai lavori forzati. Cosa c'è di romantico in tutto ciò?>>Sbotto abbandonandomi al sedile del pulmino blindato che ci sta portando a destinazione.

<<Ho detto quasi infatti, il fatto che il destino abbia voluto che noi capitassimo insieme. Tu, Roxy, potevi capitare con qualsiasi altro ragazzo o ragazza. E invece, il destino ha scelto me.>>Spiega come se il suo ragionamento avesse anche solo un briciolo di senso.

<<Ovviamente>>Sibilo mentre cerco di vedere qualcosa dai vetri oscurati.

Ci stiamo dirigendo più in centro di quanto pensassi.

Mentre mi volto verso il finestrino per vedere meglio, sento subito il sedile flettere come se qualcuno si stesse spostando nella mia direzione. <<Non provarci nemmeno>> Ringhio e subito sento il fiato di Mike spezzarsi.

<<Non ho fatto niente>> e in questo momento mi sembra di avere accanto un bambino dell'asilo.

Davvero, ripropongo: cosa avevo in testa qualche anno fa quando stavo con lui?

Mike non cambierà mai: sono convinta che potrei incontrarlo anche fra dieci anni e farebbe gli stessi discorsi idioti che fa adesso.

<<Cavolo, ma io questo posto lo conosco.>> Esclama cercando di scrutare qualcosa dal suo finestrino.

Mi avvicino e spostandolo un po' vedo, riconosco il locale. Anche io a volte, venivo qui.

<<Qui, avevo conosciuto alcuni dei miei clienti più grossi>>Sospira ed io conosco bene quel sospiro.

È un sospiro che rimpiange i momenti passati.

<<Sul serio vi incontravate qui?>> Chiedo continuando a guardare fuori mentre il furgone rallenta e inizia a parcheggiare.

<<Certo, dove pensi che i ragazzi comprassero la droga, sotto i ponti?>>Ridacchia quasi per prendermi in giro.

<<Fai poco lo spiritoso. Non lo so, non ti conoscevo nemmeno in quel periodo>> Replico io.

Vedo dalla grata che ci divide dall'autista e dal poliziotto che quest'ultimo scende con in mano le due manette.

Dove vuoi che andiamo per duecento metri.

<<Che periodo nero il tuo>> e a quelle parole mi volto nuovamente dalla parte di Mike.

<<Ma che stai dicendo?>>

<<Periodo nero, il tuo. Quando non mi conoscevi>>Spiega.

<<Continuerai con questa storia per tutto il giorno?>>Sbotto e un secondo dopo la portiera dalla mia parte viene aperta e un poliziotto che ormai conosco, mi segno di mettere le manette.

Senza fare storie, le infilo e scendo dalla vettura seguita da Mike.

Veniamo scortati fino a dentro il locale e una volta chiusa la porta, ci "liberano" e iniziano con l'ennesime raccomandazioni, o meglio conosciute minacce.

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