Capitolo 5^

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Erano le quattro del pomeriggio, ed ero a casa indaffarata con i compiti per le vacanze, anche se all'inizio del nuovo anno c'era tempo, non ero pronta ne psicologicamente ne fisicamente. Non ero una di quelle ragazze fissate con i voti, ma neanche una a cui non importava nulla della scuola, capivo l' importanza di un' istruzione, perciò quando era il momento di studiare mi concentravo, facevo schemi e sottolineavo a più non posso. Anche se più di tre ore al giorno non riuscivo a stare sui libri, per questo cercavo di dare il massimo in quel lasso di tempo.

Quando terminai l' ultimo esercizio di matematica, riposi il libro sullo scaffale e afferrai l' iphone per ascoltare un po' di musica. Feci partire la playlist e mi sdraiai sul letto, chiusi gli occhi e mi rilassai ascoltando "My Kind of Woman" di Mac DeMarco. Erano passati due giorni dal mio appuntamento con Aiden, continuavamo a sentirci per telefono e avevamo deciso di riuscire tra tre giorni per un semplice caffè da Starbucks. La sera al sushi avevo scoperto che si era trasferito nel mio quartiere da qualche mese, poiché la sua famiglia era in cerca di una casa più grande, in quanto il padre, essendo geometra, aveva bisogno di uno studio più spazioso. Aiden mi aveva spiegato di aver preso anche lui una laurea breve come geometra, così da poter lavorare con suo padre. L' architettura mi affascinava, di fatti era una delle facoltà che avevo preso in considerazione, ma non ne ero del tutto convinta. Avrei dovuto muovermi a prendere una decisione, mio fratello già aveva dichiarato di voler prendere economia, ma io non volevo specializzarmi in qualcosa a caso, giusto per avere un foglio di carta. Volevo fare qualcosa che mi piacesse nella vita, qualcosa che mi affascinasse e non finire come quelle persone insoddisfatte della propria carriera ed esistenza.

Mentre ero assorta nei miei pensieri, la musica si stoppò e partì la suoneria.

"Pronto?" sbloccai la chiamata.

"Hey Rose...ci stai per un joint? Solo io e te" era Kaia, aveva la voce spezzata, sembrava avesse appena finito di piangere.

"Kaia tutto bene?" le chiesi preoccupata.
Intanto mi alzai dal letto, presi gli anfibi e li infilai velocemente.

La mia amica tirò su col naso prima di rispondere.
"No, ho bisogno di parlare. Ho tutto io, tu porta solo le sigarette" disse singhiozzando.

"Ve bene arrivo, ci vediamo al parchetto"
Terminai la chiamata e come sempre, corsi giù per le scale, fiondandomi dalla mia migliore amica.

Arrivai al punto d' incontro e Kaia era lì che mi aspettava, con il mascara leggermente colato e gli occhi ancora lucidi. Sicuramente era per i suoi genitori, ci soffriva molto, per lei la famiglia era tutto e questa situazione la stava spezzando.
L' abbracciai stringendola più forte che potei e sentii una lacrima uscire dai suoi occhi e finire sulla mia spalla.

"Hey" le dissi con un tono di voce calmo. Presi il viso della mora tra le mani e le asciugai le lacrime e il trucco sbavato, sorrisi leggermente e lei ricambiò debolmente.
La presi per mano e raggiungemmo il nostro solito posto, ci sedemmo e iniziammo a preparare la mista.

"Non ce la faccio più ti giuro" si lamentò inserendo l' erba nel grinder. La tritò e la aggiunse al tabacco che avevo fatto uscire dalla sigaretta. "Non fanno altro che urlarsi a vicenda e litigare per le cose più stupide, come l' altro giorno, stavano discutendo su dove mettere il ketchup e di chi fosse" posizionò la mista nella cartina e cominciò a rollarla. "Elisabeth il ketchup l'ho comprato io quindi va dalla mia parte di frigo. Eh no Fred, questo è quello aperto, quindi è mio, perciò va a destra" disse facendo l' imitazione dei suoi genitori. "Non ce la faccio, ti giuro, è troppo"

𝕽𝖔𝖘𝖊- angel face devil thoughtsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora