58.Hai preso tutto e l'hai buttato via

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Siamo ancora qui,seduti su questo maledetto divano,questa volta io e Piero da soli.Ha cucinato delle semplici fettine di pollo arrostito con l'insalata,d'altronde non ha mai imparato davvero a cavarsela si fornelli.Dopo aver fatto i piatti e rassettato perfettamente la cucina impedendomi di muovere un dito,da bravo papà,quale è innegabile che sia,ha fatto addormentare Edoardo in poco tempo.Sembrerebbe davvero l'uomo perfetto,a guardarlo dall'esterno adesso...Ma io so cosa ho passato in questi mesi,e soprattutto cosa provo.
Dopo ci manteniamo a debita distanza l'uno dall'altra,nel maldestro tentativo di guardare un film fingendo tranquillità.La realtà,però,è che il disagio nell'aria è palpabile e sono certa che lui non stia minimamente seguendo la trama della pellicola tanto quanto me.A dirla tutta,non ho memorizzato neanche il titolo,a riprova di quanto me ne importi.All'improvviso,approfittando di uno spot pubblicitario,Piero prende la parola.

"Senti,io mi faccio una camomilla.Ne vuoi una anche tu?"

"Ma veramente con questo cald-"

"E qual è il problema? Aspetti che si fredda!" - mi interrompe,alterandosi per nulla.

Sul momento,complici anche i miei frequenti sbalzi d'umore,resto per un attimo spiazzata e poi immediatamente
mi irrito per la sua scortesia.Ma,un attimo dopo,realizzo che questa sua iniziativa mi permetterà di stare lontana da lui almeno per un pochino,così accetto.

"Ok,falla anche per me,se ci tieni.Ma stai calmo!"

"Hai ragione,scusami,è che vorrei farti stare meglio e invece mi sento inutile..."

Non gli rispondo e lui,abbassando lo sguardo,si rifugia in cucina e mi dà modo di tornare ad immettere aria nei polmoni dopo ore di apnea emotiva.Purtroppo,però,sono veramente troppo pochi i minuti che trascorrono prima che lui faccia ritorno in salotto con in mano due tazze colme di liquido fumante,che poggia sul tavolino posizionato davanti al divano per poi tornare a sedersi alla punta opposta rispetto a me.Mentre aspetto che la camomilla raggiunga una temperatura anche lontanamente sopportabile in agosto,quindi praticamente che si freddi del tutto,continuo ad osservare i suoi movimenti con la coda dell'occhio,senza spiccicare parola.Nonostante tutto,però,mi rendo conto che comunque a suo modo ce la sta mettendo tutta per essermi d'aiuto in questo frangente.E io sicuramente non lo sto agevolando col mio atteggiamento di chiusura.

"Piero?"

"Dimmi."

"Volevo dirti grazie."

"Di niente,farne una o due era uguale.E poi mi fa piacere fare qualcosa per te."

"Hai già fatto abbastanza,davvero,non ti sforzare troppo! Va bene così."

La frase intendeva essere piena di gratitudine,ma il tono di voce che ne viene fuori risulta più piccato di quanto forse avrei voluto.E Piero se ne accorge subito.Mi innervosisco da un momento all'altro per un nonnulla,il mio umore ultimamente è molto ballerino.Almeno però io ho la scusa della gravidanza,lui neppure quella.

"Mi spieghi perchè devi essere per forza così acida? Io ci provo,ma non mi rendi le cose facili."

"Poco fa anche tu lo sei stato,anche se ti sei scusato.E poi penso di non ci sia neanche bisogno di spiegartelo,ne abbiamo già parlato abbastanza! Non mi sembri nella posizione adatta per fare il permaloso..."

"Ok,hai ragione,ma sforzati un po',minchia,dai! Io lo sto facendo,te lo assicuro."

"Ma facendo cosa? Tu semplicemente ti senti in colpa e ti vuoi lavare la coscienza,questo è quanto! Lasciamo perdere,non mi fare agitare di nuovo,appunto."

Non replica,ma lo sento prendere un lungo respiro per calmarsi,mentre continua a fissarmi coi suoi occhi indagatori.Sono sicura che si sia morso la lingua per non rispondermi a tono:nonostante ormai per me capirlo sia diventato difficile,ogni tanto riesco ancora ad intuire le sue reazioni.

L'amore è un bimbo da rincorrere - Sequel Pronti a volare *Wattys2019*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora