43.Non sarebbe male per sempre

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Il giorno dell'esordio di Flavia è arrivato ed è stato anche superato brillantemente:infatti,al volteggio ha disputato un'ottima gara e si è classificata quinta.Non male,affatto!
Oggi,intanto,arriva Piero ed io sono molto agitata.Nessuno finora sa che sono incinta.Credo di doverlo dire prima a lui,che è il padre e che sicuramente ne sarebbe contento,viste le molteplici volte in cui mi ha chiesto di mettere in cantiere questo secondo figlio.Il problema è che io ho sempre rimandato e,di certo,questa non è stata una gravidanza voluta da parte mia.

Sono in camera mia in attesa che Piero giunga qui in hotel,il suo aereo è atterrato da poco.Edoardo gioca nel lettone coi suoi pupazzini di gomma mentre mio padre lo sorveglia ed io ne approfitto per mettere un po' in ordine il caos che si è già creato in così poco tempo tra queste quattro mura.Mentre sistemo i trucchi e i prodotti accumulatisi sul tavolino sotto lo specchio,per la fretta,o forse più per l'ansia che mi attanaglia lo stomaco,una crema mi cade dalle mani ed il tubetto si apre,versandosi in parte sul pavimento.

"Oh,mer-"

"Lavinia,non dire le parolacce davanti al bambino,che poi le ripete!"

"Oh,sì,hai ragione.Ma guarda che macello che ho fatto,sono proprio imbranata!"

"Lo sei sempre stata un po',ma non è niente di grave,solo un po' di crema a terra. - mormora bonario mentre io sono già di ritorno dal bagno,dove ho recuperato un po' di carta per pulire. -Sei sicura sia solo sbadataggine?"

"Eh? Certo,cosa deve essere?"

"Non lo so,ti vedo un po' nervosa oggi..."

"No,papà,sono solo molto emozionata di rivedere Piero dopo queste settimane lontani."

Mi sento un po' in colpa per non avere confidato neanche a mio padre della gravidanza,ma al momento sento la necessità di tenerlo per me.Anche a Piero lo dirò tra un po',prima ho bisogno di metabolizzare a pieno io stessa la notizia.Anche perché devo ammettere che non sono sicura di volere questo bambino.Pochi minuti dopo bussano alla porta ed,in men che non si dica,mi ritrovo le labbra di Piero sulle mie,per un bacio che torna a farmi battere forte il cuore dopo molti giorni:quanto bene mi fa quest'uomo non lo sa neanche lui.Dopo un po',un colpo di finta tosse di mio padre ci fa staccare.

"Scusate,ma volete fare n'avutru picciriddu davanti a me? Perché non mi pare il caso proprio ora!"

Ci rivolge uno sguardo di rimprovero,ma lo conosco e so benissimo che sta fingendo.Per fortuna il loro rapporto è ripreso in serenità da dove la mancanza di frequentazione lo aveva interrotto qualche tempo fa.Lui e Piero si guardano e scoppiano a ridere,per poi abbracciarsi.Poi Piero prende in braccio Edoardo,che scalpitava tra le braccia del nonno e continua a ripetere "Papapapapa" a raffica.Suo padre lo bacia sulle guance e sul collo e lui si sganascia con quella sua risata pura e cristallina come solo quella dei bambini sa essere.

Pa:"Va bene,io vi lascio da soli."

Pie:"Grazie,Giuseppe."

Pa:"Ci vediamo a cena o chiamo Luigi e mangio con lui?"

Pie:"Eh,forse noi ordiniamo la cena in camera.Che ne dici,amò?" - mi chiede, cercando il mio sguardo.

"Ehm,va bene,così ti riposi un po'."

Pa:"Infatti sarai stanco dal viaggio.Capito,Pierù? Riposati..." - rimarca l'ultima frase sorridendo a mio marito,mentre io mi imbarazzo - A domani!"

"Grazie per avere tenuto Edo,pà.Buonanotte per più tardi."

"Di niente.Ciao,carusi,buonanotte."

E si chiude la porta alle spalle, lasciando me e Piero a guardarci negli occhi.Papà domani torna a casa,per cui ci riabitueremo subito a stare da soli come sempre.Noi tre...O meglio,quasi quattro.

L'amore è un bimbo da rincorrere - Sequel Pronti a volare *Wattys2019*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora