"Dico ma siete impazziti?" urlò ancora mia madre, mentre la vena sulla fronte continuava a pulsarle.
Dylan roteò gli occhi per l' ennesima volta.
Da dieci minuti la donna che ci partorì stava tenendo una ramanzina sul fatto che io e mio fratello fossimo tornati a casa alle cinque del mattino, senza avvisarla."La madre di Bailey stamani mi ha chiamata dicendo che la figlia non è tornata a dormire a casa, ma che diavolo avete combinato ieri sera?!" prese una piccola pausa per riprendere fiato, poi ricominciò. "Vi lascio andare a ballare, non vi ho mai negato un' uscita con gli amici, tutto quello che chiedo è di rispettare gli orari che vi do e neanche quello riuscite a fare? Non lo so ditemi voi cosa devo fare, non vi devo più far uscire di casa? Siete grandi ormai, sono stufa di fare questi discorsi, dovreste essere maturi abbastanza per rendervi conto di cosa è giusto e sbagliato" teneva le mani sui fianchi e se avesse potuto incenerirci con lo sguardo lo avrebbe già fatto. "Ora tu" disse volgendosi verso di me "Chiama la tua amica e vedi di trovarla" impartì puntandomi un dito contro. "E tu, se avere la ragazza vuol dire che devi perdere di vista tua sorella, allora qui le cose devono cambiare"
Odiavo questo tipo di discorso, cosa c'entrava mio fratello? Ero un individuo a parte e il fatto che fossi una femmina non dava l' incarico a mio fratello di controllarmi. Eravamo gemelli, quindi avevamo la stessa età, cosa avrebbe potuto fare di diverso da me Dylan? Niente. Mi avrebbe soltanto infastidito. Non ero la damigella in pericolo da salvare, le spalle me le ero sempre coperta da sola poiché ero sempre stata in grado di risolvere i miei problemi.
"Mamma ti ho già detto che questi discorsi non li voglio neanche sentire" Dylan era suscettibile quanto me e quindi guai a chi toccava Michelle.
"Non mi interessa, finché non sarai capace di comportarti a modo, io continuerò a farteli. Ora aiuta tua sorella a sparecchiare e andatevi a vestire che sapete mi da fastidio che restiate in pigiama"
Sbuffammo entrambi ed eseguimmo gli ordini. Papà in tutto questo era rimasto in silenzio spostando lo sguardo da noi alla mamma. Forse aspettava che lei finisse la scenata e basta, così si sarebbe potuto alzare da tavola per andare a fare i suoi comodi. Infatti, quando la mamma lasciò la cucina, lui la seguì subito andandosi a chiudere nel suo studio.
"È tutta colpa tua" cominciò Dylan con quel tono da bambino che tanto odiavo.
"Si, certo. Scarica la colpa tutta su di me. Tanto tu sei sempre innocente" risposi inviperita mentre poggiai un piatto nel lavello.
Mio fratello mi rivolse un' occhiata piena di odio e io feci altrimenti.
Continuammo in completo silenzio il nostro compito e quando finimmo ci ritirammo ognuno nelle proprie camere.
Chiamai Bailey al telefono tre volte ma non mi rispose, così cercai il contatto di Kaia e chiamai lei."Rose" rispose con voce assonnata.
"Ti ho svegliata?" dissi uscendo dal bagno visto che mi ero appena finita di vestire.
"Tranquilla, meglio così, sennò avrei dormito fino a cena" infatti erano già le tre del pomeriggio.
"Ti ho chiamata perché mia madre è tutta incazzata e dice che Bailey non è tornata a dormire a casa sua sta mattina. L'ho provata a chiamare ma parte la segreteria"
"Ah" passò qualche frazione di secondo di silenzio. "Io so meno di te Rose, non mi ricordo un cazzo di ieri sera" constatò sbadigliando.
"Neanche io" ammisi sedendomi sulla sedia della scrivania.
Avevo un vuoto. Ricordavo che eravamo in giardino a fumare e poi il nulla. Avevo qualche immagine confusa nella testa di ciò che successe dopo, ricordavo solo che bevemmo, ancora e ancora. Ricordavo il sorriso di Aiden mentre ballavamo e le sue mani sui miei fianchi ad accompagnarmi.
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𝕽𝖔𝖘𝖊- angel face devil thoughts
Teen FictionAmicizia, sesso, droga, amore e adolescenza. SONO PRESENTI SCENE CON LINGUAGGIO SCURRILE, SESSO E USO DI DROGHE LEGGERE E NON.