capitolo 27^

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Alle cinque del mattino ancora ero sveglia, per modo di dire.
Gli unici che si erano addormentati erano Derek e Dylan, visto che erano quelli che avevano bevuto di più.

La mia bocca era ancora impastata dall' aroma dell' erba e mi sentivo l' alito uno schifo. Ci eravamo finiti tutte le cose da mangiare e io stavo ancora morendo di fame.

"Ma se dormissimo per tre ore?" propose Kaia sbadigliando.

"Sono d' accordo, metto la sveglia sul telefono" disse Noah smanettando con il cellulare.

"Buonanotte" annunciai trascinandomi nella tenda.

"Notte" risposero gli altri in coro e spensero il fuoco.

  
                              ~

Alle otto Noah entrò nella mia tenda, buttandosi su di me con il suo dolce peso.

"Noah levati dal cazzo" mugugnai assonnata e cercai di rigirarmi sul fianco.

"Guarda come sei bella mentre dormi" disse puntandomi verso il viso lo schermo del suo cellulare.

La foto ritraeva me, a pancia in sù, che dormivo con la bocca leggermente aperta.

"Dai no è orribile!" urlai cercando di strappargli il telefono, ma lui fu più veloce.

"Questa si aggiunge alla mia collezione" si alzò da sopra di me con un sorriso beffardo.

"Che pezzo di merda" mi lanciai verso di lui e cademmo fuori dalla tenda, rotolando sulla sabbia.

"Eliminala!" urlai di nuovo, mentre gli altri ci guardavano divertiti.

Noah rideva, ma riuscii ad atterrarlo sotto di me e gli strappai il telefono di mano, cancellando la foto velocemente.

"Dovresti essere abituato a perdere Noah" dissi con finta aria saccente.

"Si come se non avessi una cartella solo di foto tue sul telefono" rispose lui con non curanza, mentre si toglieva la sabbia dai vestiti.

"Così suona male" scherzò Derek e gli alzai gli occhi al cielo.

"Io ho due canne di fumo, chi si fa un buonjoint?" propose Dylan.

"Io" rispondemmo in coro io, Aaron e Noah.

"No io basta, ancora non mi è scesa" disse Kaia pettinandosi con le dita la massa informe di capelli che aveva.
Beata lei che li aveva così folti, i miei, siccome al naturale erano liscissimi, sembrava che ne avessi molti di meno.

Restammo in spiaggia fino alle nove inoltrate, poi decidemmo di tornare a casa, visto che avevamo anche finito l' erba e il fumo.

Io, Dylan e Michelle entrammo in casa nostra e subito sentii la voce di mamma e papà.

Erano a casa? Strano.

Lanciai uno sguardo a Dylan e cercammo di assumere l' espressione di persone normali e non di due che avevano dormito scarse due ore.

"Buongiorno" dissi affacciandomi allo stipite della porta e sorridendo, come se nulla fosse.

"Buongiorno" rispose austera mamma.
Avevano entrambi un' espressione seria in volto, non prometteva bene.

"Ciao Michelle" la salutò mio padre e lei rispose educatamente.

"Ehm...come mai siete a casa?" chiese Dylan passandosi una mano tra i capelli biondi, che grazie al sole, erano diventati color oro.

"È domenica Dylan" rispose mamma portando nel lavello i piatti che avevano utilizzato per fare colazione.
Aveva un tono seccato, non prometteva bene.

𝕽𝖔𝖘𝖊- angel face devil thoughtsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora