46.Non cresciamo mai da soli

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Sono nel letto della nostra camera matrimoniale in hotel,con Edoardo tra le mie gambe che gioca e ogni tanto mi si avvicina alla guancia per darmi un bacino dei suoi.Sono rientrata dall'ospedale questa mattina e,da allora,non mi sono praticamente mossa tranne che per arrivare al bagno ed al tavolo del piccolo salottino all'entrata,dove Piero ha fatto servire il pranzo e ha poi controllato accuratamente che mangiassi tutto quello che avevo nel piatto.Mio figlio non si è mai staccato da me in queste ore.Ha voluto stare tra le mie braccia,o comunque al mio fianco,nonostante la presenza del padre,che di solito capitalizza la sua attenzione.Piero mi ha detto che la scorsa notte era agitato e che per farlo addormentare ha dovuto faticare parecchio:anche se ha dormito già altre volte senza di me,credo che abbia percepito che non stavo bene.Non so come facciano,ma i bambini hanno una sorta di sesto senso verso le mamme.Domani Flavia avrà l'ultima gara del torneo e poi,in serata stessa,abbiamo l'aereo per l'Italia:anche la dottoressa Wilson mi ha consigliato di tornare a casa e prendermi una vacanza,come avevo già preventivato.Ne avrò decisamente bisogno.

Mentre io sono ancora sul letto,Piero  raccatta le nostre cose sparse per la camera e le sistema nelle valigie.Volevo aiutarlo,ma non me lo ha permesso assolutamente.E adesso,dopo qualche ora,è ormai quasi tutto pronto.Piero è super concentrato nell'incastrare alla perfezione ogni indumento,come è ormai abituato a fare da anni e anni per viaggi più o meno lunghi,quando si gira verso di me e mi dedica un sorriso di quelli che mi fanno sempre sciogliere.

"Bene,direi che è tutto pronto! Domani metto le ultime cose e poi ci siamo."

"Stai tranquillo,dopo la gara ci penso io.Tanto manca giusto la roba del bagno e qualche altra cosa di Edo da posare all'ultimo minuto."

"No,no,ho detto che faccio io,sono bravissimo a fare le valigie!"

"Beh,anch'io,sai com'è..."

"Ma tu al momento sei impossibilitata.Anzi,domani non dovresti neppure presenziare alla gara!"

"Non ricominciare,sai benissimo che devo,invece.Non posso abbandonare Flavia da sola in un momento così delicato,lei ha solo me qui ed ha bisogno della mia supervisione.Starò seduta e buona come abbiamo concordato.La dottoressa ha detto di evitare gli sforzi,ma non di smettere di vivere.Dai,stai calmo."

"Hai ragione,scusa.Ma sono apprensivo,lo sai.Ieri mi hai fatto prendere un colpo,quando ti ho vista perdere i sensi all'improvviso."

"Mi dispiace,purtroppo in gravidanza può succedere.È vero che forse mi sono stancata troppo in questi giorni,ma non potevo evitare,credimi.Ero già qui quando ho scoperto di essere incinta,non potevo smettere di fare il mio lavoro.E domani devo portarlo a termine."

"L'importante è che stai super attenta,solo questo ti chiedo."

"Promesso.Adesso però facciamo una passeggiata? Mi manca l'aria,sono due giorni che,tra ospedale e hotel,sono chiusa tra quattro mura! Ho bisogno di respirare."

"Sicura che te la senti di camminare?"

"Sì,io fisicamente sto bene.Credo che lo sforzo fisico da evitare non consista sicuramente nel fare due passi."

"Va bene,ma se ti stanchi dimmelo che ci fermiamo."

Prepara lui stesso Edoardo,mentre io mi dò una sciacquata e mi cambio.Poi,dopo essere passata a controllare se Flavia avesse bisogno di qualcosa ed essermi sorbita anche le raccomandazioni di una neo quattordicenne,usciamo dall'hotel.

                               ***

Le luci molto forti di questo palazzetto,puntate ovviamente sulla pedana,mi stanno facendo sentire parecchio caldo.O,forse,sono io ad essere troppo agitata,il che è anche probabile.Infatti,di certo,ho dei motivi per esserlo:agitata perché ho paura che,senza la mia supervisione,in questi due giorni Flavia si possa essere distratta e ora possa sbagliare qualcosa in quest'ultima gara;agitata perché temo di poter avere un altro mancamento e fare preoccupare Piero,nonostante abbia preso gli integratori prescrittimi dalla dottoressa e sappia di sentirmi bene;agitata perché Edoardo oggi ha fatto molti capricci prima di lasciarmi venire qui al palazzetto con Flavia,quindi ho paura che possa essere irrequieto anche durante il volo di ritorno che ci aspetta questa sera.A tutto ciò,si aggiungono i sensi di colpa,i dubbi,le paure e tutti gli innumerevoli pensieri che mi riempiono la mente da giorni e che faccio fatica a scacciare,per quanto ci provi con tutte le mie forze.Vengo ridestata da questo momento di riflessione proprio dalla mia allieva,la quale,mentre si legava una fascia elastica alla mano,mi ha appena fatto una domanda,che però non ho sentito.

L'amore è un bimbo da rincorrere - Sequel Pronti a volare *Wattys2019*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora