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Trovo del disinfettante e una garza nella scatola del pronto soccorso presente al locale.

Avvolgo la garza attorno all'intera mano e dopo averlo messo a posto, torno al bancone.

Il mio sguardo va all'enorme orologio digitale fisso sul muro che mi ricorda che manca ancora un'ora alla fine del mio turno.

Il tempo qui dentro sembra non passare mai e come se non bastasse il turno più lungo è capitato con Mr Mummia, che più di una mummia mi sembra una di quelle donne frustrate che cambiano idea ogni cinque minuti.

"Essermi innamorato." Ma fammi il piacere.

Se una persona viene classificata fra i ragazzi più pericolosi di Manhattan, non può provare dei veri sentimenti. Secondo quale logica?

Per una volta, voglio parlare di principi.

Se tu provi amore, se tu nutri un sentimento verso qualcuno, come puoi essere capace di fare del male ad un altro essere umano, che respira, ride e sbaglia tanto quanto sbaglia la persona che tu ami? Non puoi.

<<Tu sei fatta così: pensi sempre e non parli mai>>

Conta: uno, due, tre, quattro..

<<Quando inizio a pensare voglio trattenermi dal fare stupidaggini, è diverso. >>Sbotto mentre mi appoggio al bancone e guardo le ultime coppie sedute ai tavoli.

Per fortuna, l'affluenza è calata.

Lo devo ammettere, ho sottovalutato i temerari di New York disposti a sfidare i criminali di Manhattan pur di avere il loro Moscow Mule.

Sistemerò anche a questo a tempo debito.

<<E la stupidaggine qual'era? Baciarmi?>>

Io mi volto lentamente per guardarlo<<Pensavo di lanciarti il bicchiere, quello che ho fatto a pezzi, ad essere sincera>>

E non sto mentendo, per un attimo ci ho pensato. Poi, ho pensato che non ne valesse la pena.

<<Sei sicura? Ho percepito della gelosia>> Sussurra guardandomi soddisfatto.

Quello sguardo, pieno di sé, mi fa pensare di aver preso la scelta sbagliata.

<<Oddio davvero? Quando? Mike ti sta contagiando, si vede che dividi la stanza con lui>>Sbuffo e mi allontano a grandi falcate verso il magazzino sul retro per prendere altra vodka per i cocktail.

Ma. Per. Piacere.

Mi fa ridere anche solo il fatto che lui l'abbia pensato.

Ma alla fine ci sta, non mi conosce.

<<E invece sì, proprio tu. Prima, mentre ti dicevo che io a differenza tua, sono stato innamorato. Ho amato qualcuno.>>Lo sento venirmi dietro mentre io mi abbasso per prendere due bottiglie.

Ovviamente, è andata così. Convinto tu.

<<Ah sì? Incredibile>>Sibilo quando mi alzo e me lo ritrovo praticamente addosso.

Lo spingo subito e lui fa subito un passo indietro.

<<Ho percepito della vera propria gelosia e invidia da parte tua. Andiamo, guarda come hai ridotto il bicchiere>>

<<Invidia, gelosia? Addirittura? Te l'ho detto anche prima, tu hai una considerazione troppo grande di te stesso>>Ridacchio mentre gli do una pacca "amichevole" sulla spalla. <<ma non temere, ti farò cambiare idea>>

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