-34.

243 31 10
                                    

Riprendo a connettere una volta arrivata nella mia stanza del riformatorio. Durante il tragitto nella macchina della polizia, resto in silenzio.

Con i polsi congiunti dalle manette, rimango in silenzio e mi limito a guardare fuori dal finestrino le persone che camminano indisturbate sui marciapiedi. Forse tra loro c'è anche qualche cliente del locale che è scappato via. Gli stessi che ho servito per più di un mese e che a volte hanno provato a prendersi gioco di me.

Ora non lo faranno più.

La polizia ha provato a farmi delle domande, ma non ha ottenuto nemmeno una risposta.

Le più gettonate erano: "Perché l'ha fatto?"

"Si rende conto a cosa sta andando incontro, Signorina Mercer?"

"È totalmente impazzita per caso?"

Quando dico "nella mia stanza" , intendo quella con Emily Brooks e Violet Bennet. Quella vecchia dove non dormo da un po' e dove non ho intenzione di tornare.

Quest'ultima è seduta sul suo letto proprio davanti al mio. Se ne sta lì con le braccia conserte mentre si guarda le unghie. Per sua fortuna non dice niente, si limita a fingere che non mi abbia vista entrare. Continua a guardare le sue unghie lunghe laccate di nero. No, non mi è mancata per niente la sua compagnia e il condividere anche la più minima cosa con lei.

La polizia insieme ad un medico, se ne sono appena andati e hanno permesso a Brandon di restare qui solo come caso eccezionale. Unicamente per il fatto che è stato il solo a riportarmi alla realtà. Gli hanno detto di chiamarli se dovessi dare nuovamente di matto. Come se adesso fossi una pazza psicopatica.

Dai, lo sono, ma non del tutto.

Quando mi sentirò meglio, dovranno parlarmi di un paio di cose abbastanza serie. Bene, mi dicano pure.

Sono pronta a qualsiasi loro rivelazione.

<<Quando mi hanno chiamato, stavo assistendo ad una scena patetica di una ragazza che piangeva davanti a tutti i presenti seduti in cerchio. Mi hai salvato giusto in tempo da quello strazio>>Borbotta Brad, passando una mano sul ciuffo e lanciandomi un'occhiata veloce.

Mi guardo attorno e la stanza è esattamente come l'avevo lasciata. Spoglia, prima di personalità. Ma in fondo chi si metterebbe ad arredare una camera di un riformatorio?

<<Ho sempre un tempismo perfetto>>Sibilo di rimando e afferro l'elastico che tengo al polso per fare una coda di cavallo veloce.

Non so definire il mio umore attuale. Mi sento in uno stato di neutralità.

Sento Violet sbuffare, forse non contenta del mio ritorno. E poco dopo la vediamo alzarsi e dirigersi verso la porta a grandi falcate. Evidentemente nemmeno io gli sono mancata tanto.

<<Molto tranquilla la ragazza, le mancavo>>Ridacchio ironica.

Mi è sempre piaciuto farla arrabbiare.

Chi non muore si rivede carissima Bennet.

<<Tantissimo. Adesso stai bene?>>Mi chiede Brad appena lei è uscita sbattendo la porta.

<<Sì>>Rispondo io.

Sto bene è la verità.

Ripenso a quello che è successo e mi sento normale, come se fosse accaduto ad un'altra persona.

È come se Sarah Mule fosse stata ferita e poi morta insieme a quei bicchieri. Come se tra quei cocci, si fosse rotta anche a lei. E quando hanno ripulito tutto, l'hanno gettata via.

FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora