13.Dove c'è cuore c'è casa

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Busso lievemente alla porta della camera 23 del reparto di neonatologia della clinica Mangiagalli.

"Avanti!" - sento dire dalla voce di Gianluca.

Affaccio la testa sorridente.

"Posso?"

Non vorrei disturbare in un momento così delicato.So per esperienza che le visite in ospedale ed a casa per i primi tempi sono molto stressanti.

M:"Vieni,Lavi,entra pure."

Entro e mi si palesa davanti una scena tenerissima:Monia è intenta ad allattare la piccola Bianca,con Gianluca seduto sul letto accanto a lei che le guarda estasiato.Ha proprio gli occhi di un uomo innamorato.

"Buongiorno,famigliola.Scusate il disturbo,ma non potevo non venire a farvi gli auguri come si deve."

Porgo a Gianluca il grande mazzo di fiori che ho portato come segno di buono augurio e lui lo mette in un vaso poggiato sul comodino.

M:"Ma quale disturbo? Ci fa piacere! Anzi grazie per essere rimasti,tu e Piero,tutta la notte.Siete stati eccezionali."

"E di che? Siamo una grande famiglia,lo sai.E poi non potevamo andare via senza prima aver visto la meraviglia che hai tra le braccia!"- le dico rivolge un sorriso dolce,che lei ricambia pienamente.

"Ignazio ed Annachiara sono andati via da poco per andare a mangiare un boccone e i nostri genitori sono in viaggio da stamattina,arriveranno a breve."

"In effetti è ancora primo pomeriggio,avrete parecchie visite.Fateci l'abitudine!"

Mi appoggio sul davanzale della finestra alla destra del letto e semplicemente li osservo:Monia batte lievemente la mano sulla schiena della neonata per farle fare il ruttino e Gianluca le mette un bavaglino pulito,seppur ancora con qualche incertezza.Dentro questa stanza si respira così tanto amore che non c'è bisogno di parole,perciò resto semplicemente incantata ad osservarli.Poi me la fanno tenere in braccio per qualche minuto e, nonostante l'esperienza acquisita,mi sento leggermente impaurita:essendo nata di soli sette mesi,Bianca è ancora molto piccola.Sembra fragile come se fosse di cristallo e le sue manine sono grandi quanto metà del mio pollice.Mi soffermo sui lineamenti delicati del suo faccino,già lievemente tondo nonostante tutto,e sugli occhi,che,per quanto ancora li apra pochissimo,sembrano essere chiari.Forse il colore potrebbe somigliare al verde profondo di quelli del suo papà.La cullo un po' e prende subito sonno,finché non arriva un'infermiera a portarla via:è l'ora di essere pesata e tornare nell'incubatrice,ne ha ancora bisogno.

M:"Sta prendendo bene il mio latte,il dottore dice che sta crescendo.Ma ha ancora bisogno dell'incubatrice per la temperatura,l'ossigeno e queste cose."

"Certo,essendo sottopeso perché prematura è normalissimo."

G:"Non sappiamo ancora quanto dovrà starci,dicono che andrà monitorata giorno per giorno per vedere quanto cresce.Perciò bisognerà vedere quando ci lasceranno uscire."

"Ogni caso è a sé,ma credo che abbia già dimostrato che è una bimba forte.Presto sarà normopeso e potrete tornare a casa,vedrai.A questo proposito voglio scusarmi con te,Gian:quando Monia ha avuto i primi malori ti ho detto di stare calmo sottovalutando la situazione,invece forse avevi ragione tu fin dall'inizio."

M:"Se c'è qualcuno che ha una colpa qui sono io,avrei dovuto ascoltarlo e correre subito in ospedale,non minimizzare le cose.La mia bambina ha rischiato la vita per la mia incoscienza..." - dice con un filo di voce,mentre due lacrime iniziano a rigarle il volto.

Gianluca le accarezza la testa e la stringe a sè.

G:"Ehi,qui nessuno ha colpe.C'è stato un imprevisto,purtroppo può succedere.Ma l'importante è che il parto sia andato bene e che tu e la nostra piccola bambolina stiate bene.Diventerà pacioccona e bellissima,ne sono sicuro.Adesso tranquillizzati,però."

L'amore è un bimbo da rincorrere - Sequel Pronti a volare *Wattys2019*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora